Brigitta Loch – Donne
Il tema principale è quello della figura femminile, che occupa lo spazio senza lasciare trapelare nulla della condizione o della storia; un contatto a pelle con la materia sino agli inquietanti ritratti in bianco e nero, dove la pennellata è più sciolta e filante.
Comunicato stampa
Brigitta Loch nasce nel Baden-Wurttemberg, a nord di Stoccarda e si laurea all'Accademia d'Arte in Architettura d'interni e in Ingegneria.
La sua vocazione è internazionale, lavora a Singapore ,negli Stati Uniti a Dallas e per un anno soggiorna in Italia ad Avezzano. Sempre impegnata in una ricerca non solo teorica ma di applicazioni didattiche, nel 2010 conduce con Raffaela Hanke un progetto con 327 bambini delle scuole elementari di Piolenc, per insegnare l'arte.
La sua è una pittura scultorea, quasi tridimensionale, per le masse imponenti che dominano su grandi tele, un impianto delle figure michelangiolesco, tanto da parere le Sibille della Sistina in chiave tedesca.
Il tema principale è quello della figura femminile, che occupa lo spazio senza lasciare trapelare nulla della condizione o della storia; un contatto a pelle con la materia sino agli inquietanti ritratti in bianco e nero, dove la pennellata è più sciolta e filante.
La celebre immagine della MELANCOLIA I di Durer è filtrata sino a noi, la ritroviamo nel distacco dal soggetto e nella posizione pensosa dei corpi, nella sognante immobilità delle donne: la pittrice elabora le proprie idee e rivive artisticamente le speculazioni filosofiche caricandole di tensione fantastica. La decisione di dipingere i corpi e i volti occupando tutta la superficie disponibile e in grandi formati sembra voler escludere la ricerca sia di un impianto prospettico che di una dimensione ambientale, quasi che le figure uscissero dalla dimensione in cui sono confinate per diventare vive.