Campo magnetico
La mostra riunisce quattro giovani al termine del loro percorso formativo specialistico in fotografia intrapreso a DIVA, la scuola di Digital Imaging and Visual Arts di Florence University of the Arts.
Comunicato stampa
La mostra riunisce quattro giovani al termine del loro percorso formativo specialistico in fotografia intrapreso a DIVA, la scuola di Digital Imaging and Visual Arts di Florence University of the Arts.
Victoria Haleba, Valeriya Kuzmitskaya, Onur Özen e Liu Shang-Wei sono attratti da polarità diverse e delineano così un ideale campo magnetico, che rivela le inclinazioni e scelte di ognuno, temperate dal comune corso di studi
Victoria Haleba, curiosa e ricettiva, si cimenta con la cronofotografia, che rilegge nel grande formato della fotografia contemporanea, creando sequenze d’immagini ispirate all’atto dello schiudersi. A dispetto della tecnica avanguardistica, le sue giovani modelle si aprono in sinuosità di forme metropolitane, enfatizzate dalla cascata dei capelli, dalla magrezza e dalle posture nervose. Come recita il titolo della sua sezione di Campo magnetico, ognuna di loro è una Dea, che incarna la bellezza e il potere proprio d’ogni donna.
Se in Dea i corpi si schiudono fino alla completa interezza, le fotografie di Notes di Valeriya Kuzmitskaya, mostrano le parti, isolano i dettagli e sezionano i lembi che più intensi lasciano emergere passioni ed energie contrastanti. Di fronte a capolavori scultorei del passato, l’autrice è rapita dagli avviluppi di corpi, le bocche socchiuse, i tendini scattanti. La concentrazione del suo sguardo vorrebbe far scorrere sangue nelle membra lapidee, da cui è ossessionata. Michelangelo è per lei il vate, che non solo individua e fa emergere il carattere già presente nel marmo, ma nel trattenerlo nella materia, lo arresta in uno stato di perenne tensione.
Direttamente da Onur Özen, le parole per illustrare Malocchio, la sua serie di ritratti per Campo Magnetico: “È da almeno due anni che ho in testa un progetto sul metal, ed essendo un fan di questo genere musicale, i soggetti delle mie fotografie hanno anche a che vedere con la mia sfera personale. M’interessa la diffusione a livello globale di questo genere musicale, ma anche investigare come la musica si trasforma in stile di vita e cultura globale. Da turco, era importante avere a che fare con altri fan intorno al mondo...”. Infatti, il progetto di Onur Özen, è nato a Firenze, ma con l’intento di essere continuato nel mondo. Una serie di scatti Polaroid di medio formato, alcuni dei quali, isolati e ingranditi, invadono tutte le superfici della scatola/studio che ricrea una sorta di sala prove per band underground.
L’incertezza dello straniero in un mondo lontano da sé per cultura e geografia si riflette nel progetto Ombre di Liu Shang-Wei. Con la discrezione tipica delle civiltà orientali, l’artista di Taiwan affronta il tema dell’isolamento e del silenzio, che oltre ad essere condizione esistenziale del singolo, è anche prodotto dello stato attuale del mondo, in cui ci muoviamo tutti convenientemente all’insaputa dell’altro. Le fotografie in bianco e nero subordinano la scelta dell’istallazione a cui ricorre Liu Shang-Wei per completare la sua riflessione: un percorso di chiaroscuri, dove l’ombra non è conseguenza di una presenza fisica, ma paradossalmente, della sua assenza
Biografie
Victoria Haleba (Caifa, Israele, 1992). All’età di due anni si trasferisce a Sofia, Bulgaria, dove inizia a gareggiare come snowboarder e ad interessarsi di fotografia. A 19 anni arriva a Firenze con l’intento di dedicarvisi professionalmente e nel 2013 partecipa ad una mostra incentrata sulla moda con DIVA, la School of Digital Imaging and Visual Arts di Florence University of the Arts e una sulla street photography, a South Park in Sofia. “La fotografia mi permette di dare voce ai miei sentimenti e di fermare un punto di vista. Ogni volta che mi metto a fotografare imparo qualcosa in più sulla vita e sulla gente”.
Valeriya Kuzmitskaya (1993, Mosca, Federazione Russa). Intraprende studi artistici a Cambridge, Regno Unito e riesce a comprare la sua prima macchina fotografica aiutando nell’attività commerciale del padre. A Dubrovnik (Croazia) realizza il suo primo reportage sull’architettura della città e ne vende le immagini per allestire l’interno di una casa privata. Da sempre affascinata dalla sua storia e dalla cultura visiva italiana, decide di venire a studiare a Firenze e a Diva, in vista di una carriera nel campo dei suoi interessi maggiori, quali la fotografia d’interni e della moda
Onur Özen (Çanakkale, Turkey, 1988). Si laurea nel 2011 in belle arti alla Çanakkale Onsekiz Mart University, dove si specializza in pittura, eppure da sette anni si dedica con passione alla fotografia. Tra il 2007 e il 2012 prende parte ad una serie di mostre collettive in Turchia (Intepe Spring Festival; Kucukkuyu Summer Festival; Korffman Library Canakkale; Istanbul University Photography Days; Kayiki Social Project, Grecia e Turchia; Canakkale Photography Festival Among Universities in Turkey (Organization); İstanbul 22. İFSAK Photography Festival; Pan Visual Culture Studio Canakkale). Nel 2013 partecipa alla mostra finale di DIVA, Florence University of the Arts e realizza video per l’evento Excentrica (Fly Fashion Loves You, dicembre 2013).
Liu Shang-Wei (1987 Kaohsiung, Taiwan). Entrambi i genitori artisti le infondono la passione per la fotografia. Mentre frequenta ancora la scuola, diventa assistente di un fotografo professionista. Successivamente inizia a realizzare servizi per matrimoni in studi di posa, fino a quando decide di venire in Italia, per continuare a studiare a Diva, per fare della fotografia il suo lavoro. Relegando in second’ordine l’aspetto formale, Liu Shang-Wei è interessata alla fotografia come mezzo per registrare gli inattesi stati d’animo delle persone e per entrare in relazione empatica con i sui soggetti.