Bonomo Faita / Massimo Uberti – Di segni e di icone

Informazioni Evento

Luogo
PALAZZO MARTINENGO
Via Dei Musei 30, Brescia, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

sabato e domenica dalle 10 alle 18, ingresso gratuito

Vernissage
23/11/2024

ore 17

Artisti
Massimo Uberti, Bonomo Faita
Curatori
Ilaria Bignotti, Camilla Remondina
Generi
arte contemporanea, doppia personale

Una mostra che sin dal titolo pone in evidenza la capacità dei due artisti di “lasciare un segno” riconoscibile, un’immagine chiara e puntuale della loro indagine pluridecennale.

Comunicato stampa

UNA GENERAZIONE DI MEZZO
Un progetto pluriennale dedicato all’arte contemporanea bresciana
Da un’idea di Albano Morandi

Bonomo Faita e Massimo Uberti
Di segni e di icone
A cura di Ilaria Bignotti e Camilla Remondina

Palazzo Martinengo Cesaresco, via Musei 30 - Brescia
23 novembre - 29 dicembre 2024

Press preview: venerdì 22 novembre 2024, ore 11
Inaugurazione: sabato 23 novembre 2024, ore 17
Orari di apertura: sabato e domenica dalle 10 alle 18, ingresso gratuito

Prodotto da: Associazione Meccaniche della Meraviglia
Con il patrocinio di: Provincia di Brescia, Comune di Brescia
Con il supporto di: Fondazione Brescia Musei, Alleanza Cultura, Fondazione Provincia di Brescia Eventi, HU-BS Martinengo
Con il sostegno di: Fondazione ASM
In collaborazione con: Archivio Massimo Uberti, La Compagnia della Stampa, Pubbliesse, A.S. Protezioni

Monografie edite da Skira e arricchite dai testi critici e progettuali di:
Valerio Terraroli, Elena Pontiggia, Franco Toselli, Ilaria Bignotti e Bonomo Faita (Monografia di Bonomo Faita)
Davide Dall’Ombra, Silvia Ferrata, Massimo Uberti e Ilaria Bignotti (Monografia di Massimo Uberti)

Una Generazione di Mezzo in sintesi:
Artisti bresciani nati nella seconda metà del XX secolo, la cui ricerca è nota a livello nazionale e internazionale, tornano a Brescia con preziose mostre e pubblicazioni monografiche nella prestigiosa cornice di Palazzo Martinengo Cesaresco: un modo per dimostrare che il detto “nemo propheta in patria” a Brescia non è vero e che la Città sa riconoscere i suoi talenti artistici con progetti culturali di grande valore.

L’edizione 2024 di Una Generazione di Mezzo, progetto nato da un'idea di Albano Morandi nel 2021, vede protagonisti Bonomo Faita e Massimo Uberti, in una mostra che sin dal titolo pone in evidenza la capacità dei due artisti di “lasciare un segno” riconoscibile, un’immagine chiara e puntuale della loro indagine pluridecennale.
La tragica scomparsa di Massimo Uberti – nato a Brescia nel 1966 –, avvenuta il 7 aprile 2024 all’età di 57 anni, decreta questa mostra quale prima retrospettiva dedicata all’artista, includendo installazioni realizzate nel corso del tempo, anche di grande respiro e portata ambientale, e presentando quell’aspetto più segreto, progettuale e di disegno, che ha sempre punteggiato tutta la produzione di Uberti fatta di segni, archetipi e parole accesi con la luce, tradotta in opere anche di colossali dimensioni che lo hanno reso presto noto a livello internazionale.
Bonomo Faita (Brescia, 1955) costruisce, come Uberti e diversamente da Uberti, un abbecedario fatto di piccoli segni potenti, parole disegnate con garbata cura su cartoncini e piccole tele, di icone dense di rimandi ed echi notturni, plasmate nella ceramica pazientemente lavorata e dipinta, nel legno assemblato, nei materiali anche di reimpiego, attentamente scelti dall’artista.
Faita e Uberti si incontrano così su quella linea che porta l’uomo a contatto con il mistero, indagando, con dimensioni e tecniche diverse, il comune limite tra visibile e invisibile, tra realtà e sogno, in un dialogo di grande poesia che saprà coinvolgere un ampio pubblico.
Anche quest’anno, la mostra è accompagnata da due preziose monografie realizzate grazie al supporto di Fondazione Brescia Musei - reso possibile grazie al progetto legato all'eredità Romeda per la valorizzazione dell'arte contemporanea - ed edite da Skira, nota casa editrice specializzata in arte e cultura. Queste analizzano in maniera completa l’intera produzione dei due artisti, fornendo oltre che un’occasione di approfondimento per appassionati anche uno strumento scientifico per studiosi.