Benedetto | Camurati | Chiricozzi | Lucà

Informazioni Evento

Luogo
CENTRO D'ARTE CONTEMPORANEA - CASTELLO DI RIVARA
Piazza Casimiro Sillano 2, Rivara, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
14/04/2019

ore 11

Artisti
Nicus Lucà, Elvio Chiricozzi, Delfina Camurati, Simone Benedetto
Generi
arte contemporanea, personale

Il Museo apre ufficialmente la stagione espositiva con quattro mostre personali di Simone Benedetto (Teddy Bear), Delfina Camurati (Antologica), Elvio Chiricozzi (Ci si arrende sempre a qualcosa di semplice) e Nicus Lucà (Campioni).

Comunicato stampa

Torna la primavera al Castello di Rivara.
Una magnifica opportunità per trascorrere delle giornate in compagnia dell’Arte e della Cultura.
Il 14 aprile 2019, dalle ore 11, il Museo apre ufficialmente la stagione espositiva con quattro mostre personali di Simone Benedetto (Teddy Bear), Delfina Camurati (Antologica), Elvio Chiricozzi (Ci si arrende sempre a qualcosa di semplice) e Nicus Lucà (Campioni).
Esse si aggiungono alla Collezione Permanente – con i suoi tre piani espositivi – e allo Studio di Carlo Pittara nel Castello Vecchio, già presentati un mese fa in un’anteprima insieme ai lavori di Jessica Carroll e Linda Tesio.

Teddy Bear (di Simone Benedetto) è un enorme orso con la pelle ricoperta da migliaia di pistole. Allestito all’esterno, nel parco, esso rappresenta in modo sintetico quel nodo difficile e insoluto tra sogni, infanzia e tecnologia. Di Delfina Camurati abbiamo realizzato una mostra antologica che, coprendo più di quarant’anni di lavoro, proporrà un’ampia riflessione critica su tutte le stagioni dell’artista di Torino. Ci si arrende sempre a qualcosa di semplice (di Elvio Chiricozzi) è una serie di cinque grandi lavori realizzati con una particolare tecnica a matita con cui l’artista viterbese contrassegna con profonda e leggera ostinazione le superfici pittoriche, le quali saranno esposte nel Salone delle Feste della manica lunga del Castello Nuovo. Campioni (di Nicus Lucà) rappresenta un’ampia galleria di immagini provenienti dal Mito, dalla Storia dell’Arte o dalla Storia tout court, realizzate attraverso la tecnica degli spilli, una pratica gestuale che impone un rapporto doloroso e allo stesso tempo meditativo con le opere.
Le quattro mostre propongono, ognuna a suo modo, una riflessione sugli elementi del tempo. Il tentativo di domarlo, di farne un oggetto misurabile e l’arrendersi ad esso come misura dell’estasi e della conoscenza. Non a caso tre di esse saranno allestite tutto intorno alla Biblioteca del Castello, fianco a fianco con i libri e con il materiale d’archivio del Centro di Documentazione Cartaceo.