Bergamo Film Meeting 2013
Con la 31esima edizione, Bergamo Film Meeting rinnova il suo viaggio nell’immaginario cinematografico e nelle storie che sullo schermo raccontano, indagano, interpretano e re-inventano la vita.
Comunicato stampa
Con la 31esima edizione, Bergamo Film Meeting rinnova il suo viaggio nell'immaginario cinematografico e nelle storie che sullo schermo raccontano, indagano, interpretano e re-inventano la vita. Spaziando in libertà tra realtà e finzione, il Festival sarà ancora una volta un laboratorio di idee e un luogo di scoperta dove appassionarsi e divertirsi tra molteplici percorsi e narrazioni.
9 giorni di proiezioni, oltre 80 film, per conoscere le nuove tendenze e gli autori del cinema contemporaneo e per gustare le opere più suggestive della storia del cinema: un concorso internazionale di lungometraggi, opere inedite, omaggi e retrospettive, documentari, anteprime e cult movies. Il tutto arricchito come sempre, da incontri con gli autori, workshop, mostre, arte, musica e feste.
Il programma dell’edizione 2013
MOSTRA CONCORSO
La competizione internazionale del festival è riservata ai nuovi autori, che si distinguono per l’originalità delle proposte linguistiche e narrative con cui affrontano i temi della contemporaneità. I 7 lungometraggi selezionati concorrono al Premio Bergamo Film Meeting, assegnato ai tre migliori film della sezione sulla base delle preferenze espresse da tutto il pubblico del festival.
VISTI DA VICINO
Una selezione di 15 produzioni indipendenti di film documentari, tra corti, medi e lungometraggi provenienti da tutto il mondo; film dove lo sguardo del regista sul “reale” è particolarmente attuale, intenso, innovativo, nel linguaggio e nel contenuto.
ROBERT GUÉDIGUIAN
Classe 1953, è una delle rivelazioni più interessanti del cinema francese tra gli anni ’80 e gli anni ’90. I suoi film, quasi sempre ambientati nei quartieri popolari di Marsiglia, raccontano la vita dei lavoratori, le tensioni ma anche i benefici derivanti dalla presenza di una forte comunità di immigrati. Un interesse per la realtà dell'immigrazione che nasce anche dalle origini stesse di Guédiguian: madre tedesca e nonno paterno armeno. Il regista documenta la realtà di un tessuto sociale frammentato, di una popolazione avvilita e vulnerabile - devastata da una globalizzazione incontrollata, dai problemi del lavoro, della droga e della piccola criminalità - ma senza cadere nel nichilismo, con lo sguardo rivolto a una solida cultura operaia, al suo spirito di resistenza, al netto rifiuto di perdere la speranza. Tra i registi francesi contemporanei è difficile trovare un progetto creativo pari a quello di Guédiguian. Il suo desiderio, infatti, è quello di fare un cinema sociale e popolare al tempo stesso: un cinema accessibile a tutti. Se alcuni suoi film sono rimasti confinati nell’alveo del grande cinema d’autore, il successo di Marius e Jeannette (1997), A l’attaque! e La ville est tranquille (2000), fino ai più recenti Le promeneur du champ de Mars (Le passeggiate al campo di Marte, 2005) e Les neiges du Kilimandjaro (Le nevi del Kilimangiaro, 2011), avvicinano la sua opera al grande pubblico, soddisfacendo così il suo grande desiderio di «intervenire nel mondo in cui viviamo».
La rassegna proporrà tutti i 17 i film realizzati dal regista.
Bergamo Film Meeting pubblicherà un volume monografico dedicato a Guédiguian, con testi originali, interviste, saggi di critica, una ricca galleria di immagini e la filmografia completa.
Una mostra dei manifesti orginali dei film dell'autore sarà allestita negli spazi del Festival.
Robert Guédiguian sarà presente alla XXXI edizione di Bergamo Film Meeting e terrà una master class rivolta agli studenti di cinema.
CANTIERE EUROPA
Terza tappa della panoramica di Bergamo Film Meeting sull’Europa: dopo Mondo Ex (2010) e I confini dell'Europa (2012), sono ancora tante le domande e le questioni in sospeso che riguardano il continente europeo. L’Europa unita appare ancora molto divisa, la sua forza scricchiola sotto il peso di una crisi economica che si riflette inevitabilmente sui rapporti sociali e sulla vita dei singoli, che crea distanze tra culture e stati, tra l’individuo e le istituzioni, tra le classi sociali, le generazioni, i pensieri politici, le idee. L’Europa è ancora oggi un immenso cantiere in costruzione, dove non sono più le questioni derivate dai flussi migratori a creare sconquasso, ma la messa in discussione di un modello culturale ed economico, e di un sistema sociale che sembrano essersi inceppati. Il cinema si fa interprete di questa realtà multicentrica, delle sue spinte in avanti e delle sue mille contraddizioni. Nuovi film, nuovi registi, nuove scelte narrative, nuovi linguaggi, affermano l’esistenza di un “cinema europeo”, che sa raccontare il disagio della crisi e allo stesso tempo farsi interprete di una realtà in grande fermento.
La rassegna di Bergamo Film Meeting si compone di 7 film europei di recente produzione che trattano i temi dell’attualità e di un assaggio di opere dalle maggiori scuole europee di cinema. Tra i titoli proposti, il francese L'exercice de l'Etat di Pierre Schöller (2011), un film che sa immergersi nei meandri del potere, raccontando la tragicità di un politico moderno, scisso tra l’ambizione e il dilemma della coscienza.
ALEC GUINNESS: UNO, NESSUNO, CENTOMILA
Mai come nel caso del britannico Alec Guinness (1914-1999), noto per le sue doti trasformistiche, l'espressione “uno nessuno e centomila” è stata usata con tanta frequenza ed è, al tempo stesso, quanto mai, pertinente. Un magnifico attore che ha saputo usare il volto, il corpo, la gestualità, la camminata come un foglio bianco sul quale stendere variazioni sul tema, dando vita e significato ai personaggi interpretati secondo un codice costruito con estremo rigore e britannica souplesse: dietro Alec Guinness c'è un altro Alec Guinness che si intrufola a colorire di sfumature insospettabili la maschera bianca di ogni giorno. All'attore inglese, il Festival dedica un omaggio focalizzato sulle sue interpretazioni cinematografiche degli anni ’50, il decennio che vide la sua affermazione internazionale e, probabilmente, il suo periodo più fecondo. 10 film per gustare le sue finissime doti mimetiche e psicologiche, commedie che sanno tanto di morality play – tra le quali L’incredibile avventura di Mr. Holland (1951) di Michael Crichton o Asso pigliatutto (1952) di Ronald Neame - e sapidi ritratti di personaggi più o meno eccentrici, come il marinaio bigamo di Il paradiso del Capitano Holland (1953) di Anthony Kimmins, o il cardinale anti-regime di Il prigioniero (1955) di Peter Glenville. L’omaggio riserva anche una bella sorpresa: un altro personaggio chiave della galleria guinnessiana, il discreto, determinato e insuperabile George Smiley delle due serie tv tratte da Le Carré: La talpa (Tinker Taylor Soldier Spy, 1979) e Tutti gli uomini di Smiley (Smiley's People, 1982).
FALSO D'AUTORE
Il tema del falso evoca intrighi inquietanti, pervasi di suspense e colpi di scena. Un tema molto cinematografico che coinvolge il cinema nelle sue strutture portanti, sia sul piano della messa in scena che su quello della narrazione, dove la linea di demarcazione tra verità e menzogna, tra reale e immaginario è quanto mai flebile e inconsistente. False piste, falsi personaggi (a volte assolutamente inesistenti, ma materializzati o nelle fantasie o nelle diaboliche macchinazioni dei protagonisti), falsi indizi (abilmente giocati da registi/burattinai): insomma, un vertiginoso mondo di ambiguità capace di coinvolgere e irretire lo spettatore.
La rassegna è un tuffo nel labirinto, tra incubi, scambi di ruolo, smarrimenti, macchinazioni e piani diabolici. 10 film d’autore, grandi registi (Losey, Mankiewicz, Clément, Hawks) capitanati da due mostri della “finzione” (e della falsificazione) cinematografica: Orson Welles (F come falso - verità e menzogne, 1973) e Alfred Hitchcock (La donna che visse due volte, 1958).
BERGAMO FILM MEETING INAUGURA BERGAMO JAZZ
Come è tradizione da alcuni anni, il festival inaugura la trentacinquesima edizione di Bergamo Jazz, questa volta con la performance dal vivo del sassofonista Daniel Kinzelman e del gruppo Pylon (tromba, corno, contrabbasso e percussioni), che accompagneranno la proiezione di una sinfonia di immagini, tra il surreale e il fiabesco, dei registi d’animazione polacchi Ladislas e Iréne Starewitch.
A completare la XXXI edizione non mancheranno, come sempre, anteprime e cult-movies, classici restaurati, incontri con gli autori, aperitivi e sorprese.