Carin Grudda – Qui… Altrove
La Galleria Losano Associazione Arte e Cultura presenta “Qui… Altrove” una mostra personale di Carin Grudda, con oli, sculture e grafica preparati per questa prima tappa Qui… a Pinerolo, ma anche Altrove, nel suo fantastico “viaggio tra i mondi”.
Comunicato stampa
La Galleria Losano Associazione Arte e Cultura presenta “Qui… Altrove” una mostra personale di Carin Grudda, con oli, sculture e grafica preparati per questa prima tappa Qui… a Pinerolo, ma anche Altrove, nel suo fantastico “viaggio tra i mondi”.
Un viaggio simbolico attraverso il linguaggio astratto-figurativo, una ricerca che parte dal “dada”, dall’action painting di pollockiana memoria, dall’art brut e da tutti i comportamenti che rimandano alla sacralità del gioco, al segno selvaggio e liberatorio del bambino fino all’impronta essenziale e misteriosa dei riti arcaici.
Come scrive Caprile, sono opere coinvolgenti dal punto di vista cromatico, concettuale ed emozionale, ci permettono di riannodare i fili della sensibilità genuina e della stupefazione immediata.
Le opere in mostra saranno tele ad olio di grande formato dove fiabeschi soggetti vestono i panni di una realtà scandita per allegorie; tavole bruciate e frammenti di legno recuperato ricchi di lesioni e profondi segni del tempo, che Carin con grande creatività, ritocca o evidenzia con vivaci strati di colore e objets trouvés.
Non mancheranno le grandi incisioni a puntasecca e le sculture in bronzo, dove alcuni degli interpreti dipinti ed incisi prendono forma in un fantastico cammino in divenire, paragonabile alla natura del viaggio: ci si lascia dietro un luogo, senza ancora essere giunti in un altro.
Tanto basta per attivare il nostro ritorno alle origini che possieda i seducenti contorni di una festa degli occhi e dello spirito, con naturale, straordinaria ed inaspettata immediatezza.
Con cortese preghiera di pubblicazione
Note biografiche
Carin Grudda nasce nel 1953 a Gudensberg vicino Kassel in Germania. I suoi studi, fino alla maturità del 1972, sono costantemente affiancati dall'esperienza della Dokumenta. In seguito si iscrive al corso di laurea in storia dell’arte e filosofia all’Università di Giessen, dove affronta in modo particolare il tema del rapporto tra Dadaismo e Filosofia.
Un soggiorno a Villa Massimo a Roma (1980) e un tirocinio presso la sede spagnola dell’emittente televisiva statale tedesca a Madrid la introducono quasi immediatamente alla vita professionale artistica.
Nel decennio successivo, fino ai primi anni novanta, Grudda vive e lavora come libera professionista a Francoforte. I suoi temi sono il gioco e le sue strutture, il caso e il concetto di accidentalità dell’accadere. Lavora sul segno e il sentire.
Una borsa di studio a Miami nel 1991 (South Florida ArtCenter „Zero-Art“) la avvicina ai „group-paintings“, grandi quadri composti da parti autonome di diverse dimensioni che si combinano per formare un unico organismo.
Nel 1993 Grudda lascia Francoforte e si trasferisce a Ingelheim, dove negli anni a seguire si dedica unicamente alla pittura.
Anche nelle sue incisioni ritroviamo il rapporto fra singole parti e insieme organico. Grazie a una borsa di studio per incisione a Lipsia (Stamperie Roessler), concessa dalla Regione Sassonia nel 1992, Grudda comincia ad appropriarsi della tecnica della puntasecca, che in seguito elaborerà in un modo personale e che continua ad utilizzare ancora oggi. Dopo aver gettato le lastre d’incisione sul suolo del luogo dove lavora, ne rileva i segni lasciati sulla lastra dal manto d’asfalto o dai sassi, per interpretarli successivamente con il suo linguaggio astratto-figurativo – a volte come ornamento che si trasforma in una frase, a volte come segno tra le figure, a volte come linea che si intreccia in una trama. Si tratta di tessiture o di equilibri in bilico tra frammento e unità.
Questi protocolli conservano la memoria del proprio processo di nascita artistica, rendendolo visibile. Ciò accade anche per i quadri ad olio, dove Carin Grudda rappresenta l'“essere in cammino”, in quanto condizione dell’io nel tempo e in quanto processo del divenire a cui siamo sottoposti continuamente. Questo “essere in divenire”(in between) è paragonabile alla natura del viaggio: ci si lascia dietro un luogo senza ancora essere giunti in un altro.
Queste incisioni si uniscono infine in un corpus di quadri di grandi dimensioni, come IL PROTOCOLLO DI UN VIAGGIO per le ferrovie tedesche (2002) o l’installazione d’arte a muro CACCIA ALLA PECORA (2005).
Nel 1998, durante l’assegnazione di un premio d’arte in Italia, conosce la fonderia artistica Caporrella di Roma, da cui viene invitata a realizzare una scultura in bronzo per la Fondazione artistica Vittorio Caporrella. Negli anni a seguire nascono – oltre alle numerose sculture piccole – i grandi bronzi PEGASO (2000), CERBERO (2001), LA GRANDE DONNA (2003), BLU-MIAGOLIO. Parallelamente si dedica anche a lavori di impronta più concettuale come IL CERCHIO DEGLI ALBERI (12 alberi in Bronzo, 2000 – 20003, che vince il premio per la cultura della città di Imperia), LE TRE GRAZIE (2000), LA QUERCIA DI BEUYS NO. 115 (2001), la porta di bronzo INFRA (2002), la SCALA A PIOLI (2003).
Negli ultimi anni novanta, nella misura in cui cresce il suo rapporto con la scultura, cambiano anche i materiali che usa come sostrato di fondo. Adesso Grudda lavora su vecchi tavoli da lavoro, oggetti di recupero, porte, finestre: materiali con alle spalle più esistenze, che noi possiamo ora leggere nei loro segni.
Il sostrato stesso diventa unico e il quadro finale si trasforma man mano in un oggetto o assemblaggio. Spesso sono aggiunti elementi in bronzo chiamati a raccontare ulteriori storie: uccelli, rane, corone, caramelle, piccoli legni colorati con fili di canapa.
L’intenso rapporto che nasce in Italia con la scultura in bronzo, insieme allo spostamento del proprio centro di lavoro, spinge Grudda all’inizio dell’anno 2001 a trasferirsi del tutto in Liguria, dove vive ancora oggi. Prima in Toscana e poi a Roma viene a conoscere tutte le tecniche della fusione in bronzo. Incontra Daniel Spoerri, Luciano Castelli, Nunzio Di Stefano e Tommaso Cascella, aprendosi lentamente la strada a una fama internazionale.
Carin Grudda è stata selezionata dall'intellettuale svizzero Patrick Ferla per partecipare all'edizione 2011 della Biennale di Venezia.