Attese impossibili
La mostra Attese impossibili delle artiste Valentina Colella e Sara Spizzichino visualizza, compone in immagini il rapporto con il mondo esterno in un momento di particolare fragilità.
Comunicato stampa
La mostra Attese impossibili delle artiste Valentina Colella e Sara Spizzichino visualizza, compone in immagini il rapporto con il mondo esterno in un momento di particolare fragilità. Le domande, le richieste sembrano raccolte dietro la linea d’attesa, come quella sul pavimento degli aeroporti, prima di effettuare un passaggio.
Sara Spizzichino si confronta con gli interrogativi, con la ricerca, con il desiderio di risposte di ogni tempo e generazione! E’ una catena generazionale che l’artista visualizza nell’installazione Love Swing: “Il corpo inesistente - dice Sara - appeso nei ganci esaspera una condizione amorosa fatta di ciò che non si compie, di tutto quello che nelle relazioni di ogni tipo - amanti, genitori/figli, fratelli - non viene detto e vissuto.” L’inseguimento dell’Absent, come scrive Didi Huberman, ha spinto l’uomo, cristiano o ebreo, a costruire cattedrali, opere, a stringere alleanze per tracciare percorsi nel labirinto dell’esistenza. L’arte come la religione ricorda il sacrificio, dà un nome all’assenza, inchioda la virtù e il peccato.
Per Valentina Colella il tema dell’assenza si focalizza nell’esperienza della scomparsa. Tutto accade in altro luogo, in un’altra terra! Nella distanza! Nel silenzio! La rete di Facebook diviene la fonte di informazione e la fine di un’attesa. L’esperienza vissuta nell’intersezione tra la vita reale e lo spazio virtuale sono le polarità su cui l’artista ricostruisce il proprio percorso, una ricerca per esorcizzare l’evento. La scomparsa è la coscienza del non vissuto, è il manque di un mondo, di un progetto che non potrà più essere verificato!
Valentina Colella traduce l’esperienza in un linguaggio lapidario, tappe di un pensiero alla ricerca di un luogo geografico in cui posizionarsi.
Le due artiste, la loro vita relazionale con il percorso sociale di cui sono eredi, sono l’oggetto dell’indagine interiore. Il mondo reale entra nell’arte configurando elementi speculari di storie diverse in attesa non di risposte impossibili.
Valentina Colella (1984), vive e lavora a Firenze. Lavora approfondendo la quotidianità residua del reale che sopravvive al e nel digitale, creando attraverso vari media che spaziano dalla pittura, installazione, al video e alla fusione di frames da internet.
Sara Spizzichino (1980) vive e lavora a Roma. Artista interessata alle relazioni interpersonali tra individui e istituzioni, predilige diversi mezzi espressivi come l’installazione, il video e forme alternative di disegno come ad esempio il frottage.