Carla Accardi – Gli anni Settanta: i lenzuoli
Il progetto veneziano a cura di Pier Paolo Pancotto (in collaborazione con l’Archivio Accardi Sanfilippo, Roma) in quanto omaggio e non mostra antologica, presenta, sotto forma di installazione, una ristretta selezione di lavori posti in dialogo con gli ambienti storici del museo, in particolare quelli della Sala Quattro Porte posta lungo il percorso della Quadreria allestita da Carlo Scarpa.
Comunicato stampa
“L’iniziativa del Museo Correr – afferma la dirigente Area Attività Museali e co-curatrice della mostra Chiara Squarcina – cade a ridosso del centenario della nascita dell’artista che, pur avendo vissuto a Roma, ha stabilito, nel corso della propria esistenza, un legame costante con Venezia, sia a livello individuale che professionale. Tra l’altro, nel 1948 ha esordito alla Biennale facendovi ritorno nel 1964 (sala personale introdotta in catalogo da Carla Lonzi), 1976, 1988 (sala personale) e nel 1993 comparendo anche nell’edizione del 2022. Opere, foto ed altro materiale documentario attestano il suo rapporto con la città lagunare compresa una immagine del 1952 quando, in occasione di una mostra alla Galleria del Cavallino, visitò col marito, l’artista Antonio Sanfilippo, e Tancredi Parmeggiani la collezione Guggenheim”.
Il progetto veneziano a cura di Pier Paolo Pancotto (in collaborazione con l’Archivio Accardi Sanfilippo, Roma) in quanto omaggio e non mostra antologica, presenta, sotto forma di installazione, una ristretta selezione di lavori posti in dialogo con gli ambienti storici del museo, in particolare quelli della Sala Quattro Porte posta lungo il percorso della Quadreria allestita da Carlo Scarpa. Si tratta dei Lenzuoli, un ciclo di opere avviato negli anni Settanta del 900 raramente visibile nel suo insieme e che, pur nella sua specificità visiva e semantica, risulta del tutto indicativo della ricerca dell’artista e, a suo modo, riassuntivo del suo percorso creativo.
“Varie ragioni – annota il curatore della mostra, Paolo Pancotto – rendono Carla Accardi (Trapani, 1924 – Roma, 2014) una delle figure più significative dell’arte del XX secolo. Nel secondo dopoguerra ha contribuito all’affermazione dell’arte non figurativa in Italia promuovendo – unica donna in un consesso interamente maschile – il gruppo Forma (1947); negli anni Cinquanta ha sviluppato la poetica del segno affermandosi tra i protagonisti dell’Art autre di Michel Tapié; nel decennio seguente ha introdotto l’uso di un inedito materiale plastico trasparente, il sicofoil, ed ha abbandonato le tempere a favore di vernici colorate e fluorescenti aprendo la sua ricerca ad effetti optical e ambientali. Superati i Settanta, segnati da un marcato impegno nelle attività sociali e nel femminismo (con Carla Lonzi e Elvira Banotti nel 1970 è stata tra le fondatrici di Rivolta femminile), ha attraversato gli anni 80 e 90 del Novecento ed è approdata al nuovo Millennio con un rinnovato interesse per la pittura sviluppando costantemente il proprio linguaggio fatto di segni e giustapposizioni cromatiche.