Camera chiara
In mostra le opere di sette autori che hanno fatto della fotografia il punto di partenza per lo sviluppo delle loro ricerche, gli artisti di Camera chiara, piccola compagine internazionale, sono accomunati dall’operato di pre e/o post produzione quale scelta stilistica intrinseca nella loro estetica.
Comunicato stampa
In mostra le opere di sette autori che hanno fatto della fotografia il punto di partenza per lo sviluppo delle loro ricerche, gli artisti di Camera chiara, piccola compagine internazionale, sono accomunati dall’operato di pre e/o post produzione quale scelta stilistica intrinseca nella loro estetica.
La camera chiara (o lucida) era uno strumento che permetteva di disegnare in maniera meticolosa, utilizzando un prisma che riusciva a proiettare sulla superficie designata i dettagli fondamentali della scena. Questo strumento dell’800 può essere visto, in parte, quale antesignano del computer che permette ai creatori di oggi di proiettare, manipolare e reinterpretare le immagini.
Dobbiamo abbandonare l’idea che la fotografia sia fatta esclusivamente di acidi, reazioni chimiche e odoranti camere oscure, infatti, la digitalizzazione del processo meccanico sta diventando dominante, in particolar modo in campo artistico, aprendo la strada a infinite varianti sia dal punto di vista tecnico, che dal punto di vista del soggetto/oggetto della foto - chiamato Spectrum nel saggio “La camera chiara” di R. Barthes pubblicato nel 1980. I soggetti o le scene, pur essendo diversi per ogni autore di questo gruppo, sono ugualmente atti a interpretare, analizzare, ipotizzare, anticipare e, a volte, fantasticare sull’attuale momento storico, scaturendo così una comprensione (Punctum - sempre secondo R. Barthes) atta a rompere e a travalicare i nostri meccanismi mentali e i nostri preconcetti.
Aqua Aura - Giacomo Costa - Gohar Vashti - Me Nè - Nicolò Quirico - Jalal Sepehr - Sandy Skoglund