Benni Bosetto – Gli Imbambolati
Il lavoro di Benni Bosetto è basato sulla sovrapposizione di narrazioni frammentarie e attinge da un background in cui antropologia, religione e iconologia si combinano e si fondono con rimandi alla storia dell’arte attraverso il disegno, lasciando aperta l’interpretazione dei soggetti.
Comunicato stampa
Un gruppo di bassorilievi sporge dal pavimento: ci troviamo al confine tra il cielo e le nuvole dove, tra una folla ammassata, è possibile scorgere qualche testa alzata, schiacciata dal peso del cielo ma al tempo stesso sospesa tra le nuvole dall’assenza di gravità. Tutti gli sguardi sono rivolti stupiti verso un unico punto, in alto, al di fuori della rappresentazione.
Non sappiamo se stiano assistendo a un miracolo o ad una catastrofe, o se siano ipnotizzati da un’eclissi. Alcuni di questi personaggi sembrano spaventati, confusi, altri sorridono estasiati, altri ancora sono inebetiti. Non sappiamo perché si trovino proprio lì, in mezzo alle nuvole.
La scena è tragicomica, qualcosa di solenne sembra accadere ma le pose caricaturali dei goffi volti suggeriscono la presenza di un odore tanto sgradevole da far tappare il naso ai presenti, sulle cui guance si adagia un gruppetto di mosche richiamato dal fetore.
La grottesca scena si presenta sospesa all’interno un’architettura fittizia che, priva di tridimensionalità o punti di fuga, percorre tutto lo spazio. È un insieme di linee ed archi ciechi, che così come in sogno si interpone tra la realtà e la finzione, conducendo lo spettatore in una scena priva di riferimenti prospettici o spazio-temporali.
Il lavoro di Benni Bosetto è basato sulla sovrapposizione di narrazioni frammentarie e attinge da un background in cui antropologia, religione e iconologia si combinano e si fondono con rimandi alla storia dell’arte attraverso il disegno, lasciando aperta l’interpretazione dei soggetti.
L’artista considera la sua produzione una raccolta di narrazioni sull’essere umano e la sua relazione con il corpo, svincolate dal tempo e inserite in una dimensione collettiva, in cui istinti quali debolezza, violenza, felicità e perversione vengono messi in scena.
Bosetto indaga i convenzionali codici di comunicazione mediante l’esplorazione di un linguaggio visivo prelogico. La sua pratica artistica comprende disegno, scultura, installazione e performance ed il suo processo produttivo passa costantemente attraverso il corpo e la gestualità. Il suo lavoro è finalizzato alla creazione un’esperienza immersiva e catartica per lo spettatore, il quale viene introdotto in ambientazioni teatrali della connotazione astorica.
Numerosi sono i riferimenti alla tradizione pittorica europea e alla letteratura per Gli Imbambolati: il tema della folla ad esempio, con particolare rimando a quella rappresentata da Hieronymus Bosch nel dipinto Ecce Homo o il motivo iconografico dell’uovo che, così come nella Pala di Brera di Piero Della Francesca, vediamo campeggiare in alto sul soffitto. Le nuvole infine vengono identificate nell’omonima commedia di Aristofane, per mezzo di Socrate, come “Dee solenni degli sbucciafatiche”, i pigri, i perdigiorni, ovvero Gli Imbambolati.
Benni Bosetto (Milano, 1987), vive e lavora ad Amsterdam. Si è laureata presso l’Accademia di Brera, Milano e ha studiato presso il Sandberg Institut, Amsterdam. Tra le mostre recenti: nel 2017 - ADA, Roma; Art Verona collateral project, organizzato da Mauro De Iorio; FutureDome, Milano, a cura di Ginevra Bria; Tile Project Space, Milano; Placentia Arte, Piacenza, progetto di Roberto Fassone. Nel 2016 – DAMA, Torino, Perfomance a cura di Lorenzo Balbi; De Appel Art Center, Amstedam; Marselleria, Milano. Nel 2015 - Fanta Spazio, Milano. Nel 2014 - Il Crepaccio, Milano. Tra le residenze: VIR Via Farini, Milano nel 2014.