Campo 17 – Fabrizio Vatieri – Buchi nell’acqua
CAMPO17, corso per curatori della Fondazione Sandretto presenta un progetto performativo che riflette sull’identità, il lavoro intellettuale e i diritti del curatore d’arte, evidenziando la precarietà di cui si nutre oggi questa figura.
Comunicato stampa
CAMPO17, corso per curatori della Fondazione Sandretto presenta un progetto performativo che riflette sull’identità, il lavoro intellettuale e i diritti del curatore d’arte, evidenziando la precarietà di cui si nutre oggi questa figura.
Esiste una categoria lavorativa nella quale la professione del curatore possa inscriversi e, in questo modo, essere regolamentata e tutelata in ambito giuridico ed economico?
Il mondo dell’arte, operando all’interno delle dinamiche attivate dall’economia globale del capitalismo avanzato, genera delle posizioni precarie e temporanee. Nelle condizioni lavorative odierne, la figura del curatore, insieme ad altre del settore, è suscettibile a riconoscimenti non equi rispetto al lavoro intellettuale e pratico svolto. La necessità condivisa di interrogare la realtà economica sottostante all’industria culturale ha così preso la forma di una mostra e di un public program.
La proposta assume la forma di tre momenti, “atti,” che si dispiegano attraverso la cronologia del progetto. Il primo consiste nell’identificazione del problema, messa in scena dalla performance Buchi nell’acqua (2018) dell'artista Fabrizio Vatieri (Napoli, 1982).
Durante una normale giornata lavorativa, l'interno di uno studio fotografico si trasforma in una pantomima: un performer, in maniera ininterrotta e cadenzata, lancia sassi all'interno di una vasca d'acqua.
Buchi nell’acqua non celebra il fallimento in sé, ma l’atto del guardare al fallimento come parte del processo.