Bartholomäus Traubeck – Years
Non classici vinili, ma dischi di legno realizzati da tronchi d’albero. È la performance dell’artista tedesco Bartholomäus Traubeck. Per la prima volta in Emilia-Romagna presenterà le sette tracce dei suoi vinili di legno, raccolte nell’album Years, in un dj set che alterna musica e scienza.
Comunicato stampa
Bologna – Trasformare in musica gli anelli di accrescimento di un albero. Senza puntina del giradischi e i vinili, ma con l’aiuto di una microcamera e un software che traduce le venature naturali in suoni di pianoforte. È quello che farà l’artista tedesco Bartholomäus Traubeck sabato 5 dicembre alle 18.45 all’Opificio Golinelli di Bologna (via Paolo Nanni Costa 14), cittadella per la conoscenza e la cultura di Bologna voluta dalla Fondazione Golinelli. Per la prima volta in Emilia-Romagna presenterà le sette tracce dei suoi vinili di legno, raccolte nell’album Years, in un dj set che alternerà musica e scienza.
Il ventottenne originario di Monaco, attivo in Europa e non solo, sta esplorando con le sue performances le relazioni tra suoni, generando installazioni musicali che vivono e crescono oltre la sua mano. Così l’artista ha ideato uno strumento in grado di leggere i cerchi di un albero e di associarli ai suoni di un piano, abbandonando la macchina al compito di interpretare gli alberi e originare suoni e atmosfere. Ispirato dalla copertina di un album del gruppo americano Jurassic 5, dove una puntina da giradischi era appoggiata sopra a un ceppo, Traubeck ha sostituito la puntina con una microcamera e una luce a led che leggono l’immagine degli anelli di accrescimento, la distanza, lo spessore, le venature. Un programma interpreta i dati e li associa a una scala di pianoforte, dando vita alla musica. Abete Rosso, frassino, quercia, acero, ontano, noce e faggio, ogni albero ha la sua forma, la sua impronta sul disco, i suoi anni. Years raccoglie il suono dei sette alberi e ne cattura anche il tempo trascorso, nella crescita dei suoi anelli. Bartholomäus Traubeck non solo suonerà le sue tracce ma mostrerà la genesi dell’opera in un concerto-performance.
“Mi ha sempre affascinato - spiega Bartholomäus Traubeck - la rappresentazione visiva del tempo che passa. Gli anelli degli alberi sono una perfetta immagine: un anno, un anello. Immaginare che anni e anni di un albero siano compressi in così piccoli dischi, è stato di grande ispirazione artistica e musicale”.
Il concerto del dj tedesco si inserisce all’interno delle celebrazioni della Festa nazionale dell’albero. A Opificio, dalle 17 alle 18.30, si terrà anche il laboratorio per bambini dai 6 ai 13 per conoscere meglio la storia degli alberi e per decorarli in previsione del Natale.
Biografia
Bartholomäus Traubeck, nato a Monaco nel 1987, è un media and sound artist e vive e lavora tra Vienna e Monaco. Ha studiato MultimediaArt a Salisburgo e Comunicazione visuale all’ArtsUniversity di Linz. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra i quali il Media Art Award di Salisburgo, un menzione d’onore per la musica digitale e l’arte sonora da Ars Electronica e il Premio Speciale della Provincia Autonoma di Bozen-Bolzano 2012 (KunstArt Award). Le sue opere sono esposte a livello internazionale, in musei e istituzioni come il Museo di Arte Contemporanea di Tokyo, al Peabody Essex Museum del Massachusetts, al Museo d’Arte Moderna di Salisburgo e a Merano Arte.
Il disco
“Years” è un giradischi modificato che genera musica dagli anelli di accrescimento di un albero. È un’opera semi-interattiva che può essere usata in modo molto simile a un giradischi. Al posto di una puntina, utilizza una camera con lente microscopica che scansiona la superficie di un disco di legno, mentre il braccio del giradischi si muove lentamente verso l’interno della sezione trasversale. I cerchi sono analizzati per spessore, solidità e tasso di crescita. Per tradurre tutto in musica, i dati sono mappati su una scala di note suonate da un pianoforte, i cui campioni sono riprodotti in base al dato in input. La musica nasce dall’insieme di regole del programma, ma l’insieme di regole è interpretato in modo diverso a seconda di ciascun albero. Un abete cresciuto velocemente con molto spazio tra gli anelli avrà un suono più minimalistico e calmo di un frassino, che ha una sezione complessa e intessuta sottilmente, dando vita a una composizione rumorosa ed eclettica. È una macchina man-made disegnata per dare senso a uno schema naturale. Attraverso “Years” il tempo che l’albero ha impiegato per crescere è condensato in un piccolo brano musicale. Confrontandolo con un disco in vinile, la diversità tra il tempo come quantità oggettiva e come tempo vissuto (o come esperienza del tempo) è resa percepibile.