Badly Buried

Informazioni Evento

Luogo
PALAZZO RE REBAUDENGO
Piazza Del Municipio , Guarene, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
02/10/2021

ore 16,30

Artisti
Marguerite Humeau
Curatori
Jade Barget, Naz Cuguoğlu, Alice Sarmiento
Generi
arte contemporanea

Doppio evento: mostra Badly Buried a Palazzo Re Rebaudengo a Guarene e nuova scultura di Marguerite Humeau che verrà presentata al Parco d’Arte Sandretto Re Rebaudengo a Guarene.

Comunicato stampa

Badly Buried
Artiste/i: Jacopo Belloni, Irene Coppola, Alessandro Di Pietro, Giovanni Giaretta, Eleonora
Luccarini, GianMarco Porru, Agnese Spolverini, Massimo Vaschetto, Ilaria Vinci
Curatrici: Jade Barget, Naz Cuguoğlu, Alice Sarmiento
Palazzo Re Rebaudengo, Piazza Roma 1, Guarene
Date: 2 ottobre – 28 novembre, 2021
Inaugurazione: 2 ottobre dalle 16.30 alle 18.30
La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo presenta, dal 2 ottobre al 28 novembre, a Palazzo Re
Rebaudengo a Guarene, la mostra che conclude la quindicesima edizione dello Young Curators
Residency Programme. La residenza è sostenuta dalla Compagnia San Paolo.
Sotto a Palazzo Re Rebaudengo si nascondono dei tunnel sotterranei. Nessuno sa dove
conducono o cosa celano, ma qualcuno dice che di notte, ascoltando attentamente, si possono
sentire delle voci e intravedere delle ombre che sgusciano rapidamente da dietro gli angoli.
Eppure, sotto le spoglie dello spazio domestico, questi tunnel potrebbero rimandare al modo in cui
il fantastico si può nascondere nelle cose più ovvie.
Badly Buried è una discesa; un’immersione per amalgamarsi con ciò che sta al di sotto.
Attraversati i tunnel segreti che ci fanno accedere al sotterraneo, iniziamo a comprendere il
sottosuolo come un mutaforma: è il terreno, l'inconscio, una miniera, una stanza segreta del sesso,
una caverna o una tomba. È uno spazio in cui materia e immaginario si fondono.
Nel corso dei secoli, il fascino del sottosuolo ha plasmato la mitologia, la poesia epica e le forme
popolari di letteratura. Dal mito egizio di Osiride del 24esimo secolo a.C., con la sua discesa negli
inferi e la trasformazione in padrone dell’Aldilà, sino al 1862 e alla caduta di Jean Valjean nelle
fogne viscide di Parigi, in cui si nascondono i personaggi de Les Misérables di Victor Hugo. In
Notes on the Underground (2008), la storica Rosalind Williams indaga il sottosuolo come ambito
concettuale, tracciando la genealogia di racconti così antichi e universali la cui organizzazione
fondamentale – al contrario di superficie e profondità – potrebbe tranquillamente essere radicata
nella struttura del cervello umano.
Scendere nel sottosuolo e nei suoi mondi interiori è un atto di ricerca, di lotta contro l’ignoto, contro
l’abietto e l’interiore; di apertura di passaggi e di condivisione del mostruoso. Discendendo, la
mostra domanda: quale conoscenza deriva dall'atto di calarsi fisicamente, psicologicamente e
socialmente nelle cose? Emergendo dal sottosuolo, quali narrazioni dissotterriamo? Cosa può
rivelare l'oscurità?
Oltrepassate le soglie tra i mondi, la conoscenza riemerge sotto forma di performance, installazioni
e immagini in movimento che indagano le nozioni di mostruosità, piacere, morte, segretezza e
lavoro. Le opere ci portano dalle viscere di una segreta BDSM al bagno di un folletto, dalle
profondità del subconscio a quelle della terra, e ritorno.
Le sculture e le installazioni di Jacopo Belloni introducono pratiche esoteriche e rituali comuni alle
forme della spiritualità contemporanea nello spazio storico di Palazzo Re Rebaudengo. Le opere di
Ilaria Vinci sono di natura speculativa, delle narrazioni fantastiche che immaginano realtà
alternative, mentre "TOMB WRITER" di Alessandro di Pietro trasforma il palazzo in una tomba,
dove corpi morti ritornano sulla terra, in un modo ciclico di pensare al tempo.
Nella stanza che ospita l'opera di Irene Coppola si ha come la sensazione di risalire nuovamente
in superficie, con le cicatrici che l’artista fa emergere dalla storia recente per sostenere narrazioni
alternative. Usando materiali industriali, Coppola costruisce un frutteto spettrale fatto di piante
tropicali, che testimoniano silenziosamente la violenza della guerra e dell'intervento coloniale.
Salendo ulteriormente lo spettatore si trova di fronte a "MALEDETTA" di GianMarco Porru. In
questa video installazione a tre canali assistiamo a una sessione di ipnosi in cui una voce fuori
campo rivela, in maniera allucinata, il modo in cui Medea – maga e maestra nell'arte delle pozioni
e dei veleni – si sia trasformata in una figura mostruosa a causa di forze del tutto estranee al suo
controllo.
Viaggiare nei mondi sotterranei significa anche guardarsi dentro, nelle nostre profondità. Per Badly
Buried, Eleonora Luccarini si è immersa nell'abisso del suo io multidimensionale per lottare con il
suo alter ego Leonard Santé, mentre Massimo Vaschetto esplora la cultura BDSM in cui,
riprendendo il topos letterario della catabasi, chi pratica il sadomasochismo si abbandona agli inferi
per poi tornare fisicamente, emotivamente o spiritualmente trasformato. Lì, l'artista trova risonanze
con il cristianesimo.
Sprofondando ancora di più nel sottosuolo del Palazzo, la pratica basata sull’archeologia dei
media di Giovanni Giaretta approfondisce gli immaginari del cinema cavern di Robert Smithson e
la mineralità di cui sono fatti i nostri dispositivi digitali. Sepolti approssimativamente sotto le
superfici lucide degli schermi, i materiali estratti trapelano nuovamente. Questi scavi ci portano
ancora più in giù, verso le miniere di bitume di Abbateggio, dove Agnese Spolverini non solo
racconta la storia del lavoro sommerso e delle sue condizioni oppressive, ma anche l'immensa
amicizia e solidarietà necessarie per sostenere la vita in questo ambiente ostile.
Niente resta sotto terra a lungo quando è sepolto male. Il terreno si erode facendo riemergere
segreti, conoscenze soppresse e la socialità di un mondo sotterraneo.
Palazzo Re Rebaudengo
Orari: sabato e domenica 12-19 Ingresso gratuito
Info: www.fsrr.org
Young Curators Residency Programme
Le curatrici selezionate per la quindicesima edizione del Young Curators Residency Programme
Torino (maggio – ottobre 2021) sono Jade Barget (Francia/Regno Unito), Naz Cuguoğlu (Stati
Uniti/Turchia), Alice Sarmiento (Filippine). La coordinatrice e tutor della quindicesima edizione è
Lucrezia Calabrò Visconti.
Le curatrici sono state selezionate dalla giuria composta da Renaud Proch, direttore artistico ed
esecutivo di Independent Curators International, New York e Andrea Lissoni, direttore della Haus
der Kunst di Monaco.
Il Young Curators Residency Programme Torino consiste in una residenza di ricerca in Italia che ha
il duplice obiettivo di sviluppare le capacità professionali e critiche delle curatrici selezionate e
quello di promuovere la scena dell’arte contemporanea italiana in ambito internazionale. La
residenza offre alle tre candidate selezionate la possibilità di entrare in contatto e collaborare con
un grande numero di artiste e artisti italiani, confermando l’impegno della Fondazione Sandretto
Re Rebaudengo a supporto dell’arte contemporanea nazionale e delle pratiche curatoriali
emergenti. L’approfondito processo di ricerca, che vede le curatrici visitare più di duecento studi
d’artista, musei e istituzioni artistiche sul territorio nazionale sotto la guida di una curatrice italiana
di riferimento, culmina in una mostra curata con il supporto del team della Fondazione Sandretto
Re Rebaudengo. Ora giunto alla sua quindicesima edizione, il Young Curators Residency
Programme Torino resta un esempio unico in Italia e un progetto internazionalmente rinomato
grazie alla qualità della formazione offerta, confermata dalla carriera delle alumnae e alumni del
programma, che in molti casi ricoprono posizioni di rilievo in musei e istituzioni.
La selezione delle/dei partecipanti avviene in collaborazione con i più rinomati programmi
internazionali per curatori: Royal College of Art, Londra; Graduate Program, Center for Curatorial
Studies, Bard College, New York; Curatorial Program, De Appel, Amsterdam; CuratorLab,
Konstfack University of Arts, Stoccolma; Independent Study Program, Whitney Museum of
American Art, New York; MFA Curating, Goldsmiths University of London; MA Curatorial Practice,
California College of the Arts, San Francisco; MAS/CAS Curating, Zurich University of the Arts. A
partire da quest’anno la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo ha deciso di coinvolgere nuovi
soggetti istituzionali in qualità di promotori delle candidature, con l’obiettivo di raggiungere una
sempre maggiore rappresentatività della scena internazionale. Nel 2021 è stata istituita una
convenzione con il Rockbund Art Museum di Shanghai, che tramite la costituzione di un comitato
curatoriale responsabile delle nomine ha proposto candidate/i provenienti dalla Cina e dal Sud-est
asiatico.
La residenza è organizzata con il sostegno della Compagnia di San Paolo.

Marguerite Humeau, Rise
Parco d'arte Sandretto Re Rebaudengo
Collina di San Licerio, Guarene (CN)
Inaugurazione: 2 ottobre 2021, ore 18.00
La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo presenta Rise, una nuova scultura di
Marguerite Humeau (Francia, 1986) commissionata e concepita per il Parco d'Arte
Sandretto Re Rebaudengo sulla Collina di San Licerio a Guarene. L’opera entra a
far parte della collezione permanente del Parco, un progetto di museo all’aperto
che mette in dialogo la natura e le opere di artisti contemporanei provenienti da
tutto il mondo.
Ispirata dai paesaggi vitivinicoli di Langhe, Roero e Monferrato che circondano la
Collina di San Licerio, Marguerite Humeau ha sviluppato un progetto che si nutre
della storia e della cultura del territorio per riflettere su miti ancestrali, forme antiche
e moderne di conoscenza, ed esplorare la relazione tra umanità e spiritualità,
natura e civiltà. Come caratteristico del processo dell’artista, il lavoro nasce da una
ricerca molto approfondita, che ha coinvolto varie comunità ed esperti locali:
produttori di vino, studiosi delle tradizioni alchemiche locali, guaritrici (qui note
come masche), geologi, specialisti in energie rinnovabili e biotecnologie, botanici,
biologi, specialisti del suolo.
Le suggestioni così raccolte hanno contribuito alla concezione di Rise, una scultura
monumentale che propone un nuovo mito di creazione per questo specifico luogo e
tempo. L’opera è composta da diversi elementi che “esplodono” dal centro. Ogni
modulo si ispira agli organi di riproduzione della vite (microscopici nella realtà),
dalla nascita delle gemme, alla loro fioritura, allo scambio di polline e alla
fecondazione.
In particolare, Rise rievoca l’originaria impollinazione incrociata tra un maschio e
una femmina di vite: il momento in cui il loro incontro produce il primo fiore
ermafrodita, caratteristica diffusa nelle piante di vite coltivata, che possiedono sia
fiori femmine che fiori maschi. La scultura trasforma questo incontro in una struttura
di estremo dinamismo, che allude a un atto d’intenso amore o violenza. L’immagine
può essere interpretata a scale diverse: da un'esplosione cosmica che dà origine
all’universo, al livello microscopico in cui le sinapsi nella rete neurale cercano di
connettersi.
L’opera, realizzata in alluminio, sembra ricoperta dalla nebbia caratteristica della
zona e prende ispirazione anche dai colori del vino nelle diverse fasi della sua
produzione. L’artista cita, tra i suoi riferimenti, le parole con cui Cesare Pavese
descriveva questa terra ne La Luna e i falò: “Fa un sole su questi bricchi, un
riverbero di grillaia e di tufi che mi ero dimenticato. Qui il caldo più che scendere dal
cielo esce da sotto – dalla terra, dal fondo tra le viti che sembra si sia mangiato
ogni verde per andare tutto in tralcio. È un caldo che mi piace, sa un odore: ci sono
dentro anch’io a quest’odore, ci sono dentro tante vendemmie e fienagioni e
sfogliature, tanti sapori e tante voglie che non sapevo più d’avere addosso”.
Albero della vita eterna, ponte tra la terra e il cosmo, superamento della finitudine
umana e simbolo stesso della civiltà, Rise è una grande celebrazione del rapporto
tra natura e cultura, umanità e divinità.
Rise è stata commissionata e prodotta dalla Fondazione Sandretto Re
Rebaudengo nel 2021.
Parco d'arte Sandretto Re Rebaudengo
Il Parco d’arte della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, sulla collina di San
Licerio, è un parco di sculture permanenti di grandi dimensioni. Situato nel comune
piemontese di Guarene, occupa il versante della collina affacciato su boschi, prati,
e rocche: un angolo di straordinaria bellezza, appartenente ai paesaggi vitivinicoli di
Langhe, Roero e Monferrato, Patrimonio Mondiale dell’Unesco dal 2014. Il Parco
estende all’aperto l’attività della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, istituita nel
1995 e dedicata all’arte contemporanea. A Guarene, nel 1997, ha aperto la sua
prima sede, nelle sale del settecentesco Palazzo Re Rebaudengo.
Il Parco è un punto d’incontro, di equilibrio e di dialogo tra la natura e le opere di
artisti contemporanei provenienti da tutto il mondo, installate accanto ai filari di una
vigna di Nebbiolo, tra i salici, i cipressi e le querce. È stato progettato dagli architetti
paesaggisti Lorenzo Rebediani e Vera Scaccabarozzi ed è ispirato al mosaico di
tessere dei campi, dei noccioleti e dei vigneti che lo circondano.
Aperto al pubblico, il Parco d’arte è visitabile seguendo una promenade tracciata
per offrire una molteplicità di camminamenti e di vedute sulle opere e sulla natura.
Alcune delle installazioni sono state commissionate dalla Fondazione
appositamente per il Parco, altre hanno trovato qui una nuova e armoniosa
collocazione.
Il Parco è un museo all’aperto, guidato dal principio della piena accessibilità per
tutte e tutti.
Artiste e artisti: Ludovica Carbotta, Carsten Holler, Paul Kneale, Manuele Cerutti,
Mark Handforth, Wilhem Mundt.
Info: www.parcoarte.fsrr.org
Viale Bouillargues 34, Guarene
Ingresso libero, tutti i giorni dalle 8 alle 22