Cammina leggero perché cammini sui miei sogni
Cammina leggero perché cammini sui miei sogni è uno spaccato che mette a fuoco le eterogenee esperienze di questi artisti e i loro diversi linguaggi.
Comunicato stampa
la mostra: "Cammina leggero perché cammini sui miei sogni"
promossa da: Fondazione "L.Gaeta", Centro Studi "Carlo Levi", Eboli (Sa)
con il contributo di: Amministrazione Comunale di Eboli (Sa)
con la collaborazione di: Amministrazione Comunale e Museo della Memoria. Centro Studi "Giovanni Palatucci" di Campagna (Sa)
a cura di: Teo de Palma
con il supporto critico di: Maria Letizia Paiato
gli Artisti: Giovanni Alfano, Antonio Ambrosino, Michele Attianese, Angela Barbera, Alessio Bolognesi, Gennaro Branca, Domenico Carella, Maurizio Carriero, Mary Cinque, Alessandra Maio, Angelo Maisto, Giorgio Pignotti, Grazia Tavaglione, Luca Zarattini, Giovanni Modaffari (Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria) e Francesco Paglialunga (Accademia di Belle Arti di Lecce)
evento collaterale: Angelo CASCIELLO, carte e piccole sculture
Il luogo espositivo: Museo della Memoria. Centro Studi "Giovanni Palatucci",
Campagna (Sa)
il periodo: 15 luglio - 16 ottobre 2016
Inaugurazione: 15 luglio 2016, ore 18,30
Cammina leggero perché cammini sui miei sogni è uno spaccato che mette a fuoco le eterogenee esperienze di questi artisti e i loro diversi linguaggi, cui s’ispirano le personali ricerche, rivelazioni di una frammentarietà e un sovrappopolamento di forme e temi che rispecchiano la cultura artistica degli ultimi trent’anni, dove tutte le correnti che hanno segnato il secolo passato, e tutti i mezzi espressivi possibili: pittura, disegno, street-art, fotografia e altro, nel cavalcare il post-moderno si mescolano, si rinnovano, si rigenerano e si reinventano in un gioco di sguardi continui. Ma la mostra è anche un sogno ispirato al domani, dove l’arte e gli artisti di oggi sono i primi a essere chiamati a una “rivoluzione poetica”, che comincia nell’immaginare possibili scopi relazionali, dove la convergenza in luoghi particolari, come in questo caso il Museo Palatucci, o in più luoghi - compreso lo spazio del web, dove può e deve essere ripensata le realtà - è fondamentale alla palingenesi di un nuovo pensiero. C’è l’esigenza e la voglia di far straripare un sentimento che ripensi il mondo, il crowd-work innanzi tutto, il significato di sviluppo, di crescita e progresso e per quel che concerne l’universo dell’arte, anche il suo ruolo e quello dell’artista stesso. Proprio a Campagna, dove in estate si svolge il particolarissimo evento ‘a Chiena (la piena), ossia lo straripare del fiume Tenza che inonda la città seguendo un corso artificiale, questo senso del dirompere sembra calzare a pennello. ‘a Chiena, che in origine era concepito come circostanza necessaria all’igiene urbana, si offre come metafora della rigenerazione umana espressa nel contenuto e potenziale espressivo delle opere degli artisti in mostra che, come segni e sogni in piena, resistono a un’epoca che pare annebbiare l’energia creativa dei più giovani, più in generale qualsiasi vivacità intellettiva non funzionale al mercato. I tempi in cui viviamo, così lo stato dell’arte contemporanea e le nuove generazioni di artisti, sono difficilissimi da interpretare, per questo motivo ho pensato fosse importante riflettere sulle parole, chiedendo ai protagonisti di questa esposizione che significato avesse oggi per loro la parola “resistenza”. Nel momento in cui ci accoglie un luogo, dove questo vocabolo ha un significato ben preciso, e considerando come possibile che ogni epoca possa esprimere il proprio senso di resistenza, ho pensato fosse giusto capire quanto c’è di “resistente” nei segni del loro estro, scoprendo che ciò che accomuna di più queste persone – e anche me - con esperienze diverse e una grammatica dell’arte così differente, sia il desiderare quel tessuto del cielo, camminando attraverso la Storia di ieri e di oggi. (Maria Letizia Paiato, dal testo in catalogo).
A latere, come doveroso omaggio ad un grande interprete della cultura mediterranea e fra i maggiori protagonisti dell’arte ambientale italiana, ma che ha voluto sempre mantenere uno strettissimo legame con la sua terra, una rassegna di opere su carta e piccole sculture del Maestro Angelo CASCIELLO.