Asta dei cimeli di Stanley Kubrick
A Torino saranno battuti il ciak di Eyes Wide Shut, la giacca bordeaux di Jack Torrance in Shining e altri oggetti di set e personali, raccolti e conservati gelosamente da Emilio D’Alessandro, assistente, poi uomo di fiducia e amico di Kubrick, tra il 1971 e il 1999.
Comunicato stampa
Il 7 marzo 1999 se ne andava Stanley Kubrick congedandosi con un ultimo capolavoro, Eyes Wide Shut, che sarebbe arrivato nelle sale quattro mesi dopo. A diciannove anni esatti dalla scomparsa di un regista che ha cambiato il modo di pensare il cinema, Aste Bolaffi annuncia la vendita della più importante raccolta di memorabilia sulla sua vita e la sua opera mai offerta in asta e proveniente dalla collezione di Emilio e Janette D’Alessandro. Il 27 marzo a Torino saranno battuti il ciak di Eyes Wide Shut, la giacca bordeaux di Jack Torrance in Shining e altri oggetti di set e personali, raccolti e conservati gelosamente da Emilio D’Alessandro, assistente, poi uomo di fiducia e amico di Kubrick, tra il 1971 e il 1999.
“È la storia di un ragazzo italiano, che all’inizio degli anni Sessanta lasciò il suo paese per cercare fortuna all’estero, nella frenesia della Swinging London. Vi arrivò inseguendo la sua passione per le auto da corsa e il suo sogno di diventare pilota, e si ritrovò a essere prima autista, poi factotum, infine confidente e amico fidato di un genio del XX secolo”, così il giornalista Federico Buffa ha riassunto le vicende di Emilio D’Alessandro in un’intervista esclusiva con Aste Bolaffi.
D’Alessandro iniziò a lavorare per Kubrick come autista ma, nel tempo, instaurò con lui un rapporto sempre più profondo e personale, del quale ha parlato anche in un libro uscito alcuni anni fa. A testimoniare tale relazione speciale, con un regista normalmente noto per il suo carattere burbero e difficile da avvicinare, ci sono gli omaggi che il cineasta gli rese in Eyes Wide Shut, facendolo recitare in un cameo e dando il suo nome a un bar di New York frequentato dal medico impersonato da Tom Cruise nella memorabile pellicola. E da quel bar proviene il grande stendardo su cui campeggia la scritta “Caffè da Emilio” (all’asta da una base di mille euro). Dallo stesso set, la New York ricostruita nei Pinewood Studios, arrivano anche il ciak originale del film (base 5 mila euro), uno dei cappotti e l’orologio indossati da Tom Cruise durante la riprese (basi 3 mila euro ciascuno).
Dal celeberrimo Shining, l’opera che ha riformulato la stessa definizione di horror, ecco uno degli abiti di scena più iconici della storia del cinema: la giacca in velluto bordeaux del folle protagonista Jack Torrance (base 10 mila euro). Il giaccone fu indossato dal suo interprete, Jack Nicholson, per gran parte del film, tanto da diventare quasi imprescindibile dal suo personaggio durante il soggiorno allucinato all’Overlook Hotel. Da quel set arrivano anche sette portachiavi colorati con i numeri fittizi delle stanze (base mille euro) e due tappeti del Colorado Lounge, la sala dove il protagonista “lavora” al suo romanzo (basi duemila euro ciascuno).
Particolarmente raro è poi un lungo frammento della pellicola originale con la scena di Wendy, la moglie di Torrance, che porta in braccio il figlio Danny, donato a D’Alessandro dal regista che era celebre anche per fare bruciare tutte le parti avanzate di pellicola una volta terminato il montaggio (base tremila euro).
Dal film psicoanalitico a quello del terrore, Kubrick per tutta la sua incredibile carriera si è mosso riformulando ogni volta le regole del genere cinematografico cui decideva di avvicinarsi, come nel caso del film di guerra e, nella fattispecie, del sottogenere sul Vietnam, affrontato in Full Metal Jacket. Tra gli oggetti di culto provenienti dal set di questo film c’è uno dei cappelli del sergente Hartman, simbolo del violento e severo istruttore dei Marines protagonista della prima parte della pellicola (base tremila euro) e la giacca militare verde usata da Kubrick sul set con stampato il suo nome (base 10 mila euro). Tra gilet, torce e pale militari, si distingue un vinile con la colonna sonora originale del film composta dalla figlia di Kubrick e la dedica autografa del regista “To Emilio with Love, S. Kubrick” (base duemila euro).
Tra gli altri lotti figurano alcuni oggetti di scena di Arancia Meccanica (da mille euro), un cappello a tricorno disegnato per Barry Lyndon da Milena Canonero, la costumista italiana più nota e premiata a Hollywood, che proprio con questo film vinse il primo Oscar (da mille euro) e, dallo stesso set, un raccoglitore a soffietto che conteneva gli script del film suddivisi per scene (base duemila euro).
Quest’asta inoltre offre l’occasione per riscoprire un vero oggetto di culto: la borsa di Stanley Kubrick in tela arancione con fascia a tracolla nera: la “Tenba 2” era la prima borsa per macchina fotografica con un design minimalista e leggero (base 8 mila euro). Il regista non se ne separava mai, come testimoniano anche le evidenti e in un certo senso leggendarie tracce di usura. La borsa è senza dubbio uno degli oggetti feticcio dell’asta e uno dei più personali proposti in vendita, a cui si aggiungono dei biglietti manoscritti da “Stanley” per Emilio e Jannette.
Il catalogo si chiude con uno degli ultimi biglietti autografi lasciati dal regista all’amico di una vita: “This is the last mail pickup. I am very sad”, firmato “S”.
ESPOSIZIONE
MILANO
MIC - Museo Interattivo del Cinema
Manifattura Tabacchi, viale Fulvio Testi 121
da martedì 13 a sabato 17 marzo | 15-20.30
da domenica 18 a mercoledì 21 marzo | 15-19 (lunedì escluso)
TORINO
Sala Bolaffi
via Cavour 17
da venerdì 23 a martedì 27 marzo | 10-18