Capolavori svelati

Informazioni Evento

Luogo
COMPLESSO MONUMENTALE DEL SAN GIOVANNI
Piazza Giuseppe Garibaldi , Catanzaro, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
08/09/2023
Curatori
Leonardo Passarelli
Generi
arte moderna

Catanzaro tra patrimonio artistico pubblico e collezionismo privato.

Comunicato stampa

Capolavori Svelati, che sarà aperta al pubblico dall’8 settembre al 5 novembre 2023 (info, orari, costi www.comune.catanzaro.it), si avvale dei servizi museali di Soc. Coop. Areacultura, del coordinamento generale e degli allestimenti di 4culture Srls, dei servizi innovativi e animazioni multimediali - piattaforma “Blackbird” - di e-bag srl e di tanti altri professionisti del settore.

La mostra, curata dal prof. Leonardo Passarelli dell’Università della Calabria, è stata finanziata dalla Regione Calabria con i fondi PSC a valere sull’Avviso Pubblico Attività Culturali 2022.

 

Obiettivo della mostra Capolavori svelati. Catanzaro tra patrimonio artistico pubblico e collezionismo privato è di fare conoscere il capitale culturale della città e promuovere la fruizione di quanto è custodito in luoghi abitualmente non visitabili, valorizzando quelle raccolte di beni di particolare interesse artistico, storico, bibliografico o archivistico, di natura pubblica o privata, costitutivi della storia locale e nazionale.

Complessivamente sono presenti quasi cento oggetti d’arte realizzati da più di trenta artisti:

Andrea Alfano, Luigi Amato, Antonio Cannata, Andrea Cefaly, Andrea Cefaly jr, Domenico Colao, Ottavio Colosimo, Francesco Correggia, Gaele Covelli, Francesco Cristini, Eduardo Fiore, Garibaldi e Rubens Gariani, Saverio Gatto, Maria Grandinetti Mancuso, Francesco e Vincenzo Jerace, Francis La Monaca, Luigi Magli, Achille Martelli, Ugo Ortona, Guido Parentela, Gregorio e Mattia Preti, Enotrio Pugliese, Mario Ridola, Giuseppe Rito, Mimmo Rotella, Rubens Santoro, Angelo Savelli, Studio Fotografico Scarpino, Stabilimento Fotografico Battista Altomare, Sudio Fotografico Fratelli Ajello.

 

Il curatore, Leonardo Passarelli, dispiegando nelle sale del Complesso Monumentale di San Giovanni opere di proprietà del Comune o appartenenti a collezioni pubbliche e private, ha inteso la rassegna come un importante momento di ricognizione e di studio del materiale presentato; un’occasione quindi di arricchimento culturale collettivo, per il valore educativo che consegue dalla conoscenza del patrimonio e del sapere ad esso legato.

Considerata la frammentarietà e l’occasionalità con cui si è costituita la collezione di opere di proprietà del Comune e soprattutto l’assenza di un piano scientifico ordinato nel corso degli anni, il curatore ha deciso, in accordo con l’Assessorato alla cultura, di prendere come punto di avvio dell’esposizione un momento storico importante nelle vicende artistiche di Catanzaro, che potesse rappresentare bene il ruolo avuto dalla città nel dibattito sulla cultura visuale italiana.

Capolavori svelati si apre, infatti, con una sala dedicata alla Prima Mostra d'arte Calabrese del 1912 che, organizzata da Alfonso Frangipane nel Palazzo Comunale di Catanzaro, costituì un’importante presa di coscienza a livello storiografico ed espositivo del patrimonio della regione e del ruolo rivestito dalla Scuola di Cortale di Andrea Cefaly (1827-1907) e da altri maestri attivi tra Otto e primo Novecento, quali Gaele Covelli, Francesco Jerace, Rubens Gariani, Eduardo Fiore, di questo pittore in particolare si segnalano le due tele La bandiera italiana (costumi cortalesi) del 1864 e il successivo Gruppo di famiglia, Achille Martelli e Rubens Santoro. La densità con cui le opere sono presentate sulle pareti della prima sala, deriva direttamente dai canoni di allestimento dell’epoca e permette in molti casi confronti ravvicinati tra i dipinti. Anche se non si raggiunge la vasta raccolta originaria, al San Giovanni viene ospitato un discreto numero di dipinti selezionati da Frangipane nel 1912, insieme a opere non presenti in quella occasione. È infatti in mostra Il commercio di Calabria del 1867 di Cefaly, che è il pendant di una delle opere più note del pittore, Il miglior modo di viaggiare in Calabria del 1866 (Museo Civico di Castel Nuovo a Napoli), che qui invece non è presente. Tra le opere inedite del cortalese è esposto il Cristo con Garibaldi sullo sfondo (1882-1883), di cui era noto un quadro con lo stesso soggetto e di fattura quasi identica, ma di dimensioni maggiori e appartenuto in passato a Perfetto Cefaly.

Dopo questa sala dedicata all’esposizione di opere della seconda metà dell’Ottocento, potrà sembrare insolito che la seconda sala sia dedicata a Mattia Preti con un salto indietro nel tempo di due secoli. Il curatore ha motivato tale scelta riferendosi ancora una volta al lavoro storiografico di Alfonso Frangipane il quale, originario di Catanzaro, sebbene ricordato più come reggino, è sempre lui a organizzare l’anno successivo alla Prima Mostra d’arte Calabrese, nel 1913, la prima antologica su Mattia Preti. Il progetto storiografico di Frangipane era limpidissimo: una volta ‘recuperati’ Cefaly e i pittori che rappresentavano la cultura figurativa del secondo Ottocento, agganciandoli a quella nazionale, era stato naturale che la sua attenzione si rivolgesse a un ‘eroe’ regionale, a una figura artistica nata nella regione e che potesse rappresentare degnamente gli sviluppi della storia dell’arte italiana. La figura di Mattia Preti era sicuramente già nota agli specialisti della disciplina, ma non aveva certamente un peso quale oggi ha nella storia della pittura europea. Pur trattandosi di un pittore che aveva vissuto poco in ‘patria’, ospite di diversi contesti e con committenze prestigiose in tutta Europa, durante tutta la sua carriera Preti si era impegnato a inviare opere alla sua Taverna, costituendo una raccolta significativa del suo lavoro nella sua terra natale. La Presentazione di Gesù al tempio e il Battesimo di Cristo, due capolavori del maestro riferiti entrambi al 1670-1680, sono qui presentati in mostra vicini, così come convivono nella Chiesa di Santa Barbara uno di fronte all’altro, simbolicamente a ricordare se ce ne fosse bisogno la ‘doppia’ natura di ebreo e cristiano di Gesù. Insieme ai due dipinti di Mattia, in mostra sono presenti tele della sua bottega e del fratello Gregorio Preti, libri, documenti, fotografie e altro materiale strettamente connesso all’esposizione del 1913 e alla successiva mitografia generata attorno alla figura del Cavalier Calabrese.

 

A seguire questo omaggio a Frangipane, nella terza e quarta sala che il visitatore attraverserà, si vedranno raccolte pregevoli opere che testimoniamo bene l’onda lunga dell’arte ottocentesca, ben documentata dalle opere di Garibaldi Gariani, di Mario Ridola, che si stempera in alcune prove mature di Covelli a cominciare dal Ritratto della signorina inglese del 1901 e nel Ritratto di donna del 1913. A fianco delle opere di questi autori trovano collocazione quelle di altri autori che accolgono nei primi vent’anni del XX secolo nuove istanze figurative, a cominciare da Antonio Cannata, Francesco Cristini, Maria Grandinetti Mancuso, Vincenzo Jerace, Francis La Monaca.

Grazie a Capolavori svelati sarà possibile ammirare all’esterno del San Giovanni, per la prima volta esposto al pubblico. la grande scultura in bronzo di Francis La Monaca Le joueur d’accordéon, il cui modello in gesso era stato presentato al Salon des Artistes Français del 1932 al Grand Palais di Parigi.

A completare le due sale ci saranno alcune immagini fotografiche dello Studio Scarpino, attivo a Catanzaro dalla seconda metà dell’800 e artefice di numerose campagne fotografiche, premiate in importanti rassegne nazionali e internazionali, affiancate a fotografie della stessa epoca dei Fratelli Ajello.

 

Nella quinta sala sono presentate le opre di Luigi Amato, Andrea Cefaly jr, Saverio Gatto, Ugo Ortona, Giuseppe Rito, mentre nella sesta, viene proposto un confronto tra i due artisti più rappresentativi della regione e tra i più amati da Alfonso Frangipane, Andrea Alfano e Domenico Colao. In questa occasione viene esposto al pubblico dopo la sua prima e unica apparizione all’Esposizione Silana del 1928 il dipinto Le tre province, da allora nelle collezioni del Comune ma del quale si erano immediatamente perse le tracce fino al suo ritrovamento durante le prime fasi di indagine per la mostra.

 

Il passaggio alla modernità novecentesca è esemplificato nelle ultime due sale, la settima e l’ottava, con alcuni degli artisti più rappresentativi del secondo Novecento. Insieme alle opere di Cefaly jr e Angelo Savelli, del quale sono esposte prove della prima maniera ed esempi della sua svolta astrattista, sono presenti due importanti décollages di Mimmo Rotella del 1961 e del 1962, uno di proprietà della Banca d’Italia, l’altro di collezione privata, che costituiscono due significativi esempi del lavoro dell’artista catanzarese negli anni del suo pieno riconoscimento internazionale. A fianco di un protagonista dell’arte internazionale del XX secolo qual è Mimmo Rotella, nella stessa sala figurano due tele di grandi dimensioni di Francesco Correggia Giallo Arché 2 del 1979 e di Luigi Magli La caduta del 1981-1982. Il curatore, ­– consapevole che la scelta possa risultare esclusiva di altri protagonisti della scena contemporanea ai due artisti –, ha scelto questi due nomi per chiudere l’esposizione sia per la qualità dei loro lavori, sia perché insieme, Correggia e Magli, furono i principali protagonisti a Catanzaro dal 1979 di “Marginalia” e successivamente della stagione di “Studio Garage” dal 1983 al 1985, vicende che tentarono tenacemente di ricongiungere la cultura artistica locale prima con centrali intellettuali più vicine, Napoli e Roma, quindi con un orizzonte europeo.

Proprio questa ultima scelta evidenzia come non si sia tentato alcun programma enciclopedico, né si è preteso di tracciare un profilo completo dell’arte a Catanzaro, tanto meno in Calabria, dal 1860 al 1990 circa, né di stabilire un canone definitivo. Si è voluto solo porre alcuni accenti su determinati figure e precisi momenti, alcuni noti altri meno; sono state ritrovate opere di cui si erano perse le tracce, altre non si erano mai viste in occasioni pubbliche, sono stati proposti per la prima volta confronti tra dipinti che normalmente stanno su pareti distanti. Questo fa sì che lo sviluppo della mostra possa risultare discontinuo, non fluido. Ma va ribadito che le stesse collezioni della città non si sono mai sviluppate secondo una politica di acquisizioni ragionata e consolidata, con radici antiche, si è trattato quasi sempre di ingressi senza lo scopo di costruire una memoria della cultura artistica che dal passato giungesse ai nostri giorni.

La mostra si avvale di un importante partenariato pubblico-privato, della collaborazione, attraverso  sponsorizzazione tecnica di Rubbettino Editore per la redazione del Catalogo e del contributo  di  collezionisti ed enti che hanno inteso prestare le opere, come l’Arcidiocesi Metropolitana di Catanzaro-Squillace e la Chiesa di Santa Barbara di Taverna, la Banca d’Italia e la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma.

 

L’augurio è che Capolavori svelati rappresenti il punto di partenza per successivi altrettanto seri approfondimenti, per ricognizioni storiche e critiche puntuali di molte personalità e situazioni artistiche che hanno trovato avvio o si sono sviluppate a Catanzaro. La speranza è che Capolavori svelati, alla cui realizzazione hanno dato un decisivo e diretto contributo alcuni autori dei saggi, funzionari comunali, Arcidiocesi Metropolitana di Catanzaro-Squillace, collezionisti, operatori culturali, in un lavoro di gruppo, sia solo l’inizio di questo impegnativo percorso.

 

La mostra, curata dal prof. Leonardo Passarelli dell’Università della Calabria, è stata finanziata dalla Regione Calabria con i fondi PSC a valere sull’Avviso Pubblico Attività Culturali 2022 e si avvale di un importante partenariato pubblico-privato.