BAF Bergamo Arte Fiera 2013
Una kermesse brillante, raffinata e di qualità che occupa di diritto una posizione di rilievo tra le manifestazioni regine in
Italia.
Comunicato stampa
Una kermesse brillante, raffinata e di qualità che occupa di diritto una posizione di rilievo tra le manifestazioni regine in
Italia.
La fiera cresciuta e migliorata costantemente negli anni, nonostante la crisi, occupa stabilmente uno spazio di
rilevo nel panorama delle fiere d’arte italiane. Manifestazione in continua crescita, Bergamo Arte Fiera ha
guadagnato una posizione di leadership nel settore, diventando così l'evento di inizio anno che attrae
sempre più collezionisti e curatori di istituzioni alla ricerca delle tendenze internazionali d'arte.
A caratterizzare Bergamo Artefiera, un'esposizione delle più interessanti gallerie provenienti da tutto il
mondo. La loro presenza conferma, quindi, il ruolo di Bergamo come città d'arte, pur essendo al di fuori
delle tipiche mete come Bologna, Milano e Torino.
L’elenco comprende le gallerie più importanti che operano attualmente in Italia presenti agli appuntamenti
nazionali ed internazionali affermati..
Le più di 80 Gallerie presenti, garantiscono un percorso di alta qualità dove accanto alle opere di artisti
ormai “storicizzati” saranno esposte nuove proposte attentamente selezionate.
La mostra si presenta come un insieme armonico, 6.500 mq senza divisioni in settori, in cui le articolazioni
tematiche forniranno diverse opportunità per confrontare le molteplici anime dell’arte del Novecento e della
produzione attuale
CONCORSO “SOLD OUT” : VINCI UN’OPERA D’ARTE
Visto il grande successo che ha avuto in alcune importanti fiere italiane Approda a Bergamo Arte Fiera il
concorso “Sold Out” pensato per stimolare l’attenta valutazione dell’offerta anche da un punto di vista dei
prezzi non sempre proibitivi di una fiera d’arte.
Il concorso porterà all’estrazione a sorte di un’opera d’arte contemporanea fra tutti i visitatori, invitati a
scegliere ciò che più gli aggrada fra le opere appositamente segnalate con un bollino (recante la scritta sold
out)dalle gallerie,. In un momento di crisi un’ iniziativa come questa avvicina al mercato anche un pubblico
non specializzato in un’ottica di arte accessibile. Per chi voglia realizzare il desiderio di possedere un ‘opera
d’arte o per chi intenda mettere in piedi una collezione , puntando su artisti giovani ma di sicura
prospettiva, proposti da alcune fra le gallerie del panorama nazionale. Mostre collaterali
ABITARE LA CITTÀ
Le ricerche di Ugo La Pietra sullo spazio urbano
Ugo la Pietra nasce a Bussi sul Tirino (Pescara) nel 1938. Si laurea in Architettura nel 1964 al Politecnico di
Milano e, contemporaneamente si dedica a ricerche nelle arti visive e nella musica. Artista, architetto,
designer e ricercatore nella grande area dei sistemi di comunicazione, sviluppa dal 1962 un’attività tendente
alla chiarificazione e definizione del rapporto “individuo-ambiente”. All’inizio di questo processo di lavoro
realizza strumenti di conoscenza (modelli di comprensione) tendenti a trasformare il tradizionale rapporto
“opera-spettatore”.
Opera dentro e fuori le discipline dichiarandosi sempre “ricercatore nelle arti visive”; artista anomalo e
scomodo e quindi difficilmente classificabile. Con le sue ricerche dal 1960 ha attraversato diverse correnti
artistiche ricerche che si concretizzarono nelle teorie del “Sistema disequilibrante”, un contributo originale e
personale al design radicale europeo.
Si é fatto promotore di gruppi di ricerca (Gruppo del Cenobio, Gruppo La Lepre Lunare, Gruppo Design
Radicale, Global Tools, Cooperativa Maroncelli, Fabbrica di Comunicazione, Libero Laboratorio) e di attività
espositive coinvolgendo un grandissimo numero di operatori (artisti, architetti, designers). Comunica le sue
ricerche attraverso opere e mostre: invitato a realizzare ambienti sperimentali nel 1968 alla Triennale di
Milano e nel 1972 al Museum of Modern Art di New York per la mostra “Italy New Domestic Landscape”, è
stato anche curatore della Sezione Audiovisiva alla Triennale di Milano del 1981, della mostra “Cronografie”
alla Biennale di Venezia del 1992, della Sezione “Naturale-Virtuale” alla Triennale di Milano del 1996.
Ha diretto le riviste: In, Progettare Inpiù, Brera Flash, Fascicolo, Area, Abitare con Arte; ha diretto la rivista
Artigianato tra Arte e Design.
E’ stato redattore di settore delle riviste Domus, D’ARS e AU.
Vincitore del 1° premio al Festival del Cinema di Nancy nel 1975 e del Premio Compasso d’Oro nel 1979, del
2° Premio al Concorso per il Parco Urbano ex Manifattura Tabacchi a Bologna nel 1985 e selezionato per il 1°
grado al Concorso per la ristrutturazione delle Colonne di S. Lorenzo a Milano. Dal 1985 ha organizzato
mostre e seminari, portando la cultura del progetto all’interno di diverse aree artigiane, tra cui: mosaico di
Spilimbergo, legno di Cantù, legno di Saluzzo, legno intersiato di Sorrento, alabastro di Volterra, mosaico di
Ravenna, pietra leccese, pietra lavica siciliana, pietra d’Alcamo, ceramica di Faenza, di Deruta, di
Caltagirone, di Vietri sul Mare, friulana, di Grottaglie, cristallo di Colle Val d’Elsa.
Ha realizzato più di 900 mostre personali e collettive in Gallerie d’Arte e Musei in Italia e all’estero dal 1962
ad oggi. Ha svolto attività didattica dal 1964 al 1974 nelle più importanti facoltà di architettura italiane Dal
1996 è docente del corso di “Design” all’Accademia di Belle Arti di Brera e dal 1998 professore a contratto
presso il corso di Laurea di Disegno Industriale al Politecnico di Milano (poi Politecnico del Design).
Dal 2000 al 2005 dirige il Dipartimento "Progettazione Artistica per l’Impresa" all’Accademia di Belle Arti di
Brera.
Ha progettato oggetti e collezioni per varie aziende, tra cui:
Poggi, Elam Busnelli (Alessi (Artemide Barovier e Toso (Cleto Munari , F.lli Boffi Gallotti e Radice Gruppo
Bisazza Morelato e molti altri. L’ IMMAGINE PENSATA
percorsi italiani nella fotografia degli anni Settanta
a cura di Alberto RIGONI e Riccardo ZELATORE
La fotografia intesa come linguaggio che interroga se stesso è il tema della collettiva “L’immagine pensata”,
la mostra che la Fondazione Zappettini per l’arte contemporanea propone a Bergamo Arte Fiera. Da
venerdì 11 gennaio (ore 18.00) e per tutta la durata della manifestazione, sarà possibile conoscere le
sperimentazioni che negli anni Settanta avvicinarono alla fotografia artisti italiani provenienti da strade
anche molto lontane tra loro. Questi maestri scelsero di indagare anche il codice della fotografia, un territorio
per alcuni del tutto inesplorato che si sarebbe poi rivelato un nuovo e potenzialmente inesauribile piano di
sperimentazione.
«In campo fotografico gli artisti in questione hanno lasciato opere a volte poco conosciute, ma dall’alto
valore sperimentale e linguistico – spiega Riccardo ZELATORE, Direttore della Fondazione Zappettini – che
in alcuni casi hanno poi aperto la strada ad altre ricerche dal successo più acclarato. La Fondazione
Zappettini, che da anni persegue proprio il fine ridare il giusto lustro ad ampie sezioni della storia dell’arte,
prosegue con questa collettiva la collaborazione con Bergamo Arte Fiera, iniziata lo scorso anno con la
mostra internazionale “Concetti di Pittura”, di cui questa è un ideale pendant». L’esposizione è
accompagnata da un fascicolo a colori con un testo dei curatori Alberto RIGONI e Riccardo ZELATORE
PITTORI BERGAMASCHI: CAMILLO CAMPANA (1922 /1994)
"Un itinerario nell'arte irradiante tra felicità e dolore".
Prosegue anche per questa edizione, un evento dedicato ad un artista cittadino di particolare interesse.
Camillo Campana è l’artista bergamasco selezionato dall’organizzazione.
L’esposizione è una rassegna antologica composta da una ventina di opere realizzate dagli anni ’60 al 90.
Camillo Campana è stato un artista, pittore e scultore italiano, vicino ai movimenti dell'espressionismo e
dell'arte informale.
Camillo Campana vive la sua vita a Bergamo e ne rappresenta un'autoctona espressione artistica. In ogni
caso non si estranea dal dibattito artistico e culturale italiano, prendendo anzi parte alla VI Quadriennale
Nazionale d'Arte di Roma, oltre che seguendo le gallerie di Milano e la periodica Biennale di Venezia.
La pittura rappresenta per Campana la rappresentazione dell'esistenza di una sconvolgente corporeità
cromatica, quale passionalità di irradiazioni provenienti dall'inconscio.Le prime opere di Campana, tra gli anni quaranta e cinquanta, si richiamano all'espressionismo, in aperta
polemica con verismo e realismo. Le sue raffigurazione di paesaggi e figure sono accentuate con colori
sempre più vivaci. Campana deforma le figure attraverso macchie (taches) colorate, e introduce vibrazioni
che riproducono le tensioni psicologiche dei soggetti.
Dagli anni sessanta si avvicina al movimento dell'arte informale. Nel 1961 conosce presso la galleria
Lorenzelli di Bergamo lo svizzero Gérard Ernest Schneider, portatore di un espressionismo astratto ed
informale, e trasforma la sua opera pittorica e grafica con cromìe smaglianti. Campana diviene sempre più
ben disposto verso l'uso di tecniche inconsuete e nuovi materiali. Realizza composizioni in materie plastiche,
collage con sovrastampe, composizioni in sottile tubolare al neon concentrandosi sempre più sul colore,
anche grazie agli effetti fluorescenti garantiti dall'esposizione alla luce della lampada di Wood, fino a
giungere negli anni ottanta ad opere caratterizzate da una forte irradiazione di colore.