BGK – Brodsky | Gutov | Koshlyakov
Una mostra collettiva con tre dei più importanti artisti russi contemporanei: Alexander Brodsky, Dmitry Gutov, Valery Koshlyakov.
Comunicato stampa
Il 2 dicembre 2011 la Galleria Nina Lumer inaugura nei nuovi spazi di Via Botta 8 una mostra collettiva con tre dei più importanti artisti russi contemporanei: Alexander Brodsky, Dmitry Gutov, Valery Koshlyakov.
ALEXANDER BRODSKY (Mosca 1955)
Artista, architetto, stampatore, sin dai tempi dell’Unione Sovietica lavora con straordinaria tenacia ed estro creativo a un'unica opera d’arte, il suo mondo interiore. Dalle “architetture di carta” degli anni di Gorbacev, alla città d’argilla minacciata dal petrolio (Coma) dei rapaci anni Novanta, alle grandi gabbie e ai piccoli oggetti quotidiani di oggi, Brodsky crea paesaggi interiori da cui balugina sempre, immancabilmente, il suo profilo di uomo-uccello, che si nasconde in casette calorose ma fragili, lasciando piccoli escrementi, vivendo di poco, in un mondo che appare oppressivo e concentrazionario. L’opera in mostra è un’installazione, una gabbia metallica, che separa lo spettatore da questo mondo interiore, misterioso e preziosamente poetico, grande metafora di una libertà che sempre più si presenta come libertà negativa, emigrazione interna, “cittadella interiore” confortante e claustrofobica insieme (Isaiah Berlin).
Recentemente le sue opere sono state esposte al Padiglione d’Arte Contemporanea (Milano), all’Architekturzentrum (Vienna), alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (Torino), al Musée du Louvre (Parigi), alla X Biennale di Architettura (Venezia)
DMITRY GUTOV (Mosca 1960)
Artista e filosofo, da tempo impegnato nel dibattito sul rapporto tra arte e pensiero contemporaneo. Nella sua riflessione vi sono due centri d’attrazione: i geroglifici e Marx, il segno e il pensiero, la linea e l’intuizione. In alcune delle sue opere Dmitry Gutov copia i manoscritti di grandi autori, come Pushkin e Marx: gli interessa la scrittura come prodotto di scarto, di risulta, da cui traspare lo sforzo del pensiero, la nascita dell’idea geniale. Lo attrae lo spazio dove l’attenzione non si ferma, la testa dell’autore era altrove, nel cielo, è qui che nasce l’intuizione. Nei lavori degli ultimi anni Gutov riprende questo lavoro trascrivendo i dipinti di alcuni maestri del Rinascimento in grandi sculture in ferro. Anche qui è attratto da dettagli marginali, scene sul fondo o figure minori. In mostra The Rape of Ganymede (2009), tratto da una celebre opera di Rembrandt, o meglio da un disegno preparatorio. Nei lavori in metallo di Gutov “si offre allo spettatore l’intera storia dell’arte: da una raffigurazione realistica, all’espressionismo, al più radicale astrattismo, fino al citazionismo postmodernista”, tutto dipende dal punto di vista. Girando attorno all’opera il disegno realistico si deforma in chiave espressionista, astratta, postmoderna (Anatoly Osmolovsky).
Recentemente le sue opere sono state esposte al Padiglione d’Arte Contemporanea (Milano), alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (Torino), al Musée du Louvre (Parigi), al Garage Center for Contemporary Culture (Mosca), alla 52 Biennale d’Arte (Venezia), a Documenta XII (Kassel).
VALERY KOSHLYAKOV (Salsk 1962)
Koshlyakov è un artista puro. Proviene da una grande città sul Don, Rostov, dove insieme ad altri amici artisti, tra cui Yurij Shabelnikov e Avdej Ter-Oganian, fonda il gruppo “Art or Death”. Sono artisti, poeti, performers, musicisti che si inseriscono nella scena underground moscovita con radicale ottimismo, spinti dall’urgenza di una ricerca di bellezza e di successo che possono trovare solo nella capitale. Oggi Koshlyakov vive e lavora tra Mosca e Parigi.
“Il lavoro di Koshlyakov è un’autentica dichiarazione d’amore per l’arte”. Attraverso i suoi lavori (grandi tele, sculture e installazioni) l’artista rianima forme e immagini del nostro passato, in tutto il suo spessore, le sue stratificazioni, ma solo per un istante. La classicità, l’architettura delle origini, le utopie di Chernikhov e la verticalità del Monumento alla III Internazionale di Tatlin risplendono sulle sue tele in un gioco tra antichità, modernità e immaginazione. Koshlyakov dipinge sui muri, sul cartone, sul ferro, utilizza nastro adesivo da imballaggio, strati sovrapposti di pittura a olio e di vernice spray… “L'insolito uso di materiali poveri, scotch, cartone, polistirolo e bitume, in evidente contrasto con la magnificenza originaria delle architetture evocate, conferiscono alla sua ricerca un vago sapore iconoclasta e la fragilità di un ricordo appena riaffiorato”. (Claudia Gioia)
Recentemente le sue opere sono state esposte al Padiglione d’Arte Contemporanea (Milano), al Musée du Louvre (Parigi), al Garage Center for Contemporary Culture (Mosca), al MACRO (Roma), a La Maison Rouge (Parigi), al Chelsea Art Museum (New York).