Camere 1 – Le geometrie della Luce
Kromya Art Gallery inaugura il nuovo spazio con la mostra “Camere 1” dedicata a tre grandi maestri dell’Optical Art.
Comunicato stampa
Kromya Art Gallery nasce dalla passione per la divulgazione dell’arte di Giorgio Ferrarin, dall’esperienza di Adriano A. Sala, Executive Master in Art Market Studies, e Tecla Riva, Artist Agent, i quali, ciascuno secondo le proprie competenze e peculiarità, hanno contributo alla concretizzazione dell’idea di “Kromya”. La stessa vuole essere un punto di incontro legato all’arte e ai suoi attori principali: gli artisti. I progetti espositivi saranno ospitati in un palazzo storico, ex dépendance dell’adiacente Villa Saroli, e denominati “Camere”, traendo ispirazione dalle varie stanze dal sapore antico di cui si compone la galleria. Sarà così possibile ricreare l’intimità tra l’opera d’arte e il suo pubblico.
Alberto Biasi (Padova, 1937) non è solamente uno dei più importanti fondatori del Gruppo N, con cui ha portato avanti nuovi canoni di ricerca ottico-percettivi, ma, grazie alla sua produzione da artista singolo, si è distinto per continuità nella sua indagine artistica diventando uno dei capisaldi internazionali dell’Arte Cinetica e Programmata. In mostra vengono presentate due opere storiche degli anni ’60 che si caratterizzano degli elementi base studiati dall’artista padovano: l’ambiguità del vedere e il movimento dinamico che ne scaturisce. Per Biasi è infatti di fondamentale importanza l’esperienza ottica e fisica dello spettatore, il quale deve interagire con l’opera per riuscire a percepire l’immagine, che rimarrà pur sempre un inganno visivo. Per confermare l’importanza dell’artista nello studio di queste tematiche e la sua continua sperimentazione di nuove forme visuali anche successivamente allo scioglimento del Gruppo, vengono esposte diverse opere di serie più recenti degli anni ’70 come i “Politipi” e degli anni duemila come gli “Assemblaggi”.
Hugo Demarco (Buenos Aires, 1932-Parigi, 1995) cominciò a dipingere i suoi primi quadri ottico- cinetici in Francia, basandosi su una composizione di colori complementari e sul loro conseguente movimento e dinamismo programmato. Ispirandosi ai suoi amici e mentori Jesús Rafael Soto e Julio Le Parc, Demarco crea una sensibile vibrazione visiva nelle sue opere, che dalla tela trasporterà anche nelle sue sculture, utilizzando materiali lucenti e riflettenti come l’acciaio o nelle sue strutture luminose in movimento. La sua preferenza nel partecipare a mostre collettive, di miglior qualità interpretativa rispetto a mostre individuali secondo l’ideale cinetico, e la ripetitività quasi maniacale del suo pattern lo annoverano tra le più significative personalità dell’Op Art (abbreviazione di Optical Art usata in contrasto al termine Pop Art).
Francisco Sobrino(Guadalajara, 1932-Bernay, 2014) è presente in mostra con due acrilici del 1959, anno in cui si stabilisce a Parigi e inizia a studiare la struttura e la dinamica delle forme. Questi primi quadri, in bianco e nero, producono effetti ottici stranianti tramite le forme reticolari in continua variazione che l’artista crea sulle sue tele. L’anno dopo si unisce al GRAV (Groupe de Recherche d’Art Visuel) insieme a Le Parc, Morellet e altri, portando la sua produzione artistica a concentrarsi su forme tridimensionali e totemiche, di cui vengono esibiti alcuni esempi, riportando con coerenza le sue riflessioni sulla luce, la trasparenza e gli effetti percettivi che stimolano il senso della vista del fruitore.