Beyond
Due distinti approcci al disegno: i segni di Orlandoni tracciano mappe, rotte e direzioni, in contrapposizione, Blanco perpetua gesti destinati a immortalare l’esistenza.
Comunicato stampa
Beyond è il titolo di un viaggio immaginifico, il cui approdo è posto al di là della realtà sensibile, in una dimensione in cui cessa la dicotomia fra osservatore e osservato, fra soggetto e oggetto, fra vivente ed inerte. Spazio privilegiato di questo viaggio è la Mole Vanvitelliana, costruzione antica a base pentagonale, carica di rimandi mistici, filosofici, in cui si attua la metafora della condizione di confine; luogo in cui in passato la difesa, la protezione furono fattori fondanti in funzione di ciò che proveniva dall’altra parte, dallo spazio infinito dell’orizzonte che era di fronte, dal fragore delle onde oltre le mura di protezione.
Sostanza comune alle opere di Orlandoni e di Blanco, non può che essere allora la trasparenza, nella sua accezione più estesa, in cui velature, segni della materia registrano l’esistenza di una dimensione dell’oltre, rappresentabile ad un tempo come proiezione esteriore della vista e come percezione di una interiorità vasta e ancora inesplorata. Tensione dello spazio e anelito alla leggerezza come forze motrici immanenti danno vita all’apparizione di segni, di tracciati intellegibili, che nei polimaterici di Orlandoni si configurano come cerchi e linee che rimandano a rotte, direzioni e mappe altre mentre negli antromorfici di Blanco perpetuano gesti, atti della volontà incarnata destinati all’immortale esistenza.