Buddha10
Frammenti, derive e rifrazioni dell’immaginario visivo buddhista.
Comunicato stampa
Quali significati hanno gli oggetti rituali presenti nelle collezioni del MAO e come venivano utilizzati e percepiti nel loro contesto originario? Perché e come sono entrati a far parte del patrimonio del museo – così come di altri musei di arte asiatica in ambito europeo? E ancora: quali sono i problemi posti dalla conservazione e dal restauro, subordinati al gusto e alle tecniche che cambiano nel tempo? Qual è il rapporto fra buddhismo e nuove tecnologie?
Da queste domande prende avvio la nuova mostra Buddha10. Frammenti, derive e rifrazioni dell’immaginario visivo buddhista, un progetto che parte dalle opere presenti nelle collezioni per aprire prospettive più ampie relative a questioni che riguardano il museo, le sue collezioni e su cosa significa gestire, custodire e valorizzare un patrimonio di arte asiatica in ambito occidentale.
Nelle sale dedicate alle esposizioni temporanee, in uno spazio essenziale ed evocativo, oltre venti grandi statue buddhiste in legno o pietra di epoche diverse (dal V al XIX secolo) delle collezioni del MAO saranno accostate ad alcune sculture - tra cui due straordinarie teste scultoree in pietra di epoca Tang (618-907 d.C.) - provenienti dal Museo delle Civiltà di Roma, con cui il Museo ha avviato una proficua e articolata collaborazione, e a un importante prestito proveniente dal Museo Chiossone di Genova.
Le opere saranno poste in dialogo o in contrasto fra loro, in un rapporto dialettico e diacronico che apre traiettorie di riflessioni su molte tematiche: il rapporto fra vero e falso, fra scienza e religione, la capacità del restauro di rivelare e nascondere, come due tipologie di ripristino possono modificare profondamente due opere simili, il ruolo della luce nella fruizione delle opere e molto altro.
In occasione dell'inaugurazione, mercoledì 19 ottobre ore 19
DAL:UM
Gayageum e geomungo: i più celebri strumenti a corda coreani in dialogo tra tradizione e sperimentazione.
Duo di Seoul che esplora le possibilità sonore dei due strumenti a corda tradizionali più celebri della Corea (gayageum e del geomungo), le Dal:um costruiscono un avvincente universo sonoro tramite l’utilizzo di pratiche sia tradizionali che sperimentali e facendo tesoro di delicate dinamiche e momenti di silenzio.
Ingresso libero all'evento fino a esaurimento posti disponibili.