Attorno al Palazzo Enciclopedico
A un mese dall’apertura della 55. Esposizione Internazionale d’Arte, la Quadriennale propone un focus sulle principali caratteristiche della mostra, aperta fino al 24 novembre sotto il titolo “Il Palazzo Enciclopedico”.
Comunicato stampa
ATTORNO AL PALAZZO ENCICLOPEDICO:
UN DIBATTITO SULLA BIENNALE ARTE 2013
A un mese dall’apertura della 55. Esposizione Internazionale d’Arte, la Quadriennale propone un focus sulle principali caratteristiche della mostra, aperta fino al 24 novembre sotto il titolo “Il Palazzo Enciclopedico”. Sull’argomento, martedì 9 luglio alle ore 21 nella sua sede a Villa Carpegna, ha invitato a confrontarsi curatori, critici e storici dell’arte, artisti in una tavola rotonda moderata da Ludovico Pratesi. Interverranno Cecilia Canziani, Stefano Chiodi, Elena Del Drago, Guglielmo Gigliotti, Luca Lo Pinto, Bartolomeo Pietromarchi, Alfredo Pirri, Paola Ugolini, in un dialogo aperto anche con il pubblico.
Biennali, Triennali, Quadriennali appartengono, ciascuna con la sua storia e il suo specifico mandato, alla famiglia delle mostre temporanee collettive periodiche, nate con una funzione fondamentalmente documentativa del panorama artistico. All’approssimarsi di ogni edizione condividono la necessità di doversi interrogare su quale possa essere il concept di mostra più in linea con la rappresentazione e/o interpretazione dei processi dinamici in atto del fare arte. E’ quindi naturale, anche e soprattutto in un momento storico di riflessione sul proprio presente e futuro, che la Quadriennale inviti a uno sguardo sulle proposte che giungono da un’edizione della Biennale d’Arte che raccoglie consensi diffusi.
L’incontro a Villa Carpegna si propone di tentare una lettura sintetica, anche in chiave dialettica, di come la Biennale con “Il Palazzo Enciclopedico” abbia scelto di rispondere al suo compito istituzionale, a partire dalla formula, consolidatasi a partire dagli anni Novanta, di un’esposizione duale composta da una mostra firmata da un curatore e da una mostra dei padiglioni nazionali.
Tra i principali quesiti in campo vi sarà proprio quale sia la natura di queste manifestazioni. Si osserva, infatti, una progressiva oscillazione da una funzione originaria di sismografi dell’arte, in grado di registrare le nuove emergenze e aprire spazi alla sperimentazione, verso una funzione più museale, con un ruolo di storicizzazione e una maggiore omogeneità dell’offerta artistica.
Un altro aspetto collegato al precedente è la confezione delle mostre. L’allestimento delle biennali presenta una regia sempre più accurata degli spazi, delle opere e degli apparati critici, lontana da modelli fieristici, con interventi che giungono a mascherare completamente la fisionomia degli spazi architettonici ospitanti, in nome di una maggiore leggibilità e nitidezza del percorso espositivo. Durante l’incontro sarà reso omaggio a Gabriele Basilico, scomparso proprio quest’anno, con la proiezione di sue fotografie dei Giardini e dei Padiglioni nazionali della Biennale di Venezia, tratte dal volume appena edito da Contrasto.
Nell’incontro ci si porrà anche il significato del crescente numero delle partecipazioni nazionali (giunte a 88, di cui 10 al debutto). Una tendenza, questa, collegabile alla necessità di un nuovo posizionamento all’interno del processo di globalizzazione di paesi in precedenza marginalizzati, che dischiude la possibilità di nuove geografie dell’arte.
Last but not least, si parlerà del “fattore Italia”: dagli artisti italiani nella mostra del curatore Massimiliano Gioni, alla scelta di curatori italiani per padiglioni di altri paesi (Olanda, Islanda, Galles), fino al Padiglione Italia, le cui vicende dopo il suo ripristino nel 2007 hanno chiesto un chiarimento circa il suo ruolo, come si legge nella presentazione del presidente Baratta in catalogo. Sarà particolarmente interessante ascoltare dal curatore, Bartolomeo Pietromarchi, il percorso che ha originato “vice versa”. In vista delle prossime edizioni, c’è da chiedersi quali saranno i futuri orizzonti del Padiglione Italia, ovvero se sia destinato a mantenere una sua connotazione specifica rispetto agli altri padiglioni nazionali (in omaggio al paese ospitante e in virtù della necessità di una vetrina importante per gli artisti italiani in un mercato internazionale che non vede l’Italia forte) o se nel tempo sia destinato ad allinearsi ai criteri curatoriali degli altri padiglioni.