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Scepi ha scelto di Cancellare Emilio Tadini prendendolo a simbolo della passione per l’arte e la cultura così come ha scelto diversi monumenti italiani su cui è già intervento “cancellando”. In contemporanea la mostra personale di Claudio Lucatelli
Comunicato stampa
FRANCO SCEPI :
# CANCELLATO/EMILIO TADINI
martedì 4 al 26 Febbraio 2014
inaugurazione 4 febbraio ore 18,30 Spazio Tadini via Niccolò Jommelli, 24 Milano
Con la partecipazione dello scrittore Andrea Pinketts,
dell’attrice Xena Zupanic e
con “l’intervista impossibile” a cura del meta-critico Nicola Gentile
e la proiezione della presentazione di Gillo Dorfles a Franco Scepi presso la Galleria Marconi.
Un evento, una performance, ma soprattutto una provocazione per restituire attenzione e visibilità al nostro patrimonio artistico e culturale. Dalla Statua di Marco Aurelio a Roma a EmilioTadini a Milano è così che Franco Scepi, vuole puntare il dito sulla trascuratezza in cui versano i nostri beni culturali. L’artista rifocalizza l’attenzione sull’uomo, sulla bellezza e sull’arte ritenendoli valori da cui ripartire per un rilancio sociale e uno sviluppo più consapevole. Finora sono 22 i monumenti # CANCELLATO e l’intervento a Spazio Tadini si sposta all’intellettuale Emilio Tadini, figura eclettica e rappresentativa della cultura e dell’arte milanese e non solo.
L’esposizione a Spazio Tadini accoglierà la perfomance di Franco Scepi su alcune opere di Emilio Tadini selezionate per l’evento. Inoltre, nel salone, verranno riproposti alcuni elementi dell’atelier di Tadini che faranno da scenografia anche ai lavori che hanno contraddistinto le tappe decisive dell’artista Franco Scepi dall’ideazione e realizzazione del “Man’s for peace”, sottoscritto da Gorbačëv a dei pezzi di Over Ad’Art per cui fu premiato a New York nel 1987 con l’oscar per la pubblicità.
“Etichetto con gli Hashtag # CANCELLATO” il lavoro di Emilio Tadini .-dichiara Franco Scepi- perché è stato grande protagonista della cultura italiana, uomo eclettico, innovatore dei linguaggi; pittore, scultore, scrittore, poeta e molto altro ancora – spiega l’artista Scepi - “Cancello” Emilio Tadini del quale fui frequentatore dagli anni cinquanta, in quella Milano nebbiosa e prodigiosa, dove al Bar Jamaica della signora Lina a Brera, insieme a Manzoni, Recalcati, Fontana, Morlotti, Mulas, Alfa Castaldi e tanti altri artisti, fotografi, scrittori, si stanziava e si inventava il futuro. Etichetto con l’hashtag # CANCELLATO rifacendomi alle mie origini di arte Fluxus, alle utopie che sintetizzavamo nel concetto “arte e vita”, alle mie azioni “OVER, sovrapposizioni/cancellazioni, che operavo da gli anni 60 sulle mie stesse creazioni “reclame” per De Rica, Cirio, Deborah ecc….# CANCELLATO ( azione Over Ad’ Art ) è una etichetta che marchia “ i prodotti della storia” a cui diamo scadenza per il diffuso disinteresse alla cultura, come un prodotto della storia che non serva più.
Con questa azione voglio colpire l’indifferenza, il disinteresse, la superficialità, la negligenza, verso i valori dello spirito ed indurre alla riflessione per il ritorno ad un nuovo rinascimento, ad una comunicazione, più etica, per riscoprire il valore dell’arte per la vita”.
Franco Scepi nel mese di ottobre 2013 ha istallato fisicamente nella realtà il suo hashtag # Cancellato su i monumenti della storia dell’arte italiana in 22 città, per indurre alla riflessione verso il valore della cultura per gli uomini e la vita di tante vittime del lavoro che sono state cancellate. Scepi ha dedicato la sua opera all’associazione “Anmil” con la testimonianza critica dello storico dell’arte Enrico Mascelloni.
L’azione dell’artista Franco Scepi è iniziata dalla statua di Marco Aurelio in Campidoglio a Roma, con il supporto della Soprintendenza ai Beni Culturali e dei Comuni dove è stata creata l’azione avvenuta contemporaneamente: ad Asti, Brescia, Caltanisetta, Campobasso, Caserta, Catanzaro, Cuneo, Fermo, Grosseto, Formia, Macerata, Mantova, Piacenza, Reggio Emilia, Siracusa, Torino, Rovereto (Trento), Varese, Vibo Valentia .
Biografia Franco Scepi
Franco Scepi è figlio d’arte, madre pittrice, padre con vena poetica, zia musicista. Gillo Dorfles lo gli ha conferito l’appellativo di Inventore polivalente e ne ha ben ragione dal momento che Scepi ha sperimentato tutti i media e linguaggi: pittura, pubblicità teatro, cinema, pubblicità.
Franco Scepi infatti fu architetto scenografo al Teatro alla Scala di Milano (allievo di Nicola Benois) e in televisione (L'amico del giaguaro) e regista di film d’autore, Can Cannes e Packaging, presentati alla Biennale di Venezia nel 1980 e 1982, ha realizzato short-film, video-performance, video musicali e spot pubblicitari.
Nei primi anni 60 filma e fotografa eventi straordinari. È affascinato dal fuoco, dall’acqua, dalle conflittualità della natura, segue gli interventi dei pompieri e crea documenti visivi che definisce “effetti fuoco”, anticipando le correnti dell’arte concettuale.
Quando Andy Warhol rappresentò le sue Campbell’s Soup, ed i prodotti furono considerati segni d’arte contemporanea, Franco Scepi ne seguì l’esempio tanto da condividere con l’artista anche dei momenti creativi per Campari. Negli anni 70 e 80 ha lavorato per importanti aziende e prodotti: Cirio, Arrigoni, Ramazzotti, BIC, Deborah, Ovomaltina, San Pellegrino, Antonini, Castelli, Fiorucci, Autogril, Gaggia, GS, Euromercato.
Con Lino Casa e Claudio De Micheli fonda a Milano nel 1967 l’agenzia CDS dove nel 1977 entra come socio Gianni Sias, e nel 1977 è co-fondatore e promotore della casa di produzione Mercurio Cinematografica con i soci. Negli anni 80 con il gruppo dei soci fonda le agenzie Eurocom ed Azzurra.
Per oltre 10 anni, erede di Fortunato Depero in Casa Campari si è occupato dell’immagine dei prodotti dell’azienda, creando, producendo e dirigendo personalmente anche gli spot televisivi.
Frequentatore di Andy Warhol, ha definito il suo lavoro Over Ad’Art ed è stato premiato nel 1987 a New York con l’Oscar per la Pubblicità. Tra gli eventi Over Ad’Art “Caffè ad Arte”, creato e realizzato con Mario Schifano e con la partecipazione dell'attrice Brooke Shields. Over Ad’Art sintetizza una forma di espressione successiva alla Pop art. L’artista non utilizza più le immagini create da altri, ma rielabora le immagini pubblicitarie da lui stesso prodotte in un'opera successiva recuperandone i segni estetici ed usufruendo dei materiali originali in suo possesso. Over Ad’Art simboleggia e propone l’estetica nella comunicazione di massa per elevare l’immaginario collettivo.
Ha inventato la prima auto elettrica d’artista, riproposta da un suo spot. Ha disegnato manifesti per registi internazionali tra i quali Brian De Palma, Werner Fassbinder e ha progettato, dal 1980, eventi per costruire l’immagine della Città di Milano: Panoramica dei film di Venezia, Carnevale Ambrosiano, Festa dei Navigli, Topix: video scultura in Piazza Duomo.
Nel 1999 Michail Sergeevič Gorbačëv ed i Nobel della Pace hanno sottoscritto l’immagine Man for Peace, creata da Scepi nel 1977 per il manifesto del film L'uomo di marmo di Wajda, ispirata da Karol Woitjla e definita simbolo anticipatore del crollo del muro di Berlino. Differenti copie del monumento, con il sostegno del Museo MAGI, sono state acquisite da Città e Gallerie d’Arte. Con il simbolo Scepi's Man for Peace sono stati premiati dai Nobel, personaggi dello spettacolo che si sono distintisi per il loro impegno etico, tra i quali Roberto Benigni nel 2002, Nazionale Cantanti nel 2003, Cat Stevens nel 2004, Bob Geldof, Dawn Engle e Ivan Suvanjieff nel 2005, Massimo Cacciari nel 2007, Claudio Baglioni nel 2008.
Fra le sue opere più recenti, si segnala il grande monumento “Goccia della Terra”, esposto alla Fondazione Dino Zoli di Forlì. Il monumento, pensile, è dedicato a tutte le madri della Terra, a partire da Jetsum Pema, sorella del Dalai Lama e Grande Madre del Tibet, alla quale Franco Scepi ha donato il progetto dell’opera. La scultura è alta 4 metri x 1,80, pesa 10 quintali ed è stata realizzata dall’autore in terracotta refrattaria, secondo i metodi dell'antica Tebe, dichiara Scepi, e dipinta con colori traspiranti.
Un artista materico che raccoglie sulla tela stralci di giornali, fotografie, pagine di libri, cellophane e parole, modificando i riferimenti visivi e giocando con la semantica, le forme e i colori. Un modo di fare pittura che focalizza l’attenzione sulla complessità, la confusione e la precarietà di cui soffre l’uomo contemporaneo. Il titolo della mostra prende spunto dal titolo di un suo lavoro: “Il vento nel mio giardino”. Un elemento naturale che più di chiunque altro esemplifica la possibilità di cambiamento casuale delle cose e dell’eventualità di distruggerle.
“E venne il giorno in cui le parole non furono abbastanza e neppure le forme riuscirono a essere e solo i colori sopravvissero, senza coprire le tracce di ciò che accade e fu raccontato”. Se visitare una mostra è come entrare in un racconto questa sarebbe la giusta premessa alla visita nel mondo pittorico di Claudio Lucatelli.
L’uomo entra nelle tele di Lucatelli prevalentemente con la parola o solo in frammenti di immagine, quasi mai dipinti ma ripresi da fotografie o ritagli. In molti degli ultimi lavori l’ambientazione è prevalentemente esterna e in questo spazio, che allude al contesto naturale, le immagini, le forme, le parole e i segni si relazionano. Casualità o destino, muovono, agitano, modificano, alterano, scompongono e ricompongono, calmano. Le forze non agiscono mai sull’oggetto, sull’uomo o sul suo prodotto, ma sul costrutto mentale delle cose, sul concetto, sulla categorizzazione delle idee.
La ricerca espressiva dell’artista è in pieno fermento, ma gli elementi compositivi del suo linguaggio pittorico sono ben chiari: si stanno evolvendo verso una pittura sempre più informale in cui è ormai consolidata la scelta del collage e del dialogo tra semantica, semiotica e pittura.
Biografia
Nato a Specchia (LE), architetto laureato in indirizzo Tutela e Recupero dei Beni Storici e Architettonici è cresciuto
artisticamente nella Libera Accademia di Pittura di Vittorio Viviani (esponente del chiarismo lombardo) di Nova Milanese agli inizi degli anni 80.
Coltivando da sempre la passione per la pittura espone la prima volta (una collettiva) nel 1999 nell’ambito della
rassegna “Arte e Movimento” curata dall’artista Pasqualino Colacitti. Sono seguite altre collettive invitato dalla Famiglia Artistica Desiana. Alla Galleria SARGADELOS di Milano nel 2000, al Circolo Culturale “il Pettirosso” sempre a Milano nel 2001, allo spazio espositivo Cento Firme di Lissone nello stesso anno.
Alla Galleria E. Mariani di Seregno nell’ambito della rassegna “il linguaggio figurativo nelle scuole medie” nel 2002
e ancora nello Spazio Cento Firme a Lissone.
I lavori più recenti risentono dell’influsso dell’amico ed artista Giovan Battista Pastorelli esponente del Decostruzionismo Italiano.
Nel 2003 realizza una personale nel Palazzo Arese Borromeo di Cesano Maderno in occasione della rassegna” Echi del Salento” e nello stesso anno una personale a Como in S. Pietro in Atrio.
Nel 2012 personale a Specchia (Le) nel Castello Risolo in occasione della manifestazione “Coincidentia Oppositorum”.
A Marzo 2013 ospite nel Bianco Art Cafè di Seregno con la rassegna Grida Quieti.
A Dicembre 2013 partecipa alla Collettiva Pro Lampedusa SAVE MY DREAM allo Spazio Tadini di Milano
Alcune testate giornalistiche hanno pubblicato e descritto il suo lavoro, tra queste Il Cittadino, L’Esagono, Nuova Rassegna di Studi Meridionali, il Corriere di Como, la Gazzetta del Mezzogiorno, Qui Salento, Il Quotidiano di Lecce e
il Giornale di Seregno.