Caio Gracco – Shifters
Lo studio d’arte contemporanea Pino Casagrande ospita la prima parte del progetto “Elaborazioni” di Caio Gracco, una serie fotografica in cui la figura umana si moltiplica e si apre al movimento, producendo un’ immagine in continuo divenire.
Comunicato stampa
Lo studio d’arte contemporanea Pino Casagrande ospita la prima parte del progetto
“Elaborazioni” di Caio Gracco, una serie fotografica in cui la figura umana si moltiplica e si apre
al movimento, producendo un' immagine in continuo divenire.
Con la mostra Shifters l’artista mette in scena il processo sempre in fieri della costruzione del
sé e della soggettività, di un'identità che vive nel tempo e del tempo dispiegandosi di fronte
allo spettatore nel suo essere multipla, variabile, molteplice ed aperta. Nelle fotografie i corpi
si fondono, si confondono, entrano l’uno nell’altro costringendo l’osservatore a
confrontarsi con un’ immagine sempre in costruzione in cui diventa impossibile stabilire
una cronologia temporale o una successione fissa tra i piani di profondità.
Shifters, il titolo della mostra, allude al tempo stesso all’identità mobile e mutante delle figure
umane rappresentate nelle fotografie e al termine con cui in linguistica viene indicata una
specifica categoria di segni che racchiude in sé la potenzialità del mutamento. Il pronome
personale “io”, massima espressione della soggettività, è uno di questo segni.
Il momento aurorale del progetto è rappresentato da scatti realizzati in studio in un intenso
lavoro di regia in cui Caio Gracco dirige i modelli-performer in sequenze dinamiche e
movimenti appositamente pensati in vista dell’operazione successiva di lavorazione digitale. E’
in questa seconda fase che le immagini vengono sovrapposte creando una moltiplicazione di
figure che si compenetrano in un gioco costante tra corpi pieni e corpi diafani, tra opacità e
trasparenze.
Le sovrapposizioni innescano un ritmo serrato e quasi ansimante, un movimento che spinge le
figure a confondersi l’una dentro l’altra, ma anche a venir fuori dal fondo neutro e privo di
coordinate dell’immagine fotografica.
Questa scansione formale di vuoti e pieni genera un’oscillazione tra presenza e assenza, come
se qualcosa cercasse di emergere verso la superficie, verso una definizione che svanisce ogni
volta per essere nuovamente voluta. La dinamica della moltiplicazione dei corpi assume
allora il senso profondo di equilibri precari trovati e continuamente perduti, equilibri
inquieti che assumono in alcune immagini fotografiche tonalità drammatiche.
Caio Gracco vive e lavora a Roma. Sin dagli anni ‘70 ha integrato la sua ricerca pittorica con la
sperimentazione di medium diversi: dalle ricerche sulle potenzialità estetiche dei materiali plastici in
collaborazione con la Basf, alle più recenti indagini sulla fotografia declinata come indagine sul corpo e
come opera pubblica, ad esempio con il progetto “così ci vogliono” del 2007 per la città di Napoli e il Pan.