Burning wood…Purificazione
La mostra unisce tre artisti di diversa nazionalità e dalla differente formazione artistica attorno al concetto estetico e filosofico della purificazione in un ideale e non del tutto metaforico bosco che brucia.
Comunicato stampa
La mostra unisce tre artisti di diversa nazionalità e dalla differente formazione artistica (Maria Amos, pittrice russa di nascita e tedesca d’adozione; Gino Russo, fotografo italiano; Franz Stähler, scultore tedesco) attorno al concetto estetico e filosofico della purificazione in un ideale e non del tutto metaforico bosco che brucia.
L’idea della mostra nasce infatti dalla serie fotografica Rivelazione, con la quale Gino Russo ha immortalato gli effetti dell’incendio che colpì i boschi savonesi nel 2009. Partito per documentare il rogo, il fotografo è stato colto letteralmente da meraviglia e stupore nello scoprire che, spogliando il bosco, il fuoco aveva fatto emergere un’infinità di oggetti industriali portati lì abusivamente da chissà quanti anni: lavatrici, bottiglie, lamiere, bombole, gabbie, sifoni, motori, insomma una serie meticolosa di scarti che col tempo hanno iniziato a decomporsi (per quanto possibile), venendo assimilati dalla crescita e dal movimento del bosco. Le immagini che sono nate rivelano dunque una realtà amara e inaspettata, che solo la devastazione del fuoco ha potuto svelare.
Il fuoco è l’elemento dal quale proviene un altro tipo di scarto. Durante la realizzazione dei famosi oggetti in vetro di Murano, la materia non utilizzata viene gettata e restituita alla terra. Questi grossi blocchi informi di vetro colorato vengono recuperati da Franz Stähler e incastonati su un altro oggetto giunto alla fine del suo ciclo economico: il pallet.
La sapiente unione di questi due elementi contrastanti provoca un effetto fortemente estetico e simbolico. Il pallet è l’oggetto più semplice ed efficace nel quale può riconoscersi il mercato globale: su di esso si muovono milioni di tonnellate di merci ogni giorno. Nello stesso tempo è una scultura minimalista a tutti gli effetti, perfettamente compiuta nella sua gemoetria e nel metallo riflettente. Franz riflette sui criteri con i quali oggi viene attribuito valore a un oggetto e, al contempo, rivaluta i materiali e i processi artigianali elevandoli al rango di preziose opere d’arte contemporanea.
Proseguendo sulla linea di sublimazione e astrazione del concetto di purificazione, il lavoro di Maria Amos riesce ad esprimere la delicatezza e la violenza della vita in immagini complesse e rarefatte.
Testi antichi e nuovi vengono prima liberati (dalle pagine, dall’alfabeto, dalla copertina o dallo stesso significato) e poi incastonati nel vetro. Anche gli animali e i fiori morti partecipano a questa sorta di incanto e di trasformazione. Maria Amos reinterpreta i codici della vita utilizzando anche segni di colore o vere e proprie raffigurazioni pittoriche che a loro volta giocano con l’immagine riflessa dal vetro.
Scultura pittura e fotografia si incontrano nel raffinato e intimo spazio architettonico della Galleria Violabox, invitando lo sguardo alla migrazione intellettuale e i sensi al rapimento estetico.
BIOGRAFIE
Maria AMOS è nata in Russia nel 1958 e attualmente vive e lavora fra Germania, Italia e Francia. Ha iniziato a dipingere il giorno del suo 45° compleanno, utilizzando i colori a olio e gli stessi temi del defunto compagno Robert Amos, artista e curatore con il quale aveva lavorato a progetti espositivi relativi a importanti artisti tedeschi contemporanei, come ad esempio Joseph Beuys.
Esauriti i colori di Robert, la ricerca artistica di Maria Amos si è sviluppata in maniera autonoma, unendo alla pittura l’elemento oggettuale utilizzato sia in termini neo-realistici, sia in modo simbolico e concettuale.
Mostre personali
2010 Albissola Marina, Circolo degli artisti
2008 Beausoleil, Bureu du developpement durable
2008 Monte Carlo, Galeria Art Talent Scout
2007 Cap d'Ail, Villa Roc Fleuri
2007 St. Menaio Garganico (Puglia, IT), Associazione Culturale Villa Santovito
2007 Monte Carlo, Comité National
Monegasque
2006 Faenza, Galleria Comunale
2005 Vaison la Romaine, Hote Burhous
2005 Savona
Mostre collettive
2010 Nice, Valrose University
2010 Shanghai
2008 Cap d'Ail, Villa Roc Fleuri
2007 Cannes, MJC Picaud
2006 Monte Carlo, Comité National Monegasque
2007 Savona, Palazzo della Provincia
2007 Tunisi, Palazzo dell’Esposizione
Gino RUSSO (Torino 1959) è un fotografo eclettico e impegnato in ricerche che spaziano fra i diversi linguaggi della fotografia. Dopo la laurea in Scienze Politiche Internazionali comincia la sua attività di fotogiornalista a Londra. A Parigi si diploma in fotografia sviluppando una carriera come reporter Worldwide. Ha fotografato in Bosnia, Libano, Iraq e in molte altre parti del mondo per raccontare i drammi, gli ambienti e le varie culture in cui vivono gli uomini. La necessità di approfondire il fenomeno della fotografia lo porta a intraprendere nuovi studi che gli fruttano una seconda laurea specialistica in Filosofia con una tesi sulla filosofia della fotografia (Università di Genova).
Accanto all’attività di fotogiornalista e reporter si dedica alla fotografia di ricerca intimista e, dal 2004, cura come Art Director, a Finale Ligure, la Rassegna Internazionale di Fotografia di Mare. Oltre a diversi riconoscimenti e incarichi ottenuti in Italia e all’estero, è co-fondatore dell’Associazione Culturale Frammenti, volta a privilegiare e diffondere la comunicazione e la cultura visiva. Ha pubblicato molti reportage sulla stampa italiana ed estera, ha fatto parte di giurie in mostre e concorsi, scrive saggi di analisi e tiene corsi di fotografia teorica e applicata.
Premi, riconoscimenti e mostre recenti:
2010 Dis/umane Tenerezze, mostra personale nell’ambito del Festival dell’Inquietudine (Finalborgo, SV)
2009 Il Fantasma di Balestrino, mostra personale nell’ambito del Festival dell’Inquietudine (Finalborgo, SV)
2003 Primo premio Festival di Fotografia di Vannes (Francia).
2002 Premio miglior fotografo del mese (luglio) ed. Vis à Vis, Parigi.
Principali collaborazioni editoriali:
Buissines Traveller (Londra)
New Hollad (Londra)
Museo di Storia Naturale (Parigi)
Lerner (USA)
Adac (Germania)
Il Secolo XIX
El Periodico (Barcellona)
LiberEtà, mensile (Roma)
Liberal (Roma)
Qui touring (Milano)
Repubblica viaggi
Specchio (La Stampa)
Franz STÄHLER (Niederzeuzheim, Germania 1956) lavora come scultore a livello internazionale, prediligendo opere di grandi dimensioni allestite in contesti urbani e naturali. Dopo aver iniziato a lavorare la ceramica nel 1975, presto inizia ad utlizzare nelle sue sculture mattoni e legni anneriti dai secoli, ritrovati nelle campagne e sotto terra. Questi antichi materiali di scarto continuano ad affascinarlo ancora oggi e, dal 1995, Stähler utilizza insieme molti diversi elementi industriali e naturali.
I suoi lavori sono stati esposti, fra l’altro, in Germania, Italia, Francia, Inghilterra, Egitto e Stati Uniti e molte opere sono state acquistate diventando installazioni pubbliche permanenti. Nel 1987 ha vinto il Premio Faenza per la scultura ceramica.
Sue opere possono essere ammirate in Germania (Baden Baden, Boeblingen, Darmstadt) e in Italia (Bologna, San Casciano Montefiridolfi Centro d’Arte La Loggia, Faenza, Briosco Fondazione Rossini, Cermes Labyrinthgarten tenuta Kränzel, Varazze).
Mostre recenti
2010 Briosco, IT, Fondazione Pietro Rossini
2010 Monza, diverse sedi pubbliche.
2010 Monte Carlo, Giardins des Boulingrins
2009 Cannes, MJC Piacaud
2009 Cap d’Ail, Villa Roc Fleuri
2008 Arboretum de Roure (F)
2008 Monaco, Arte Ecologia
2007 San Casciano, IT, Centro d’Arte La Loggia
2005 Gigondas, FR, Cheminement de sculptures
2004 Atene, Olympic Park
Fiere
FIAC Paris
Art Colon
Arte Fiera Bologna
Art Frankfurt
Artissima Torino
Milano Arte Fiera
Art Brüssel
Art Basel
Luca BOCHICCHIO (Belluno 1981) è dottore di ricerca in storia dell’arte contemporanea. Attualmente è ricercatore a contratto presso il DIRAS, Università di Genova, dove segue il progetto di sviluppo del Museo Diffuso d’Arte Contemporanea di Albissola Marina.
Lavora anche come critico e curatore. Ha pubblicato su Tk/Artkey, Juliet Art Magazine, Tecnologie Didattiche (CNR), Opuscula Musealia, Ore Piccole e in diverse raccolte di saggi. Nel 2009 ha curato con Franco Sborgi e Leo Lecci la mostra “Savona Futurista” e, nel 2010, le personali di Franz Stähler (Monte Carlo) e di Maria Rebecca Ballestra (Parigi). E’ stato sia relatore che organizzatore di convegni e conferenze internazionali e dal 2006 al 2009 è stato critico e curatore per Galleria Studio44 (Genova).