Boldini guarda Van Dyck
Nuova mostra Boldini guarda Van Dyck, allestita presso lo spazio Confronti.
Comunicato stampa
Come catturare e fissare sulla tela l’inafferrabile vivacità dell’infanzia? Di certo se lo chiesero, a distanza di secoli, due dei massimi maestri del ritratto: Anton Van Dyck, il più celebre ritrattista delle case regnanti europee nel Seicento, e Giovanni Boldini, protagonista del ritratto mondano in stile Belle Époque nella Parigi di fine Ottocento. Oggi proprio i loro più celebri bambini sono protagonisti di Confronti/2: Boldini guarda Van Dyck, secondo suggestivo appuntamento ospitato nello spazio omonimo, che propone contenute ma particolari mostre-confronto tra due o più opere diverse, collegate allo stesso tempo tra loro.
Dopo il successo di Venere incontra Venere, dedicata ai due dipinti di Botticelli, è ora la volta di un nuovo incontro tra opere: da una parte I figli di Carlo I d’Inghilterra di Van Dyck (1635, olio su tela), di proprietà della Galleria Sabauda dei Musei Reali di Torino; dall’altra il Ritratto del piccolo Subercaseaux di Boldini (1891, olio su tela), conservato presso le Gallerie d'Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara e oggi per la prima volta a Torino.
Il primo dipinto raffigura un’immagine ufficiale dei principini d’Inghilterra, realizzata come dono da inviare ai parenti di Casa Savoia per far conoscere, come in una moderna fotografia, le fattezze dei bambini; nel secondo caso invece un ritratto eseguito in amicizia nello studio del pittore. Per entrambi gli artisti, però, si trattò di una sfida: mettere in gioco le proprie capacità con soggetti tanto affascinanti quanto sfuggenti. Si narra che la regina Enrichetta avesse fatto ritoccare più volte la figura della piccola Maria, troppo irrequieta per consentire a Van Dyck di terminare tranquillamente il suo lavoro. Per contro, sembra che Boldini fosse costretto a rincorrere sudando per tutto lo studio l’annoiato fanciullo.
Entrambi i pittori affidano l’immagine dell’alta società del loro tempo alla lucentezza sfolgorante dei tessuti, descritti con rara raffinatezza ed eleganza. Gli accordi cromatici di Boldini, giocati sui toni del bianco, del nero e del grigio, si ispirano alla grande ritrattistica fiamminga del Seicento e in particolare alla pittura di Van Dyck, conosciuta e studiata durante i soggiorni in Olanda e in Inghilterra.
L’altezza dei due maestri emerge anche nella sottile sensibilità dell’introspezione psicologica: lo sguardo profondo e penetrante del futuro re Carlo II fissa intensamente lo spettatore, al pari di quello noncurante e sbarazzino del giovane cileno. Una curiosa somiglianza accentuata dal comune taglio della frangetta.
Il dipinto di Boldini arriva a Torino nell’ambito di un amichevole scambio con le Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara: nel Palazzo dei Diamanti è esposta la Venere di Botticelli della Galleria Sabauda in occasione della mostra che celebra i cinquecento anni di un capolavoro della letteratura italiana, l’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto.
La visita di Confronti/2: Boldini guarda Van Dyck. Bambini nel tempo è inclusa nel biglietto dei Musei Reali.