Bruno Innocenti – Scultore
La più grande mostra dedicata allo scultore nell’ultimo mezzo secolo: 55 opere, tra cui il ritratto di Pietro Parigi, non più esposto dal 1929.
Comunicato stampa
Ha parlato attraverso la scultura, linguaggio difficile e straordinario, Bruno Innocenti, una voce coraggiosa e libera del Novecento italiano. Una voce che dal 23 ottobre al 13 novembre sarà possibile riascoltare con gli occhi e con il cuore a Palazzo Grifoni a San Miniato (Pisa), per iniziativa della Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato che a Bruno Innocenti dedica una mostra di cinquantacinque sculture in marmo, bronzo, terracotta e gesso. La più grande mostra che sia stata organizzata negli ultimi cinquant’anni e che vedrà riesposto, per la prima volta, dopo la Permanente di Milano del 1929, il ritratto di Pietro Parigi, maestro della xilografia moderna. Un' esposizione di rilievo nazionale che ripercorre le tappe salienti di una carriera di estrema coerenza culturale, improntata ad un approccio di spiccata evidenza naturalistica e impreziosita da costante anelito alla bellezza e alla memoria della classicità e del Rinascimento toscano.
Bruno Innocenti (1906-1986), allievo prediletto di Libero Andreotti, suo assistente dal 1926 e suo successore nella cattedra di Scultura all’Istituto d’Arte di Firenze, è stato riconosciuto come uno dei maggiori scultori fiorentini del Novecento. Educato sull’arte classica e rinascimentale, ma altresì aperto a quella moderna, soprattutto francese, Innocenti ha svolto la sua ricerca non turbato dalle mode, come ebbe a scrivere Renzo Federici nella presentazione della mostra a Palazzo Strozzi a Firenze nel 1973. Presente alle più importanti esposizioni europee e italiane del secolo passato, ha partecipato alla Seconda Mostra del ‘900 italiano alla Permanente di Milano nel 1929, alla Mostra dell’Arte Italiana a Parigi, 1935, a quella di Atene, 1936, di Dusseldorf, 1937, all’Esposizione Universale di Parigi, 1937, alle Biennali di Venezia, in quella del 1938 con una sala personale, alle Quadriennali di Roma e alle Triennali di Milano. Bruno Innocenti ha ricevuto prestigiose commissione pubbliche: da ricordare, del 1933, il gruppo Apollo e le Muse per il Teatro Comunale di Firenze; oppure la Lilia, opera di grande misura estetica, già eseguita per la Quadriennale d'Arte Nazionale del 1930, è oggi presso la Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma.
La mostra dedicata a Bruno Innocenti è interamente sostenuta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato, che con quest’iniziativa, spiega il presidente Antonio Guicciardini Salini “vuole riaffermare in modo deciso e sostanziale uno dei fondamenti della nostra presenza e del legame con la comunità e il territorio samminiatese”. Salini ricorda anche come il legame di Innocenti con San Miniato assume “un significato simbolico e si fonda sulla presenza del grande gruppo ligneo Il Cristo e le Marie, 1968, che fu qui esposto nella storica Mostra d’Arte Sacra della Diocesi di San Miniato nel 1969, e successivamente a Palazzo Roffia nel 1972, per l’Istituto del Dramma Popolare, nella mostra Prima ipotesi di immortalità“. Una mostra simbolica questa, che segna il ritorno del grande scultore in San Miniato e che si propone come la conferma dell’attenzione della Fondazione verso la cultura artistica del territorio”.