Avveduti 2013 – Gianni Bortolussi
Le fotografie di Gianni Bortolussi, risalenti ai primi anni ‘80, delineano, nell’immediatezza del momento rubato, fisionomie che si distaccano da tempo e luogo per diventare icona di una rinnovata contemporaneità.
Comunicato stampa
La tecnica del ritratto affonda le sue radici all’alba dei tempi, mantenendo intatte nel suo evolversi quelle caratteristiche essenziali tali da renderla sempre la più istintuale delle metodologie d’arte. L’uomo, sin dalla nascita, riconosce nei tratti del volto della madre quelle che saranno poi le fisionomie da ricercare non solo negli altri esseri umani ma addirittura nella visione di edifici e paesaggi. Sin dalla metà del XVI secolo si inizia a distinguere tra imitare e ritrarre, in quanto al ritratto viene dato un valore superiore, rispetto alla semplice qualità di mimesi dell’imitazione, attraverso la capacità di cogliere al di là dell’immagine esteriore stessa della persona effigiata. Dalle parole di Renzo Chini: “Ritratto è esprimere una persona mediante la sua effigie. Il ritratto, perciò, occupandosi della persona, che è una unità fondamentale di pensiero, sentimento e azione, è sempre ritratto psicologico, altrimenti la figura umana viene ridotta al rango della rappresentazione di una bottiglia o di una coppia d’uova.” Ritratto quindi come esaltazione delle caratteristiche intrinseche all’essere umano, nella ricerca di linee ordinate e familiari, alla rincorsa di un attimo che sia la piena figurazione di sentimenti e sensazioni. Il mezzo fotografico alimenta questa ricerca, frutto del costante osservare e ricercare nelle sfaccettature di ciò che ci circonda.
Le fotografie di Gianni Bortolussi, risalenti ai primi anni ‘80, delineano, nell’immediatezza del momento rubato, fisionomie che si distaccano da tempo e luogo per diventare icona di una rinnovata contemporaneità.