Atmosphere2

Informazioni Evento

Luogo
FONDAZIONE 107
Via Andrea Sansovino 234, Torino, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

giovedì-domenica ore 14-19
giovedì primo novembre aperto

Vernissage
04/10/2012

ore 18-21

Contatti
Email: info@fondazione107.it
Biglietti

Intero 5 € Ridotto 3 €

Artisti
Paolo Grassino, Pierluigi Pusole
Curatori
Gabriella Serusi
Generi
arte contemporanea, doppia personale

Un nuovo e impegnativo progetto site-specific, ideato appositamente per l’ex fucina industriale di via Sansovino 234 dai torinesi Pierluigi Pusole (1963) e Paolo Grassino (1967), due fra i protagonisti più interessanti e ormai consolidati della scena pittorica e plastica italiana affermatasi dopo la seconda metà degli anni ottanta.

Comunicato stampa

Anche per il 2012, La Fondazione 107 di Torino riconferma la propria vocazione al sostegno delle ricerche artistiche prodotte sul territorio in cui opera, alternando mostre di carattere internazionale a progetti inediti studiati per lo spazio espositivo da affermati artisti italiani, alla maniera delle grandi Kunsthalle europee. Dopo la personale C’era una volta e una stanza che ha coinvolto l’artista Salvatore Astore (1957) nella costruzione di un affascinante percorso visivo dedicato agli esiti del linguaggio scultoreo legato alla generazione torinese degli anni ’80, l’indagine prosegue nel decennio successivo con due artisti della città, conosciuti e apprezzati tanto in Italia quanto fuori dai confini nazionali.
La Fondazione 107 è lieta di presentare la mostra intitolata ATMOSPHERE², un nuovo e impegnativo progetto site-specific, ideato appositamente per l’ex fucina industriale di via Sansovino 234 dai torinesi Pierluigi Pusole (1963) e Paolo Grassino (1967), due fra i protagonisti più interessanti e ormai consolidati della scena pittorica e plastica italiana affermatasi dopo la seconda metà degli anni ottanta. Curata da Gabriella Serusi sin dalle fasi preparatorie, la mostra coinvolge l’intero spazio della Fondazione, completamente trasformato per l’occasione in uno scenario ipnotico e straniante popolato di immagini visionarie, oggetti minacciosi fuori scala, sculture antropomorfe enigmatiche che intrecciano fra loro e con lo spazio nudo delle sale un dialogo esaltante. ATMOSPHERE² non è un progetto a quattro mani bensì a due voci, teso a trasportare lo spettatore in una dimesione percettiva amplificata nella quale le identità dei due artisti e le loro specificità linguistiche sono chiaramente distinguibili ma al tempo stesso dialoganti e sinergiche. Si tratta – scrive la curatrice – di una specie di giardino borghesiano in cui i sentieri talora si biforcano per incrociarsi nuovamente altrove, in un gioco fatto di specularità e azioni di senso complementare. In mostra, Pierluigi Pusole presenta due grandi lavori modulari a parete, due installazioni pittoriche composte da oltre 180 disegni su carta in cui paesaggi, figure, organismi proto cellulari partecipano idealmente alla formulazione di una teoria pseudo-scientifica sui mondi altri, sulla natura e sull’auto determinazione dell’uomo. In Experiment/Tunnel Pusole altera completamente la percezione del lungo corridoio retrostante il salone principale della Fondazione, trasformandolo in un tunnel monocromatico di oltre 25 metri tappezzato di disegni rosso fuoco. Paolo Grassino fa atterrare al centro del salone principale, come fosse un relitto senza vita ricoverato dentro un hangar, una scultura gigantesca in scala 1:1 a forma di aereo: un Mig 15 accartocciato su se stesso, privato della sua funzionalità originaria ma non svuotato del suo senso sinistro e perturbante. In un’altra sala, due fusioni in bronzo intitolate Circolazione riproducono in scala reale la figura umana anche questa volta stravolta, trafitta o cambiata di pelle fino a renderla aliena alla sua natura. La mostra affronta i temi brucianti dell’identità dell’uomo contemporaneo e il suo avvitamento su se stesso, la modificazione volontaria o involontaria dell’habitat in cui vive, la relazione alienata con gli oggetti del nostro vivere quotidiano, gli esiti dubbi di un fantomatico progresso della civiltà moderna, la fine delle illusioni, le possibilità di ridisegnare almeno in parte i concetti di tempo e di esperienza. Studiato nei minimi dettagli dagli artisti, l’allestimento favorisce un viaggio allucinatorio dentro una realtà modificata anche attraverso l’uso contrastato del colore (rosso per Pusole, nero per Grassino). Su questo teatro abitato da anime alla ricerca scende infine il silenzio, un silenzio assordante che fa vacillare, che pervade ogni angolo dello spazio e fa risaltare ogni elemento presente.