Benni Bosetto – Angels
Come in un rito catartico Bosetto, riconnettendosi a mitologie esistenti, concepisce una narrazione funzionale al luogo e alla sua storia, nel tentativo di purificare e suggellare quanto di irrisolto rimase con l’assassinio di Bianca e Francesco.
Comunicato stampa
Le più antiche tracce della figura dell’angelo protettore del focolare risalgono alla civiltà Assiro-Babilonese, presso cui, indicato con il nome di Karibu, “colui che invoca”, veniva rappresentato con sembianze zoomorfe e antropomorfe, munito di ali e con le mani protese nel gesto di intercedere presso gli dei. Il Karibu, da cui deriverà il termine “cherubino”, veniva riprodotto in forma di statuette, inserite all’interno delle fondamenta delle case o custodite nelle diverse stanze.
Riprendendo la tradizione degli spiriti benefici della casa, le cinque sculture in terracotta di cui Angels si compone, conservano le sembianze zoomorfe e antropomorfe e la funzione apotropaica che ai Karibu veniva attribuita, rappresentando i guardiani della Villa, la cui storia riporta a intrighi lontani e ad un amore osteggiato.
Villa Il Cerretino, edificata nella prima metà del Trecento, passò ai Medici nel Quattrocento e fu poi scelta, nel tardo Cinquecento, dal Granduca Francesco I come residenza di Bianca Cappello, sua amante e successivamente seconda moglie. Un passaggio segreto tutt’ora esistente, permetteva ai due di incontrarsi, connettendo Il Cerretino alla più celebre Villa Medicea di Poggio a Caiano, dove una volta sposati, i coniugi furono uccisi per avvelenamento. L’amore fra Bianca e Francesco fu fortemente avversato e costituisce ancora oggi uno degli episodi più noti della storia medicea: Francesco I, diversamente dai suoi predecessori, aveva un temperamento poco incline alla vita pubblica, la sua attenzione era assorbita dagli studi alchemici e la causa dei suoi insuccessi politici fu costantemente attribuita dal fratello minore, il cardinale Ferdinando, alle presunte stregonerie di Bianca Cappello.
Come in un rito catartico Bosetto, riconnettendosi a mitologie esistenti, concepisce una narrazione funzionale al luogo e alla sua storia, nel tentativo di purificare e suggellare quanto di irrisolto rimase con l’assassinio di Bianca e Francesco.
Il riferimento alla figura del pipistrello presente nelle sculture rimanda ai due amanti e alle accuse di stregoneria rivolte loro. Animale frequentemente associato al regno degli spiriti e alle arti magiche, il pipistrello rappresentava per alcuni sciamani il guardiano della notte e la guida delle vite passate, oltre ad essere identificato come portatore di fortuna presso numerose civiltà, come nell’antica Grecia.
Gli ornamenti presenti nel gruppo scultoreo riportano ad una dimensione arcaica, costituendo una scrittura che, tra figurazione e astrazione, attiva l’oggetto apotropaico, manifestando la potenza benefica riposta nei guardiani, ora animati in funzione della storia della Villa.