Avveduti 2016 – Federica Pagnucco
Si conclude con la mostra pittorica di Federica Pagnucco la rassegna “avveduti, tra ordito, trama e motivo grafico” che ha visto protagonisti sei artisti italiani dalle diversificate tecniche.
Comunicato stampa
Si conclude con la mostra pittorica di Federica Pagnucco la rassegna “avveduti, tra ordito, trama e motivo grafico” che ha visto protagonisti sei artisti italiani dalle diversificate tecniche. A chiusura dell’estate, le opere di Federica Pagnucco sono state create ad hoc per questa mostra personale, la trama come fil rouge, nel suo essere legante per i sensi. È così che in mostra si potranno leggere storie visive in cui volatili colorati sfiorano appena la tela per poi posarsi in quella accanto. Dal merlo solerte, che con il suo lavorio crea una trama di suoni, alla gazza ladra in attesa di un ritorno. Viaggi visuali che arricchiscono l’occhio e la mente, dando adito a un rimescolare di antichi ricordi, propri e unici. Il lavoro minuzioso e delicato di Federica Pagnucco invita a pensare, ma anche un po’ a sorridere, nel semplice godersi le sovrapposizioni di colore che diventano forma e briosa vita.
Un ringraziamento sentito a tutti gli artisti che hanno partecipato alla rassegna, a chi è stato protagonista in questi mesi, a chi mi ha aiutato sempre con il sorriso e a tutti coloro che hanno visitato le mostre, riempiendo lo spazio di energia positiva e di nuovi, smisuratamente perfetti, nuovi inizi.
Federica Pagnucco è l'ultima ad esporre dei sei artisti che hanno animato gli spazi dell’ottica spilimberghese per tutto l’anno 2016, invitati a far parte della rassegna nel tentativo di avvicinare il pubblico al processo creativo che sottende le logiche dell’arte contemporanea, nella sua reinterpretazione, ciascuno secondo la propria attitudine, secondo differenti tecniche e smodati supporti.
Avveduti 2016, "tra ordito, trama e motivo grafico", è un mosaico, un coro polifonico, un concerto che fonde la diversità e la restituisce armonizzata. La trama, la tessitura come filo conduttore, tra ordito e motivo grafico. Il verbo “tessere” deriva dal latino e significa “intrecciare al telaio i fili della trama con quelli dell’ordito, per fare una tela o altro tessuto”, ma anche comporre, come il ragno che tesse la sua tela e, in senso figurato, inventare: tessere un discorso, ma anche le lodi. Trame di un tessuto e di un racconto; fili di un ricamo e della memoria; intrecci di storie, reti di relazioni, legàmi, lacci e nodi che congiungono. Pezzi di vita tenuti insieme, a volte a stento, imposti, con aghi e spilli che, come le spine, trafiggono. Una tessitura che è anche legame con le tradizioni, con il territorio; ne sono affidati valori profondi, valenze antropologiche, sociali, umane. L’atto di creare trame s’identifica con l’atto creativo e diviene ricerca e conoscenza di sé, delle proprie origini e della propria cultura; cordone ombelicale, che è legame inscindibile. Come il significato fondamentale del mito è quello di mettere ordine nelle cose, per uscire dal caos, così i legàmi non necessariamente limitano e costringono, ma, tracciando i confini, offrono ordine, misura e senso; segnano un percorso, rappresentano un appiglio, un approdo, forse. Un non farci perdere la rotta, un essere rete che non è trappola, ma che impedisce la caduta. Un filo, insomma, anche quando invisibile, che è limite infinitamente aperto.
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RASSEGNA 2016
dal 13 febbraio al 5 marzo . Giacomo Briano
dal 12 marzo al 2 aprile . Nicolas Magnant
dal 7 maggio al 28 maggio . Cristina de Leoni
dal 11 giugno al 2 luglio . Moysa Mosaics
dal 9 luglio al 30 luglio . Ivana Monasso
dal 27 agosto al 17 settembre . Federica Pagnucco
“Avveduti” si presenta come un esperimento di collocazione di forme artistiche contemporanee fuori dai circuiti tradizionali, una rassegna nella quale i singoli creativi non hanno una connessione unica e limitante con lo spazio espositivo. L’evento dà forma a livelli diversificati di utilizzo dello spazio stesso, poiché fruire dell’esercizio pubblico non implicherà necessariamente la visione della mostra e, allo stesso modo, entrare in contatto con le opere non necessiterà di un’interazione commerciale con la sede espositiva.
La volontà è quella di inserire i progetti, in maniera non invasiva, in un ambito di carattere commerciale, in modo che la visione e la fruizione siano autonome rispetto alle attività quotidiane del negozio che ospita l’evento. Questa operazione trasforma di fatto il pubblico di ‘non addetti ai lavori’ in parte integrante dell’esposizione e l’esercente stesso in un medium culturale, riconoscendo un valore aggiunto alla sua attività, nella scelta di coinvolgere fotografi, pittori, videomaker e creativi all’interno del proprio spazio.
La mostra intende evidenziare la capacità di cambiamento esercitabile dal cittadino tramite la modalità di fruizione del prodotto culturale. Questo porterà per sei mesi ad una continua e mutevole convivenza tra gli aspetti artistico e lavorativo. Rimanendo entrambi indipendenti, saranno allo stesso tempo reciprocamente coinvolti in un continuo mutamento dei significati dello spazio, nel succedersi mensile delle opere, creando, per il pubblico, una costante modificazione della percezione della sede stessa.
Un tentativo, insomma, di ristabilire un legame giocoso e quotidiano tra l’arte contemporanea e la società nelle sue attività più basilari, sulla scia della tendenza mondiale che vuole l’abbandono delle gallerie in favore della collocazione dei progetti artistici più a stretto contatto con la vita reale della città. Un voler quindi diffondere l’arte nel contesto urbano e in spazi inediti, offrendo la possibilità di un contatto sempre più diretto tra pubblico e idee.