Arthur Duff – Things with endings
La mostra è costituita da una nuova serie di lavori realizzati appositamente per gli spazi di Marignana Arte dall’artista Arthur Duff, artista di origine americana nato a Wiesbaden nel 1973 (che vive a Vicenza e Marghera).
Comunicato stampa
La mostra è costituita da una nuova serie di lavori realizzati appositamente per gli spazi di Marignana Arte dall’artista Arthur Duff, artista di origine americana nato a Wiesbaden nel 1973 (che vive a Vicenza e Marghera). L’elemento luminoso come veicolo di informazione verbale e flusso di energia conoscitiva, già da anni al centro della riflessione creativa dell’artista, viene interpretato da queste nuove opere secondo coordinate inedite, che segnano inedite direzioni di indagine.
La luce di Duff non è quella di una vibrazione atmosferica o esteriore, ma una luce pensata come spazio complesso di un processo vitale continuo e mutevole, che si muove tra cosmiche regioni interstellari, profondità telluriche e alluse virtualità digitali. Uno dei lavori realizzati per questa occasione, Things with beginnings, rende emblematica questa esplicitata dimensione di “primordio” della sua attuale ricerca: è infatti costituito da pietra vulcanica nera combinata con una luce laser verde, che proietta elementi verbali sulla superficie di questo materiale ancestrale. La pietra che ha emesso una luce deflagrante torna a riassorbire luce, dando vita a uno spazio scultoreo complesso, tra fisicità e virtualità. L’opera che da il titolo alla mostra, Things with endings, utilizza in maniera inconsueta un altro materiale luminoso, la luce al neon, che viene filtrata sia da una copertura cromatica sia da un rivestimento a tramatura elastica, e diviene una proiezione fisicamente determinata delle sue stesse lettere, ad espandere espressivamente lo spazio neutro del’informazione linguistica.
Completano il percorso alcuni lavori a parete: un camouflage a ricamo e un lavoro in carta forata, che si concentrano sull’interferenza fisica e percettiva di diversi piani e punti di vista, a creare una visione di profondità e virtualità, e alcuni inediti caratteristici lavori a nodi dell’artista. Sono nodi stratificati e spazializzati, le cui configurazioni reciproche riprendono e rendono interferenti alcuni frammenti di ammassi stellari riportati nel settecentesco catalogo astronomico di Charles Messier, lavorando sulla contrapposizione tra microcosmo e macrocosmo, dove l’insinuarsi dei colori verde e arancio nel prevalere della superficie nera, in una sorta di pulsazione residuale di energia, si declina nelle due varianti della densità e della rarefazione.
Si tratta di lavori che riprendono in chiave rinnovata alcuni recenti realizzazioni dell’artista: al MACRO Museo d’Arte Contemporanea Roma (2009), a Villa Pisani a Bagnolo di Lonigo (2012), a Castevecchio a Verona (2012), a Palazzo Malipiero a Venezia (2013), sino all’opera Black Stars realizzata per la mostra “Proportio” attualmente in corso a Palazzo Fortuny a Venezia.
Nelle proiezioni al laser, fondate sulla combinazione di luminoso artificiale e linguaggio spazializzato, così come nelle stratificazioni annodate di allusi frammenti stellari, la luce è per Duff la possibilità metaforica prima di un transito, di un viaggio, nell’universo dell’informazione come materiale fisico e dinamico potenzialmente infinito. L’opera di Duff si è infatti da sempre concentrata nella creazione di spazi complessi di esperienza, visiva e fisica insieme, che utilizzano la proiezione laser o la pulsazione dell’immagine (sia essa luminosa, o ottenuta attraverso pattern e ricami) per dare vita a configurazioni sempre sorprendenti, in dialogo con le coordinate spaziali e conoscitive di un presente ormai quasi interamente costruito da esperienze di realtà digitale e virtuale. In questi ultimi lavori, la sua ricerca pare avere assunto la forma di un viaggio nel futuro, in paesaggi primordiali di una materia senza umanità, dove l’unico segnale umano resta proprio il connettivo luminoso del linguaggio.
a cura di Francesca Pola
From 26th September to 16th January 2016
Opening 26 September 6 PM.
The exhibition presents a new series of works made specifically for the spaces of Marignana Arte by the artist Arthur Duff, an American artist born in Wiesbaden in 1973 (who lives in Vicenza). Light as means of verbal information and flow of cognitive energy, for years at the heart of the artist’s creative thinking, is interpreted in these recent works with new coordinates that point to unfamiliar directions of investigation.
Duff’s light is not one of an atmospheric or exterior vibration, but a light conceived as the complex space of a continuous and shifting vital process occurring between cosmic interstellar regions, telluric depths and implied digital virtual realities. One of the pieces made for the occasion, Things with beginnings, renders emblematic this explicit dimension of “the primordial” in his present research: a black volcanic stone is associated with a green laser light that projects verbal elements on the surface of this immemorial material. The stone that emitted a deflagrating light in turn reabsorbs light, creating a complex sculptural space, between physicality and virtuality. The work that gives the show its title, Things with endings, utilizes in an unusual way another luminous material–neon light–that is filtered either by a chromatic coating or an elastic weave wrapping and becomes a physically determined projection of its letters, expressively expanding the neutral space of the linguistic information.
The visit is completed by several wall pieces: a camouflage embroidery and a work made of perforated paper that focus on the physical and perceptive interaction of several planes and viewpoints, creating a vision of depth and virtuality, along with some new pieces of the artist’s characteristic knotted works. Layered and clustered knots, their reciprocal configurations reuse some fragments of stellar clusters shown in Charles Messier’s 18th-century astronomical catalog making them interactive, and playing on the opposition between microcosm and macrocosm, where the insertion of green and orange in the dominant black surface, in a sort of residual pulsing of energy, presents the two variants of density and rarefaction.
These are works that exploit and renew several of the artist’s recent creations: at the MACRO Museum of Contemporary Art Rome (2009), Villa Pisani at Bagnolo di Lonigo (2012), Castelvecchio in Verona (2012), Palazzo Malipiero in Venice (2013), including the work Black Stars_M13 – M92 presently shown at Palazzo Fortuny in Venice.
In the laser projections, based on the combination of artificial light and spatialized language, as in the knotted stratifications of implied stellar fragments, light is for Duff the metaphoric possibility prior to a transit, a voyage, in the world of information as a potentially infinite physical and dynamic material. Indeed Duff’s work has always concentrated on the creation of complex spaces of experience, both visual and physical, that use laser projection or the pulsation of images (either luminous or obtained through patterns and embroidery) to bring forth ever surprising configurations, dialoguing with the spatial and cognitive coordinates of a present henceforth almost entirely arisen from experiences of digital and virtual reality. In these recent works, his experiments appear to have taken the form of a voyage into the future, in primordial landscapes of a matter without humanity, where the only human signal left is precisely the illuminating connection of language.
curator Francesca Pola