Before and after painting
![Before and after painting](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/events/2022/10/14/92012_Silvano Tessarollo, Gli alberi siamo noi 3, carboncini su carta Arches (4 fogli cm 152,4x101,6), 304,8x203,2 cm, 2019, Courtesy La Giarina Arte Contemporane.jpeg)
La mostra ha come focus la pittura intesa come assenza, fantasma di un paradigma estetico insopprimibile e resistente a ogni ondata della paranoia iconoclasta.
Comunicato stampa
La mostra ha come focus la pittura intesa come assenza, fantasma di un paradigma estetico insopprimibile e resistente a ogni ondata della paranoia iconoclasta. Le opere presentate, in larga parte inedite, parlano della pittura evocandola come fonte di paradigmi visivi o di linguaggi che le si avvicinano sfiorandola. BEFORE AND AFTER PAINTING è un concept che guarda al lavoro di artisti che hanno sempre a che fare con la pittura anche quando non la praticano direttamente. Artisti che conoscono i limiti del linguaggio pittorico e cercano continuamente di superarli. Per questo uno dei punti di partenza di questa mostra è il disegno, la pratica della gestualità, che nasce assieme all’idea dell’opera. Oppure la decostruzione del senso attraverso la pittura evocata come fantasma, sopravvivenza di un codice perduto e probabilmente irrecuperabile. In questa prospettiva concettuale ogni segno precede o segue l’immagine, diventa una contemplazione bipolare distaccata e malinconica o rapida e impetuosa come il desiderio del fare. La pittura vive nella sua negazione.
Per questo sono stati scelti nuclei tematici o linguistici coerenti. Vi è una forma interna di rispecchiamento, o si riscontrano relazioni sottili e totalmente impreviste.
La scelta delle opere ha privilegiato comunque le singole individualità e poetiche. Sono esposte quindi serie di disegni (Dall’O, Riello, Tessarollo), Sculture (Dall’O, Tessarollo, Totaro), oggetti (Riello), dipinti mediali (Totaro) in cui internet diventa fonte di immagini e di nuove scoperte (Dall’O). BEFORE AND AFTER PAINTING vuole far vedere la vitalità della pittura come Nachleben, sopravvivenza che anima ancora (e sempre) la danza delle immagini e le articola in una dimensione linguistica polivalente, in cui la rete assume il ruolo di memoria collettiva che solo gli artisti possono ricondurre ad un senso attuale.
Valerio Dehò