Brendan Cass – Spectral Views
In mostra una quindicina di lavori inediti che risaltano e confermano lo stile del giovane artista americano della scena newyorkese.
Comunicato stampa
Allievo-assistente come McKimens (che ha esposto recentemente allo Studio d’Arte Raffaelli) di un grande della pittura contemporanea statunitense, Donald Baechler, si caratterizza per una pittura intensa, perchè fatta di gesti e colori impetuosi. Una pittura veloce, di getto, con un colore che urla in libertà dove l'irrazionalità è l'unica regola. Ma il tutto confluisce in un qualcosa di già visto, in un qualcosa di familiare, a patto che si guardi l'opera (e ce ne sono di tutte le dimensioni) da una certa distanza. Ed ecco che da queste pennellate emergono paesaggi reali, o solo accenni dalle linee elementari; casette, piante, profili di montagne ci tranquillizzano la percezione, perchè quella deliziosa e caotica pittura irrazionale aggredisce, ci prende troppo di petto. Molti dei suoi paesaggi solo vagamente si rifanno a luoghi che ha visitato, che troviamo riconfermati nei titoli delle opere o più banalmente nascono da qualche volantino, cartolina o depliant trovati per caso. Il risultato è qualcosa di unico e assoluto perchè pura energia che si realizza totalmente nel suo studio, luogo in cui la sua creatività prende forma.
Paesaggi mentali? Probabile, visto l'uso del colore così indipendente da ogni schema formale, unicamente tenuto a freno da questi accenni alla realtà. I dipinti di Brendan Cass che dà il meglio di sé nei grandi formati, diventano frammenti, flash di una Natura che si manifesta nella sua essenza più intima. I suoi dipinti danno gioia, emozionano concettualmente perchè hanno in nuce un antico e rinnovato piacere estetico dato da un'impostazione strutturale di matrice romantico-meditativa cara al paesaggismo tedesco. E non solo: le sue opere si affacciano sul fantastico, su quei territori che abitano la mente dell'artista, sempre pronti a diventare qualcos'altro, grazie alla tecnica del non finito e a colori acidi e psichedelici destinati a essere (mai) completati dalla nostra immaginazione.
L'esposizione è accompagnata da un catalogo con testo critico di Marco Tomasini.