Ashish Gupta, Jatin Khandelwal. Il Maestro e l’Allievo
I volti e le sfumature più caratteristiche dell’India contemporanea si riflettono negli scatti presentati dalla Galleria Francesco Zanuso di Milano nell’intensa mostra fotografica “Ashish Gupta, Jatin Khandelwal. Il Maestro e l’Allievo: due fotografi indiani”, a cura di Caterina Corni.
Comunicato stampa
I volti e le sfumature più caratteristiche dell'India contemporanea si riflettono negli scatti presentati dalla Galleria Francesco Zanuso di Milano nell'intensa mostra fotografica "Ashish Gupta, Jatin Khandelwal. Il Maestro e l'Allievo: due fotografi indiani", a cura di Caterina Corni, proposta dal 14 al 28 novembre.
La rassegna presenta in circa quaranta opere il dialogo tra le immagini del fotoreporter Ashish Gupta, classe 1981, realizzate tra il 2002 e il 2015, e le fotografie tutte scattate quest'anno appositamente per l'esposizione da Jatin Khandelwal, studente della Facoltà di Fotografia della Symbiosis University di Pune, appena ventunenne.
Due giovani generazioni a confronto, due punti di vista, due modi di sentire e di raccontare l'India e la sua magica unicità, che persiste fin dai tempi antichi. Un Paese dalle contraddizioni forti quanto i suoi accesi e armonici colori e gli intensi profumi delle sue spezie, dove la dimensione spirituale, del rito e della preghiera, si intreccia profondamente alla vita quotidiana.
Entrambi i fotografi offrono uno spaccato del proprio Paese e dei suoi caratteristici abitanti; infatti il percorso espositivo si snoda da Mumbai a Kolhapur, da Vrindavan a Jejuri, dalla Spiti Valley al Rajasthan, per restituire momenti del quotidiano: una donna al lavoro davanti ad un enorme cartellone pubblicitario tipicamente occidentale, come nello scatto di Gupta A women labour works during a road work in Andheri (Mumbai, 2004), oppure un momento di rito come in Bid adieu to Ganesh Idols on the 10th day of Ganpati immersion (Kolhapur, 2013) sempre di Ashish, fino a un pasto comunitario di monaci nell'estremo nord in Evening meal (Spiti, 2019) di Khandelwal, oppure l'istantanea The desert festival (Rajasthan, 2019) che immortala un momento di festa in pieno deserto, ancora di Jatin.
Questa è l'India, come rivela la curatrice, ritratta dall'occhio del fotografo che "si insinua nelle strade di villaggi sperduti, tra la nebbia che sale dai fiumi, nei volti e negli atteggiamenti delle persone". E se da un lato Gupta concepisce, sintetizza e imprigiona momenti tra l'oggettività e l'intimismo, grazie ad una profonda conoscenza antropologica del suo Paese, dall'altra i ritratti di Khandelwal sono un'intensa e vibrante alchimia di sguardi e forme, di volti e colori, persone e luoghi, tratti dal vissuto quotidiano dell'artista.
L'uno, Ashish Gupta, rende così evidente lo spirito umano che traspare in ogni immagine, l'altro, Jatin Khandelwal, nel restituire la vita dei villaggi indiani, tenta di costruire un nuovo linguaggio iconografico, se pur in continua evoluzione.
Cenni biografici. Ashish Gupta nasce in India nel 1981 e si accosta al fotogiornalismo a soli 16 anni. Tra i più giovani fotoreporter della sua generazione, si esprime cogliendo momenti del quotidiano e della vita di strada, specializzandosi nel documentare eventi particolarmente estremi, come esplosioni di bombe, alluvioni, crimini, oltre ad avvenimenti politici ed economici.
Consegue il suo primo riconoscimento a livello internazionale nel 2002 nell'ambito di un contest fotografico promosso dal Museo delle arti fotografiche di Kiyosato (Giappone); da allora viene insignito di altri numerosi premi a livello nazionale e locale. Attualmente lavora come fotoreporter speciale per l'importante testata "The Times of India" e vanta collaborazioni con altri importanti quotidiani, come "The Indian Express" e "The Asian Age". In questo periodo sta lavorando ad un reportage fotografico sull'estrazione di sabbia nel Bihar.
Jatin Khandelwal nasce nel 1998 a Brijnagar, piccola cittadina del Rajasthan, in India, e attualmente sta terminando l'ultimo anno di studi in fotografia alla Symbiosis University di Pune. Studente dotato, al termine del ciclo secondario inferiore viene indirizzato dai genitori verso un percorso tecnico-ingegneristico; tuttavia, cresciuto osservando ciò che lo circondava e da sempre affascinato dall'esplorazione dell'esteriorità e dell'interiorità della condizione umana, sceglie la fotografia quale efficace strumento per mostrare la sua visione del mondo, attraverso un filtro creativo. Durante il percorso di studi vince diversi concorsi fotografici ed ottiene numerosi riconoscimenti. In costante ricerca di nuove opportunità di crescita e perfezionamento, tiene la sua prima mostra alla Galleria Francesco Zanuso di Milano.
La Galleria Francesco Zanuso, fondata nel 2010 dall'omonimo medico e collezionista milanese con particolare predilezione per la Scuola Romana, l'Arte Povera ed il Nouveau Realisme, prosegue nella sua fervida ricerca e nella stimolante attività espositiva con l'obiettivo di promuovere le opere di giovani artisti emergenti. Le scelte stilistiche vedono una forte attenzione rivolta alla pittura astratta e figurativa, alla fotografia, alla scultura ed al design d'avanguardia. Situata in uno dei quartieri storici più caratteristici di Milano, la galleria rappresenta quindi un importante punto di riferimento per i collezionisti interessati alla produzione artistica contemporanea europea e non solo.