Carlo Bernardini – Shining Matrix
Mostra personale.
Comunicato stampa
Sugar hai il piacere di presentare l’arte luminosa di Carlo Bernardini, a cura di Fabio Migliorati, da
venerdì 09 dicembre 2022, ore 19.00 a Palazzo Lambardi, presso gli stessi pregevoli spazi che, oltre
ai mosaici romani scoperti anni fa, custodiscono la memoria più recente di importanti mostre
d’arte contemporanea – le personali del lavoro di Hans Op de Beeck, di Michelangelo Pistoletto,
di Fausto Melotti. Arezzo conosce Carlo Bernardini (Viterbo, 1966) per avere illuminato piazza
Libertà durante Icastica II, quando geometrizzò lo spazio tra il Palazzo del Comune e il Palazzo
della Provincia con un immenso solido tracciato in fibra ottica. Qui invece presenta dal 09
dicembre 2022 al 05 febbraio 2023, una selezione di alcune sue opere scultoree, nella cui ricerca
visiva, basata sul concetto di trasformazione percettiva, la luce crea un disegno nello spazio, un
disegno che cambia secondo i punti di vista e gli spostamenti dello spettatore, ma soprattutto un
disegno che consente d’immaginare un certo “oltre liminale”. Le sue sculture sono infatti spazi
mentali, apparentemente incorporei, in cui proprio il disegno di luce modifica la nostra percezione
dell’ambiente, tracciando con la fibra ottica ipotetiche dimensioni invisibili nello spazio ma visibili
non soltanto nella mente ma nella materia.
Scrive Fabio Migliorati che Attraverso le sue intensissime installazioni, Bernardini ha sempre
mirato a una riconfigurazione dei luoghi per una nuova architettura; le sculture sono concepite come
spazi di luce cristallizzata, i cui materiali, acciaio inox e fibra ottica, si compenetrano in un gioco di
ruoli, tra luce e buio. L’opera di Carlo Bernardini induce, però, secondo il Critico aretino, una prassi
della dilatazione luminosa, in questo senso animata: tutto rallenta tramite la visione che la sua
tecnica produce. E’ uno strano prolungamento fisico delle cose, ma non per straniamento – come
troppi autori ormai vanno argomentando – bensì per una sorta di viaggio lenticolare nella materia
ottica, nella trama della visione considerata però naturale, anzi naturalissima.
Per Giuseppe Angiolini (Sugar), Gli spazi che l’artista è capace di evidenziare sono più scoperte che
invenzioni; pare che sappia scegliere la propria, tra varie versioni possibili della realtà. Il riverbero
delle figure geometriche nelle forme visibili, riconoscibili, scompone lo spazio recintando il vuoto
dell’ambiente, fino a formarne un altro – nuovo e bellissimo.
Carlo Bernardini, installation view (for Digital life 2013. Liquid landscape) MAXXI, Rome
Il lavoro di Bernardini abita e abilita una “maniera evoluta” di avvicinare la moderna coscienza
scientifica, quella che, durante il nostro tempo di fruizione delle cose, consente quell’aspetto
riflessivo in grado di liberare la bellezza della conoscenza. La scienza contemporanea avalla infatti
tale posizione risolta nella teoricità della fisica sperimentale: l’ipotesi è quella del concernere oltre
le tre dimensioni, più in là della percezione. Oltre l’inosservabile, già la fisica quantistica ha detto e
continua a dire, ma qui si cuce con l’arte, che accorre e ricorre nell’uso dell’immaginazione prima
che della curiosità. L’opera di Carlo Bernardini, in effetti, può essere un tentativo di vedere
proprio questo: la proiezione dello spazio, oltre la dimensione finita.
Venerdì 09 dicembre, ore 18.00, Palazzo Lambardi, Spazio Sugar, Arezzo: inaugurazione della
mostra e conseguente apertura al pubblico con la presentazione di Fabio Migliorati, la presenza
di Carlo Bernardini, di Giuseppe Angiolini, delle autorità del territorio.