Cantico a Venturino

A Pescia, città che ha dato forma all’immaginario di Pinocchio, grazie al suo famoso parco a tema, questa esposizione rende omaggio a Venturino Venturi, l’artista che più d’ogni altro ha saputo trasformare in segno e materia la magia e la complessità del celebre burattino.
Comunicato stampa
La Fondazione POMA Liberatutti – con lo sguardo proiettato lontano, ma sempre attenta anche al proprio territorio – dal 10 aprile al 27 luglio 2025 ospita la mostra Oltre Pinocchio – Cantico a Venturino, curata da Lucia Fiaschi e Filippo Bacci di Capaci. A Pescia, città che ha dato forma all’immaginario di Pinocchio, grazie al suo famoso parco a tema, questa esposizione rende omaggio a Venturino Venturi, l’artista che più d’ogni altro ha saputo trasformare in segno e materia la magia e la complessità del celebre burattino. Ma Oltre Pinocchio non è solo un tributo al personaggio di Collodi. La mostra esplora infatti l’intera ricerca artistica di Venturino: dai disegni alle sculture, dalle matrici alle maschere, dalle impronte alle tempere ispirate appunto a Pinocchio, svelando un percorso in cui il racconto del burattino si intreccia con una riflessione più ampia sulla condizione umana e sul linguaggio dell’arte.
La mostra presenta un nucleo di settantacinque opere, provenienti dall’Archivio Venturino Venturi, dal Museo Novecento di Firenze, dalla Fondazione Nazionale Carlo Collodi, dalla collezione della BCC Banca Valdarno e da prestigiose collezioni private.
Trenta tempere originali realizzate da Venturino nel 1986 per un’edizione speciale de Le avventure di Pinocchio, mai esposte al pubblico se non in occasione della presentazione del volume, restituiscono un Pinocchio intenso, dinamico, intriso di quella forza primigenia che sempre ha caratterizzato la visione dell’artista.
In Quattordici impronte a olio, eseguite tra il 1963 e il 1968, la materia diventa traccia sostanziale, attraverso una tecnica in cui l’olio genera immagini di forte impatto espressivo.
Un posto di rilievo è riservato a sei matrici lignee intagliate per divenire sorgente dei monotipi, in bilico tra figurazione geometrica e suggestione figurale, che tanto affascinarono Lucio Fontana e la sua cerchia. Utilizzate come matrici per un brevissimo periodo - tutti i fogli da esse derivate portano la data 1948 - sono poi state trasformate in sculture dallo stesso Venturino.
Fondamentali nel percorso dell’artista le due sculture dedicate a Pinocchio, entrambe bozzetto per la grande statua che si sarebbe dovuta innalzare al centro della Piazza dei mosaici del Parco di Collodi. Il Pinocchio proveniente dalla collezione della BCC Banca Valdarno è una fusione il cui originale in cemento si trova nelle collezioni dei Musei Vaticani; mentre quello in legno, ferro e chiodi, proveniente dalla Fondazione Nazionale Carlo Collodi, fu presentato dallo scultore in occasione del concorso per la realizzazione del Monumento a Pinocchio, nel 1953, ed è preziosissima testimonianza della prima ideazione del Pinocchio, che poi non venne mai realizzato. In esposizione, inoltre, diciotto maschere in cartapesta dipinta, con le quali l’artista esplorò nuove dimensioni espressive attraverso la tridimensionalità. Caratterizzate da linee essenziali e forme stilizzate, evocano in volti-ritratto l’archetipo del burattino e delle sue metamorfosi, incarnando, nella tensione tra staticità e movimento, le modalità fondamentali del modellare scultoreo dell’artista.