Brescia Photos
45 immagini, 3 autori di prestigio internazionale
per rappresentare e interpretare Brescia e la sua provincia
attraverso immagini che vanno all’essenza di un’identità che cambia.
Uno speciale omaggio al territorio bresciano attraverso le opere di tre grandi fotografi, riproposte in occasione del Brescia Photo Festival e dei 70 anni dalla fondazione della famosa agenzia Magnum.
Comunicato stampa
In occasione del bicentenario della sua istituzione (1802-2002), la Camera di Commercio di Brescia presentò un magnifico volume intitolato “Brescia photos”. Realizzato in collaborazione con l’editore Contrasto, rappresentava la straordinaria raccolta di fotografie scattate da 3 autori di prestigio internazionale dell’agenzia Magnum: Harry Gruyavert, Alex Majoli, Chris Steele-Perkins.
Una significativa selezione di quel corpus fotografico è stata oggi individuata da Luigi Di Corato, direttore della Fondazione Brescia Musei per dar vita a 3 fotoracconti, uno per ciascun autore, che – nell’ambito del Brescia Photo Festival e della ricorrenza dei 70 anni dalla fondazione dell’agenzia Magnum – racconteranno e faranno conoscere un progetto di straordinaria qualità, realizzato dalla lungimirante Camera di Commercio bresciana e riproposto eccezionalmente in occasione del Festival tramite una grande proiezione nel cuore della sua sede, la Sala Consiliare.
Visionabili dal 7 al 12 marzo presso la sede della Camera di commercio di Brescia, i 3 foto racconti “Brescia photos” accompagneranno i visitatori attraverso il territorio bresciano, una realtà complessa, radicata nelle proprie tradizioni, ma anche innovativa, aperta, spesso anticipatrice e coraggiosa nell’accettare il confronto e il dialogo con i diversi, protagonista di un altruismo che fa sintesi fra l’impegno del singolo e la capacità di ricondurre a sistema iniziative che diversamente sarebbero aleatorie e non destinate a durare.
Giuseppe Ambrosi – Presidente della Camera di Commercio di Brescia, così commenta la collaborazione: “La Camera di Commercio partecipa al Brescia Photo Festival 2017 riprendendo e, nel contempo, esaltando la felice intuizione del 2003, quando volle celebrare la brescianità attraverso una visione con occhi “diversi”, stranieri o comunque non bresciani. Ne scaturì un linguaggio ancora oggi fresco, efficace ed attuale, che ha fatto maturare la consapevolezza di aver lasciato un piccolo segno nella storia dei fotoreportage internazionali.”
La scelta dei tre autori non fu casuale e ancora oggi i loro reportage esprimono tratti distintivi, che potranno essere apprezzati nella selezione che ha dato luce ai fotoracconti.
Se il belga Harry Gruyaert è maestro nel cogliere le luci e i colori di terre vicine e lontane e di restituire il senso profondo della psicologia di chi le abita, l’italiano Alex Majoli è autore dalla cultura senza frontiere e dalla acuta sensibilità storica e sociale, mentre l’anglo-birmano Chris Steele-Perkins riesce a coniugare un uso espressivo del colore con capacità non comuni di sintesi fotografica.
A ciascuno di loro fu affidato un filone tematico di massima: ad Harry Gryyaert il paesaggio naturale, le opere dell’uomo e l’arredo urbano; ad Alex Majoli la società; a Chris Steele-Perkins l’economia e il lavoro.
Questa attribuzione di temi ha inteso unicamente tracciare un canovaccio iniziale, utile per orientare e coordinare l’impegno dei tre autori, per il resto lasciati completamente liberi di interpretare la realtà così come essi l’hanno colta e vissuta durante il loro soggiorno a Brescia. Gli autori non si sono sempre attenuti in modo rigoroso la ripartizione per argomenti individuata e ciascun insieme di immagini da loro realizzate costituisce una particolare “visione” della realtà bresciana, esaltando – secondo la personale sensibilità dell’autore – relazioni tra i fenomeni, nodi tematici o problematici.
Brescia Photos è dunque un omaggio a Brescia e al suo territorio con un taglio non meramente promozionale, ma una lettura vera, coraggiosa, da punti di vista diversi, che pur esaltando le eccellenze non nasconde i problemi e non semplifica la complessità. Un messaggio forte dunque, da parte di una comunità pragmatica e concreta, capace di interrogarsi su se stessa, di mettersi in discussione per migliorarsi, anche attraverso lo specchio dell’arte.