Bruno Bordoli – Con Anima
La mostra vuole essere un riassunto, non esaustivo, del grande lavoro pittorico dell’artista il quale, dagli inizi degli anni sessanta fino ad oggi, ha realizzato – con tecniche pittoriche diverse – oltre 10.000 opere. Esposti a Sondrio i più significativi esempi di collages, carte, disegni e tele.
Comunicato stampa
La Galleria Gruppo Credito Valtellinese di Sondrio e il MVSA, Museo Valtellinese di Storia e Arte, inaugurano, martedì 11 febbraio, la mostra “Con Anima”, dedicata alle opere di Bruno Bordoli.
La mostra vuole essere un riassunto, non esaustivo, del grande lavoro pittorico dell’artista il quale, dagli inizi degli anni sessanta fino ad oggi, ha realizzato – con tecniche pittoriche diverse - oltre 10.000 opere. Esposti a Sondrio i più significativi esempi di collages, carte, disegni e tele.
Sono numerose le suggestioni dalle quali Bordoli trae fonte di ispirazione per il suo lavoro: le via crucis conservate nelle chiese e visitate in età scolare, i sacri monti del nord Italia, le sacre rappresentazioni della Settimana Santa, la Val Porlezza, il Cammino di Santiago di Compostela, i film di Pasolini, ma anche eventi di cronaca e attualità come l’attentato del 2001.
Di forte impatto, fin dagli esordi, è la forza poetica e intimistica dei suoi lavori: il linguaggio usato da Bordoli si contrassegna di valori pittorici che lo accompagnano in tutto il suo iter creativo. Il colore espressivo, il segno marcato, la pittura forte, la pennellata sciolta rappresentano un mondo interiore, benché sempre ispirato alla realtà circostante. Sono due le anime portanti che da sempre hanno ispirato l’opera di Bordoli: l’Espressionismo e il Surrealismo, entrambi intesi nelle loro possibili declinazioni, dai fauves alla metafisica per proseguire con l’Espressionismo astratto e la nuova figurazione selvaggia. La sua pittura si modula nell’uso di un linguaggio espressionistico – figurale e successivamente espressionistico – astratto: i soggetti iconografici (prevalentemente la figura umana) non assumono la forma canonica in quanto l’artista non è interessato alla verosimiglianza e all’alta fedeltà visiva ma alla sua dimensione più intima, più profonda, più interiore, pur mantenendo sempre un rapporto forte con il reale. Il mondo circostante funge da veicolo per esplorare la dimensione interiore e i soggetti trovano ispirazione dal paesaggio, dalle letture, dalle credenze popolari.
Per Bordoli il dipinto è luogo e ne consegue che, nella quasi totalità della sua produzione, sono rappresentate figure umane quali archetipi e simboli delle proprie fisicità e interiorità messe a confronto con l’esterno contingente rivisitato nella precarietà della dimensione temporale.
La sua formazione artistica si compie al di fuori degli ambienti accademici, a stretto contatto con la propria terra, Porlezza, vero punto di riferimento della sua esistenza, fonte di ispirazione che racchiude il valore archetipo del grembo protettivo e del dialogo con la natura e il paesaggio.
L’anno 1967 segna, per Bordoli, un nuovo inizio con l’unione in matrimonio con Laura Cosentino e la firma stesa sulle sue opere che, da quel momento, viene preceduta dalla lettera L (Laura) in segno di condivisione della propria vita artistica.
La mostra, a cura di Daniele Astrologo Abadal e accompagnata da un catalogo edito dalla Fondazione Gruppo Credito Valtellinese, con un testo di Philippe Daverio e un’intervista dei commissari delle esposizioni all’artista, si sposta nel mese di aprile alla Galleria del Credito Siciliano di Acireale e nel mese di giugno presso il nuovo spazio espositivo XX Settembre a Fano.