Bruno Cattani – Memory Box
Per la sua prossima esposizione, Photographica FineArt Gallery presenta una mostra personale dedicata all’artista italiano Bruno Cattani.
Comunicato stampa
Per la sua prossima esposizione, Photographica FineArt Gallery presenta una mostra personale dedicata all’artista italiano Bruno Cattani.
La fotografia è, nella sua intima struttura, strumento di registrazione, di conservazione ma anche di diffusione e di recupero delle memorie individuali e collettive. L’esposizione Memory Box di Bruno Cattani è un viaggio nel passato che rivive nel presente, dove la memoria personale e collettiva si uniscono dipingendo in questo modo reminiscenze di vita.
In mostra saranno presenti una quarantina di scatti, frutto di un lavoro decennale, per compiere un percorso attraverso i luoghi che formano la nostra memoria, luoghi che da sempre portiamo dentro. La malinconia di ciò che è stato, il rimpianto del passato che veste le forme di un sottile piacere, un’immagine impallidita, solo accennata, che riemerge ad un tratto tra le pagine di un libro sfogliato come una musica confusa.
Attraverso questi scatti tornano attuali e immediati momenti trascorsi, frammenti di reale che ci restituiscono emozioni di vite e situazioni che non ci sono più. I soggetti sono molti ed eterogenei ma la storia che raccontano è quella di una riscoperta del passato, una ricerca tra volti, oggetti, luoghi e giocattoli. Si parte da Reggio Emilia, la città dell'autore, da lì la narrazione si accresce, finendo per passare dalla vita di Cattani a quella dell'osservatore. Una poetica rilettura della storia attraverso il filtro della memoria che da personale diventa collettiva, coinvolgente e sognante.
Ci sono diverse tipologie di immagini, in questo lavoro di Cattani: ci sono frammenti di paesaggi della città e della campagna, del mare e della montagna, nelle quali il mondo pare spesso visto attraverso una sorta di filtro che opacizza l’immagine, la rende meno nitida e più penetrante. Quel filtro sono gli occhiali della memoria, che indossiamo quando ci capita di guardare qualcosa che immediatamente fa affiorare in noi un certo ricordo lontano.
Le immagini di Bruno Cattani sono rivestite di colori mai gridati, tenui, che esprimono quasi un desiderio, una tensione al bianco e nero, con una sorta di alone scuro di bordi dell’immagine, rafforzato dal riquadro nero che le incornicia: anche questo contribuisce a una presa di distanza, a un senso di lontananza nel tempo, come se queste visioni si fossero spogliate, nel loro viaggio dentro il tempo, di ogni elemento superfluo. Anche la costante presenza di zone a fuoco e di altre sfuocate non è solo una sollecitazione per il nostro nervo ottico, ma il segnale di una duplicità della visione, che non è, meramente ottica, ma psicologica.
(Tratto da un testo di Sandro Parmiggiani)
Biografia:
Bruno Cattani nasce a Reggio Emilia il 16 novembre 1964 e inizia la professione di fotografo nel 1982. E’ foto giornalista dal 1988 e collabora con diverse riviste nazionali e testate locali.
Nel 1996 prende parte a un progetto collettivo dei Musei Civici di Reggio Emilia che porta alla realizzazione dell’esposizione Metti il fotografo al Museo. E’ da questo momento che inizia la sua ricerca fotografica sui luoghi dell’arte. In un secondo momento, sceglie di svuotare questi luoghi dalla presenza umana e immergersi in un mondo silenzioso fatto di scultura, con lo scopo di ridare vita a visi e corpi del passato attraverso movimenti immaginari fatti di luci e ombre.
Nel 1999 riceve l’incarico dal Musée Rodin di svolgere un lavoro sulle opere dello scultore e, nell'ambito di un rapporto di collaborazione tra l'Istituto di Cultura Italiana a Berlino e il Pergamonmuseum, è invitato a realizzare una ricerca sul luogo, che poi espone in entrambe le sedi. Sempre nel 2000 è presente nell’esposizione D’après l’Antique, tenutasi al Museo du Louvre, con una fotografia scattata nel cortile dei Musei Capitolini di Roma e la sua mostra L’arte dei luoghi, curata dalla Maison Européenne de la Photographie e dall’Istituto italiano di Cultura di Parigi, è inserita all’interno del programma del Mois de la Photo di Parigi. E’ da questo momento che la sua attenzione e la sua ricerca si spostano sul concetto di memoria che si snoda e si sviluppa come un viaggio all’interno del ricordo. Ora il fotografo cerca di far rivivere il passato emozionale, collegandolo con il presente per mezzo di un’immagine narrativa ed evocativa.
Nel 2009, in occasione dei Rencontres d’Arles, alcune sue fotografie sono inserite nella collettiva Musée Réattu, Chambres d’Echo. Nel 2010, presso le sedi espositive di Palazzo dei Principi di Correggio e Palazzo ducale di Castelnuovo né Monti, si tiene la personale dal titolo Memorie, con un libro edito da Allemandi a cura di Sandro Parmiggiani.
Il 2013 è l’anno di un nuovo progetto Playing Dreams, una ricerca sugli oggetti-giocattolo e sulla creatività infantile tra desiderio e realtà che viene presentata in una personale alla Galleria VisionQuest di Genova.
Nel 2014 il centro del suo lavoro si concentra sulla costante ricerca e l’ampliamento del progetto Memorie: viene ristampato e ampliato il libro omonimo, questa volta edito da Danilo Montanari Editore, e vengono fatte due personali sul progetto, una alla Bugno Art Gallery di Venezia, e l’altra a cura del CRAF, all’interno del Festival di Spilimbergo.