Carla Cañellas – Geografia dell’abbraccio
Acquerello e argilla su carta per raccontare la “Geografia dell’abbraccio”, terzo capitolo della trilogia “Estratos de la emoción – Strati dell’emozione” prodotta dall’artista Carla Cañellas. Dopo “Cammino” e “Bosco di ritratti” la pittrice spagnola afferma la sua naturalezza quale unica soluzione per applicare una sorta di profondo dogma spirituale: «Credere è creare».
Comunicato stampa
Geografia dell’abbracio / Estratos de la emoción
acquerello e argilla su carta
opere di
Carla Cañellas
all’Instituto Cervantes di Napoli
vernissage lunedì 7 novembre 2011 alle 18
(mostra visitabile fino al 15 dicembre 2011)
Acquerello e argilla su carta per raccontare la “Geografia dell’abbraccio”, terzo capitolo della trilogia “Estratos de la emoción - Strati dell’emozione” prodotta dall’artista Carla Cañellas. Dopo “Cammino” e “Bosco di ritratti” la pittrice spagnola afferma la sua naturalezza quale unica soluzione per applicare una sorta di profondo dogma spirituale: «Credere è creare».
Acquerello e argilla stavolta diventano paesaggi simbolico-espressionisti, astratti eppure concreti, alternando colori fiammeggianti (gialli e rossi), parole sagomate e forme-informi, come ogni genere di ricordo e sentimento è. «La mostra rappresenta il punto di rottura del limite fra ciò che siamo e quello che ci circonda – sottolinea l’artista nata a Valencia nel 1982, già allieva di Manuel Arjona, studente alla Facoltà di Belle Arti di Salamanca e nel Círculo de Bellas Artes di Madrid – una personale affermazione che la natura in cui viviamo è un riflesso di ciò che percepiamo».
L’Instituto di cultura Cervantes di Napoli, diretto da Maribel Serrano Sánchez, accoglie così quest’avventura di Carla Cañellas con l’intenzione di sottolineare che «l’impronta del corpo umano è punto di partenza di tutte le opere. Diviene collegamento tra l’interno e l’esterno, tra essere umano e natura eliminando i confini tra entrambi e lasciandone dietro solo un riflesso».
In questo caso, le tracce di argilla sono state eseguite tramite il contatto del corpo, coperto di argilla appunto, sulla tela. L’acquerello è dunque il riflesso di questa azione che forma un unico paesaggio. “Geografia dell’abbraccio”, allora, diventa l’impronta definitiva di due corpi abbracciati.
«Per realizzare questi gruppi - spiega Carla Cañellas - ho potuto contare sulla collaborazione di diverse persone. Ho consegnato a ogni partecipante un foglio di carta e argilla rossa. Ho detto loro di spogliarsi e di coprire le parti preferite del loro corpo con un po’ d’argilla e poi lasciarsi cadere sul foglio di carta come fossero alberi. Successivamente avrebbero raccontato la loro esperienza e il sentimento percepito nell’operazione del loro gesto. A questo punto inizia la mia ri-creazione. In “Geografia dell’abbraccio” i protagonisti sono coppie, per le quali ho anche registrato su video alcune interviste. Ed ecco che qui la natura si trasforma in ritratti intimi di una relazione. In mostra ci saranno, dunque, anche i testi dei partecipanti e il filmato che raccoglie le loro session».