Attilio Giordano – Se solo mi guardassi
Nella poetica dell’artista l’infanzia e’ un soggetto malleabile su cui e’ possibile proiettare significati oggettivi e simbolici di volta in volta nuovi.
Comunicato stampa
Venerdì 16 marzo alle ore 19,30, la Galleria Arionte Arte Contemporanea presenta: Attilio Giordano. Se solo mi guardassi
La Galleria Arionte Arte Contemporanea ospita la personale dell'artista catanese Attilio Giordano, nella cornice degli 'Eventi collaterali' dell'Art Factory 02, la Fiera di Arte Contemporanea della Città di Catania, giunta alla sua seconda edizione, che inaugura il prossimo 22 marzo nello spazio istituzionale delle Ciminiere.
Attilio Giordano (Catania, 1973) si avvicina all'arte giovanissimo tramite il disegno, e solo negli anni della formazione presso l'Accademia di Belle Arti di Catania inizia ad usare l'olio alla ricerca instancabile dell’aderenza alla realtà. Ma la sua non è solo pittura di verità: nell'incrociarsi dei temi pittorici affrontati, il suo percorso artistico unisce la denuncia, l’oggettività e la fiaba. Dopo aver deposto tavolozza e pennelli per un periodo, in tempi recenti ha rinnovato lo slancio della sua esperienza artistica anche attraverso nuove considerazioni sul tema dell’infanzia, che aveva già affrontato in passato. Nell’oscurità della mente avanza una visione, come di un incanto sospeso fra nuvole inesistenti: è l’io bambino che irrompe con chiarezza per essere ascoltato senza i freni inibitori di una razionalità adulta.
In un innovativo ed agile esperimento critico, le schede raccolte in un'accattivante custodia disponibile in mostra propongono un serrato intreccio di considerazioni biografiche e critiche, attraverso le quali Antonio D'Amico, curatore dell'esposizione, e Stefano Saponaro, autore delle incursioni biografiche, conducono lo spettatore alla scoperta delle sedici opere esposte, alcune delle quali formano moderni trittici o polittici evocativi.
Nella poetica dell’artista l’infanzia è un soggetto malleabile su cui è possibile proiettare significati oggettivi e simbolici di volta in volta nuovi, come illustrano le sedici opere in mostra : l'esaltazione degli affetti, la denuncia dei soprusi contro i bambini, il gioco, l'innocenza e la purezza.
Con queste mille sfumature, dipingere un bambino è un modo per guardarsi dentro, è sfuggire lo sguardo altrui per concentrarsi sul proprio io: 'Quando dipingi non ti puoi nascondere, sei tu. Io dipingo la mia anima'.