Bice Lazzari – La fragilità e la persistenza
Diciotto selezionati e significativi lavori dell’ intensa e tempestiva ricerca dell’artista, con la presentazione di un catalogo a cura di Chiara Bertoni e testo in inglese ed italiano di Elena Pontiggia.
Comunicato stampa
Bice Lazzari nasce a Venezia nel 1900 e dopo un breve periodo di studi al Conservatorio, completa la sua formazione all’Accademia di Venezia e, per qualche tempo, a quella di Firenze.
Le sue prime prove, dopo un giovanile momento figurativo nei modi del naturalismo veneto, si volgono al cubismo e all’astrattismo.
Nel 35 si trasferisce a Roma, dove un vero movimento astratto si forma solo nel dopoguerra. Rimane dunque un’isolata, anche se nel corso degli anni conosce Cagli, Capogrossi, Licini, Melotti, e poi il mondo degli architetti, a cominciare da Carlo Scarpa (del quale era cognata) e Giò Ponti.
Elena Pontiggia scrive: ”..c’è nei lavori della Lazzari un senso di fragilità che non si trova facilmente nemmeno negli astrattisti più lirici, da Licini a Melotti. E’ un senso di esilità e, quasi, di smarrimento che è raro nella pittura non figurativa italiana e non solo italiana....Nelle sue opere la geometria non esprime razionalità, ma malinconia.
E’ come se ognuna delle sue linee sapesse bene di poter essere spezzata, interrotta, deviata, cancellata.
...La leggerezza, che è la musa del nostro tempo, ha in lei una interprete fra le più convincenti (e non a caso è stata amica di un altro maestro della leggerezza, anzi del “superleggero”, come Giò Ponti).
Per contro c’è nel suo lavoro anche una sapienza enumerativa, un’idea di ripetizione ostinata come un mantra. Il segno si riproduce, si duplica, si moltiplica, come per un’aspirazione all’infinito che viene tutte le volte sconfitta ma non smette di esprimersi. La vulnerabilità convive con la volontà di resistere.”
Bice Lazzari muore a Roma il 13 novembre del 1981.
Negli ultimi anni sono state organizzate importanti mostre personali, si ricordano :
2002 “Bice Lazzari at the Peggy Guggenheim collection”, Venezia;
2005 “L'emozione astratta” , Ca' Pesaro , Venezia ;
2011 “L'equilibrio dello spazio”, MACRO, Roma ;
2013 “ Signature Line”, National Museum of Women in the Arts , Washington .
9 Aprile / 8 Giugno 2016, opening 9 Aprile h 18:30 -
Galleria SIX
piazzale Piola 5 ,
phone: +39 349668081
wwwgalleriasix.it [email protected]
Sebastiano Dell'Arte's SIX is pleased to announce " Fragility and Persistence" a solo exhibition of
Bice Lazzari
Eighteen selected and significant works of the artist's intense and timely research will be on display, with the presentation of a catalog curated by Chiara Bertoni and text by Elena Pontiggia
Bice Lazzari was born in Venice in 1900. After a brief period of studies at the Conservatory, she completed her training at Venice Academy and then on, for a certain period of time, at Florence Academy. Her first attempts, following an early figurative period after Venetian naturalism, turned to Cubism and Abstractism.
In 1935 she moved to Rome, where a real abstract movement formed only after the war. Therefore she remained isolated, although over the years she got to know Cagli, Capogrossi, Licini, Melotti and then the world of architects, starting with Carlo Scarpa (who was her brother- in-law) and Gio Ponti.
Elena Pontiggia writes :”...in Lazzari’s work it can be detected a sense of fragility that is hard to find even in the most lyrical abstractists, from Licini to Melotti. It's a sense of thinness and, almost, of loss which is rare in Italian non-figurative painting. And not just Italian....In her works geometry does not express rationality, but melancholy instead. It seems like each of her lines were perfectly conscious they could be broken, interrupted, diverted, canceled... Lightness, which is the muse of our time, has one of the most convincing interpreter in her (and not coincidentally she was friend with another master of lightness, or better , of the "Superlight", like Gio Ponti).
By contrast in her work it can be found also an enumerated wisdom, an idea of persistent repetition as if it were a mantra. The sign reproduces, duplicates, multiplies, as an aspiration for the infinite that is always defeated but never ceases to express itself. The vulnerability coexists with the will to resist.”
Bice Lazzari passed away in Rome on Nov 13, 1981