Arturo Schwarz – La più bella poesia del mondo è una poesia d’amore

Informazioni Evento

Luogo
STUDIO D'ARTE VIA TOMMASEO 32
Via Tommaseo 32 , La Spezia, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

da martedì a sabato in orario 17.30-20.

Vernissage
05/10/2013

ore 17,30

Artisti
Arturo Schwarz
Generi
arte contemporanea, personale

Un’occasione per conoscere la limpida e cristallina poesia d’amore di Arturo Schwarz, personaggio fondamentale nella cultura del Novecento, gallerista, editore, saggista, critico d’arte che ha fatto scoprire in Italia importantissime avanguardie, come il Dadaismo e il Surrealimo.

Comunicato stampa

Sabato 5 ottobre alle 17.30, in occasione della festa del contemporabeo, l'Associazione RiEvoluzione Poetica Soffoco inaugurerà nello studio d'arte Via Tommaseo 32 a La Spezia la mostra “La più bella poesia del mondo è una poesia d'amore”, versi di Arturo Schwarz, illustrati con immagini di Maria Capellini e Mauro Zo Maraschin.
Un'occasione per conoscere la limpida e cristallina poesia d'amore di Arturo Schwarz, personaggio fondamentale nella cultura del Novecento, gallerista, editore, saggista, critico d'arte che ha fatto scoprire in Italia importantissime avanguardie, come il Dadaismo e il Surrealimo.
Gli altri due artisti sono legati a Schwarz dal filo sottile ma robusto dell'amore per la Natura del desiderio di indagare le profondità dell'animo umano.
In occasione dell'inaugurazione leggerà sue poesie in tema Claudio Pozzani, direttore del Festival della Poesia di Genova. Inoltre lo Studio d'arte Via Tommaseo 32 durante tutte le tre settimane della mostra sarà centro di eventi.
Sabato 12 dalle 17.30 letture poetiche di Massimiliano Antonucci e Alfonso Pierro.
Sabato 19 alla stessa ora proiezione del cortometraggio “Anime rotte” di Mauro Zo Maraschin.
Per il finissage sabato 26 alle 17.30 concerto del soprano Elena Rozo.
La mostra sarà visitabile da martedì a sabato in orario 17.30-20.

Martina Feola scrive nel catalogo della mostra; " Nel presentare questa mostra organizzata da Soffoco in collaborazione con lo Studio d'Arte Tommaseo ritengo opportuno delineare il filo sottile ma molto robusto che unisce opere apparentemente molto diverse come le poesie di Arturo Schwarz e le opere figurative di Mauro Maraschin e Maria Capellini.
Partiamo dalle poesie di Schwarz, sottolineando che si tratta di poesie d'amore dedicate all'amatissima moglie Linda, che diventa la Donna dei surrealisti, creatura magica e salvifica, capace di donare all'uomo la gioia di vivere e la comunione con la Natura. Una donna che è insieme Creatura e Creatrice, microcosmo e macrocosmo e che accompagna l'uomo tra i misteri dell'universo. Misteri dell'universo disvelati in parte dal poeta latino Lucrezio, nel suo meraviglioso poema "De rerum natura", a cui Schwarz dedica una significativa poesia.
Anche la donna rappresentata nelle opere di Mauro Maraschin è una creatura arcana e potente. Spesso è rivolta di spalle e sembra iniziare l'esplorazione di mondi affascinanti, in parte minacciosi, in parte rischiarati dalla sua presenza quasi mistica.
Altre volte è perfettamente immersa in una natura mirabile e fiabesca, anzi, forse è lei stessa la Madre Natura, la Dea Madre che si venerava in tempi di saggezza antica.
Anche nelle opere di Maraschin, quindi, il maschile si rivolge al femminile aspirando alla sublime sapienza dell'androgino, gli arbitrari confini tra creatore e creatura si annullano.
E una "Natura naturans", per usare il termine spinoziano, si trova anche nelle incisioni di Maria Capellini, dove le creature sembrano lentamente emergere da forme ispirate agli alberi, alle ossa degli animali e dalle entità che lei evoca nei suoi dipinti.
In essi Maria lascia che il colore si fonda all'accenno di una forma senza del tutto evocarla. Qui sta il principio dove il magma della creazione pullula prima ancora di forgiarsi e la ricerca continua di una fase mai nata, come se fossimo in prossimità di una soluzione che non avviene. In un certo senso Maria esplora come l'arcana creatura delle immagini di Maraschin, seguendo il principio fondamentale che era scritto sul tempio di Apollo a Delfi e che è stato fatto proprio dai surrealisti: "Gnothi seautòn", "Conosci te stesso".
Un principio che l'uomo moderno ha colpevolmente dimenticato, finendo per ridurre la donna ad un'oggetto esteticamente gradevole da ostentare e la Natura ad una risorsa materiale da sfruttare.
Le opere di questi tre artisti, invece, ci ricordano quando importante sarebbe per salvare la nostra umanità smarrita recuperare la magia di queste due entità."