Canova – L’ultimo principe
Nel quadro delle celebrazioni per i duecento anni dalla morte di Antonio Canova, la mostra ripercorre il legame indissolubile che l’artista ebbe con l’Istituzione romana, nella quale fu accolto come accademico di merito, poi principe e infine come principe perpetuo.
Comunicato stampa
Mostra promossa e organizzata dall'Accademia Nazionale di San Luca
nel quadro delle celebrazioni per il bicentenario della morte di Antonio Canova (1757-1822)
sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica
Cura e organizzazione
Claudio Strinati, Serenita Papaldo, Francesco Cellini, Laura Bertolaccini, Carolina Brook, Elisa Camboni, Fabrizio Carinci, Giulia De Marchi, Fabio Porzio
Nell’ambito delle celebrazioni nazionali per i duecento anni dalla morte di Antonio Canova, l’Accademia Nazionale di San Luca dedica una mostra allo scultore e al legame indissolubile che ebbe con l’Istituzione romana. Eletto accademico di merito nel 1800, acclamato principe nel 1810, nel 1814 ricevette il titolo di principe perpetuo per il suo straordinario ruolo.
Vivendo un’epoca travagliata dai rivolgimenti politici, la Rivoluzione prima, l’impero napoleonico e la Restaurazione dopo, Canova seppe coniugare l’impegno istituzionale in difesa del patrimonio monumentale di Roma con la promozione delle arti contemporanee.
In questo quadro pose l’Accademia di San Luca al centro delle molteplici attività artistiche, archeologiche e di riassetto urbano, in un intreccio di competenze finora inedito.
Le otto sezioni tematiche in cui si articola la mostra ripercorrono gli anni canoviani, dall’ingresso in Accademia nel 1800 alla morte nel 1822, descrivendo la compagine artistica e il contesto culturale nel quale lo scultore agì e testimoniano del profondo rinnovamento che Canova seppe imprimere all’istituzione, riformandone la didattica artistica attraverso la creazione di nuovi concorsi per i giovani, attualizzando le pratiche legate al restauro e alla tutela del patrimonio monumentale antico e al riassetto urbano di Roma e promuovendo l’arte contemporanea.
“Intento della mostra – scrive Claudio Strinati nell'introduzione alla guida breve alla mostra – è quello di mettere bene in luce quanto Canova sia stato importante per l’Accademia e quanto il ruolo da lui svolto in questo alto consesso degli artisti sia stato rilevantissimo per la città di Roma, per l’Italia tutta e per la storia delle Belle Arti nel mondo intero consacrando al massimo livello l’autorevolezza e la conseguente autorità dell’Accademia stessa. Rifulge il prodigioso lavoro del Canova promotore appassionato delle Belle Arti e insieme conservatore del patrimonio artistico antico e moderno, culminante nell’eroica impresa del recupero dei beni trafugati dalle armate napoleoniche. Vediamo la vicenda dei Concorsi indetti dal Canova rinnovando mirabilmente una felice tradizione. Comprendiamo il ruolo di Bertel Thorvaldsen verso comuni strategie creative. Focalizziamo meglio alcune opere cruciali del Canova medesimo. Emerge dalla mostra la peculiarità precipua del Canova accademico di San Luca, quella di imprescindibile punto di riferimento per la politica culturale, dalla creazione del nuovo alla tutela dell’antico senza una vera cesura o discontinuità tra l’uno e l’altro ambito di azione. Un ideale ed una prassi che hanno ancora molto da insegnare anche alle attuali generazioni”.