Asad Raza – Untitled (plot for dialogue)
Per Untitled (plot for dialogue), Asad Raza continua la sua esplorazione dello spazio introducendo nel contesto dell’architettura cinquecentesca della chiesa di San Paolo Converso pavimentazione, linee, reti, racchette, te freddo al gelsomino e allenatori per evocare una situazione simile a una partita di tennis.
Comunicato stampa
Per Untitled (plot for dialogue), Asad Raza continua la sua esplorazione dello spazio introducendo nel contesto dell’architettura cinquecentesca della chiesa di San Paolo Converso pavimentazione, linee, reti, racchette, te freddo al gelsomino e allenatori per evocare una situazione simile a una partita di tennis.
L’obiettivo è quello di sovvertire le logiche della comunicazione tipiche del contesto religioso, sostituendo a un messaggio autoritario a senso unico, un’attività ricreativa e di scambio.
Lo sport, nell’immaginario dell’artista, è metafora dell’importanza delle attività improduttive che si sottraggono alle logiche sociali incentrate sul lavoro.
I visitatori di Untitled (plot for dialogue) sono quindi più che semplici spettatori: esercitandosi con gli allenatori, diventano parte dell’opera e contribuiscono a questa con un’esperienza di scambio che produce bellezza distesa, vicina alla grazia della danza e alla leggerezza della meditazione.
Asad Raza (1974 USA) è un artista e produttore e con il suo lavoro combina esperienze, esseri viventi e oggetti. I suoi più recenti progetti includono Root sequence. Mother tongue alla Whitney Biennial (2017), la mostra che si è svolta nel suo appartamento di New York e varie altre installazioni a Frieze Projects (Londra, 2015) oltre alla Ljubljana Graphic Art Biennial (2015). Autore dello script per H{N)YPN(Y}OSIS, la mostra di Philippe Parreno al Park Avenue Armory (New York, 2015), è tra gli ideatori della collettiva A stroll through a fun palace, che si è svolta in occasione della Biennale di Architettura di Venezia del 2014 e di Solaris Chronicles (LUMA Arles, 2014). Raza ha di recente curato, assieme a Hans Ulrich Obrist, le mostre Mondialité (2017) e Decor con Tino Sehgal e Dorothea von Hantelmann (Villa Empain, Bruxelles, 2016).