Atelier Bevilacqua La Masa 2013
La Fondazione Bevilacqua La Masa apre il nuovo anno confermando la propria attenzione a supporto dei giovani artisti. La mostra dedicata agli assegnatari dei 12 studi d’artista, a cura di Rachele D’Osualdo, conclude il programma di residenze che l’Istituzione ha rivitalizzato durante gli anni duemila.
Comunicato stampa
La Fondazione Bevilacqua La Masa apre il nuovo anno confermando la propria attenzione a supporto dei giovani artisti. La mostra dedicata agli assegnatari dei 12 studi d'artista, a cura di Rachele D'Osualdo, conclude il programma di residenze che l'Istituzione ha rivitalizzato durante gli anni duemila.
Gli atelier, assegnati tramite bando di concorso, sono collocati a Palazzo Carminati a San Stae e nel Complesso dei SS. Cosma e Damiano alla Giudecca: qui per 12 mesi gli artisti vivono in un confronto diretto con colleghi, curatori, galleristi e giornalisti provenienti dall'Italia e dall'estero, grazie ad un programma di studio visit loro dedicato, di incontri con il pubblico, di appuntamenti e occasioni espositive realizzate anche in collaborazione con importanti istituzioni cittadine e nazionali.
A partire dal 5 febbraio 2014 saranno visibili, nelle sale della Galleria di Piazza San Marco, i lavori di Amedeo Abello, Thomas Braida e Valerio Nicolai, il collettivo Cake Away, Lorenzo Commisso, Marco Gobbi, Andrea Grotto, Cristiano Menchini e Adriano Valeri, Dritan Hyska, Rachele Maistrello, Elena Mazzi, Corinne Mazzoli, Martin Romeo, Claudia Rossini, Špela Volčič.
Amedeo Abello presenta in mostra due lavori che si sviluppano ai confini del mezzo fotografico: in Photomaton l'obiettivo delle cabine fotografiche, solitamente destinato alla produzione di fototessere, ritratti standardizzati per documenti di identificazione, è deviato a catturare soggetti esterni, immagini sfuggenti che fissano la collettività e il paesaggio urbano nella loro contingenza e casualità. Nell'installazione Life / File, realizzata in collaborazione con Federico Morando, i provini dei rullini fotografici diventano segno grafico attraverso un processo di errore programmato, realizzando una composizione in cui tecniche (analogico e digitale) e campi semantici apparentemente contrapposti sono ravvicinati nell'esperienza dell'artista.
Il duo composto da Thomas Braida e Valerio Nicolai espone il frutto del proprio lavoro come artisti singoli, gli ultimi risultati delle rispettive ricerche pittoriche: personaggi mostruosi e grotteschi compongono micro-narrazioni nelle tele di Thomas Braida, mentre Valerio Nicolai indaga il dispiegarsi della pittura nello spazio. A fianco, un video nato dalla collaborazione tra gli artisti: se è il mondo delle favole a fornire l'ispirazione primaria, questa si ibrida con le pratiche individuali degli artisti e il loro vissuto personale trasfigurando completamente la storia e i personaggi originari.
È una rassegna di videoarte il progetto proposto dal collettivo curatoriale Cake Away, che ha inteso valorizzare l’Archivio Giovani Artisti della Fondazione Bevilacqua La Masa. In tre appuntamenti serali, che si terranno i martedì 11, 18, 25 febbraio 2014 alle 18.30 nella sede di Palazzetto Tito, verranno indagate alcune tematiche: l'intreccio tra memoria e narrazione nei video degli artisti, i gesti e significati assunti dal corpo nella videoarte, i diversi linguaggi del video d'animazione.
L'evoluzione della ricerca artistica di Lorenzo Commisso è esposta attraverso una “mostra nella mostra”, un catalogo di lavori, spunti di ricerca e confronti con artisti che hanno avuto luogo durante l'anno di residenza e che materializzano il luogo fisico e mentale rappresentato dall'atelier dell'artista. Durante l'inaugurazione verrà inoltre eseguita la performance audio/video COLORA - The Zebra Crossing, sviluppata in collaborazione con Rachele Burgato.
Il gruppo di artisti composto da Marco Gobbi, Andrea Grotto, Cristiano Menchini e Adriano Valeri espone al pubblico le opere realizzate durante l'intero anno nell’ambito del progetto How we dwell (make your own residence): il collettivo ha infatti organizzato una serie di residenze nello spazio aperto (le sponde del Piave, i terreni auriferi ad Alessandria, i colli Berici di Vicenza, per finire con l'isola della Certosa nella laguna di Venezia) invitando altri artisti a prendervi parte, a costruire un ambiente che li potesse ospitare. Dall'interazione non prevedibile e di volta in volta diversa tra gli artisti partecipanti e lo spazio esterno, utilizzando materiali di recupero assieme a un kit fornito dagli ideatori del progetto, è nata una serie di lavori esposti in mostra a San Marco.
È al mondo del lavoro che volge la sua attenzione l’installazione di Dritan Hyska: un audio riproduce meccanicamente l’informativa sulla sicurezza al lavoro, ma nel cantiere è il lavoratore ad essere assente, rendendo un concetto vano e astratto questa normativa.
Attraverso una serie di brevi video, Rachele Maistrello mostra ai visitatori uno scambio di identità con un guardiasala: nelle scene riprese nella spiaggia agli Alberoni, i personaggi svolgono azioni che oscillano tra l'esercizio fisico e una rivisitazione dimessa di opere maestose; la relazione di fiducia tra di essi consente un ribaltamento di ruoli in cui le fragilità di entrambi sono messe in scena, e le aspettative su ciascuno di essi vengono temporaneamente sospese.
Elena Mazzi racconta nello spazio espositivo Reflecting Venice, un progetto che coniuga le pratiche artistiche contemporanee, la tradizione storica dell’artigianato veneziano, considerazioni di carattere ecologico e ambientale e l’attuale ricerca scientifica su un prototipo di Muro Solare, installazione di specchi che produce energia termodinamica. La complessità del progetto, la sua processualità, la collaborazione tra professionisti di diversi settori sono rese attraverso una composita installazione basata sul lavoro collettivo e sulla creazione di un territorio comune.
È una sfida uomo-macchina quella messa in scena da Corinne Mazzoli in Sala Giocchi!, un ambiente artificiale e artificioso in cui lo spettatore deve confrontarsi con chiassose macchinette, luci e suoni esasperati come la relazione che si crea tra l'uomo e le slot-machine, in una società dove l’oro facile sembra essere l’antidoto ai mali contemporanei. All’inaugurazione della mostra, accompagnata dalla musica dei Rotorvator, band Metal bellunese, una presentatrice declamerà i comandamenti di una nuova economia, l'Economia della Pioggia d'Oro.
Martin Romeo, attraverso una videoinstallazione e un video documentario, presenta agli spettatori della mostra The Method, spettacolo di danza interattiva ideato dall’artista e svoltosi al Teatro Fondamenta Nuove di Venezia a gennaio 2014. Lo spettacolo è un'opera al confine tra installazione e performance, in cui si attiva una riflessione sulla relazione tra il corpo e l'immagine nell'arte contemporanea attraverso la multidisciplinarietà e le nuove tecnologie.
Dalla collaborazione tra Claudia Rossini aka Yamada Hanako e la celebre ma discussa gondoliera Alex Hai, che è anche fotografa e regista, nasce il progetto La Gondoliera, una serie di venti fotografie e una selezione di articoli e documenti che raccontano la storia veneziana dell'eroina combattente Alex. Una visione originale de La Serenissima, un provocante racconto in cui i confini tra realtà e finzione sono sfumati.
Lo studio delle forme e dei rapporti cromatici tra gli elementi, l’ambiguità dei materiali, la relazione tra organico e inorganico caratterizzano la ricerca di Špela Volčič, che spazia dal linguaggio fotografico a quello scultoreo.
La mostra è accompagnata, per il quinto anno consecutivo, da una preziosa edizione speciale Moleskine, azienda di Milano che produce i noti taccuini e partner sostenitore del programma degli Atelier dal 2008. Un particolare ringraziamento a Stonefly, che da quattro anni supporta con un prezioso contributo l'attività degli Atelier BLM.