Carlo Bernardini – The Light Cut
Palazzo Bevilacqua Ariosti, in occasione del cinquantesimo anniversario di Arte Fiera Bologna, ospiterà l’installazione luminosa The light cut – presenze effimere dell’artista Carlo Bernardini, a cura di Eli Sassoli de’ Bianchi e di Olivia Spatola.
Comunicato stampa
Palazzo Bevilacqua Ariosti, in occasione del cinquantesimo anniversario di Arte Fiera Bologna, ospiterà l’installazione luminosa The light cut – presenze effimere dell’artista Carlo Bernardini, a cura di Eli Sassoli de’ Bianchi e di Olivia Spatola.
Carlo Bernardini si distingue nell'arte contemporanea per la capacità di utilizzare la fibra ottica come medium per ridefinire lo spazio urbano tramite geometrie immersive e fruibili. La sua opera, profondamente radicata in una comprensione filosofica e storica della luce, trascende la rappresentazione visiva a favore della creazione di volumi geometrici generati dalla luce stessa. Questa caratteristica rende le sue installazioni uniche nel panorama artistico contemporaneo, invitando il pubblico a riflettere sul proprio rapporto con lo spazio e il tempo. Utilizzando materiali illuminotecnici come la fibra ottica e le fibre elettroluminescenti, Bernardini crea geometrie luminose che trasformano l'ambiente architettonico circostante in un'esperienza coinvolgente e multidimensionale. Le sue opere sono site-specific e progettate per stimolare un'interazione personale con lo spettatore, attraverso percorsi visivi che guidano in un viaggio riflessivo ed intimo.
Il progetto di Carlo Bernardini, pensato per il cortile di Palazzo Bevilacqua Ariosti, si colloca nel solco del sapiente percorso di ricerca dell’artista in grado di far dialogare lo spazio reale dell’architettura urbana con l’astrazione geometrica, rendendola parte di uno spazio fisico e fruibile.
L’intervento riconfigura l’affascinante cortile rinascimentale sovrapponendovi una realtà alternativa frutto della visione dell’artista. Un taglio di luce che, come uno squarcio, divide l’ambiente e attraverso di esso è possibile accedere ad uno spazio mentale, astratto e geometrico.
L’artista spiega infatti che: “Materializzata dalla luce fisica della fibra ottica, la forma astratta dell'opera visibile al buio, è tesa a trasformare la percezione del luogo, tagliando il volume e il vuoto dello spazio con una diagonale di luce”.
La linea luminosa della fibra ottica è “cristallizzata” in un taglio di luce dalla fissità apparente, determinando differenti equilibri percettivi a seconda della prospettiva da cui viene osservata.
Nell’assenza di visione indotta dal buio, l’oscurità diviene il medium privilegiato in grado di attivare il “segno mentale” di Carlo Bernardini, in un equilibrio instabile tra visione e immaginazione, astrazione e realtà.
Come ha notato Marco Meneguzzo, Bernardini non lavora con l’illusione, non intende “illudere” – che è termine vicino all’ingannare – ma acuire i sensi, rendendo consapevole chi guarda anche solo per un momento del prodigio “costruttivo” umano.
L’intervento, minimalista, di estremo rigore ed essenzialità, è fortemente evocativo richiamando gesti che hanno fatto la storia dell’arte: Lucio Fontana anzitutto, per una comune tensione verso l’evocazione di un “infinito spaziale”.
Presenze effimere che aprono a dimensioni parallele, sia sul piano concettuale che fisico. Un gesto silenzioso di estrema sintesi ma di grande efficacia che ci ricorda quanto l’uomo oggi possa lasciare il proprio segno nella storia, attraverso strumenti innovativi creando armonie visive di grande valenza estetica e di estrema evocazione emozionale.
La percezione dell’opera di Bernardini sarà quindi un’esperienza da vivere ognuno in base alla propria sensibilità e predisposizione all’esplorazione dello spazio mentale suggerito ma non imposto dall’artista.
ABOUT CARLO BERNARDINI
Carlo Bernardini (Viterbo, 1966) vive e lavora a Milano; utilizza la fibra ottica dal 1996. Tra le mostre si segnalano nel 1996 a Roma la XII Quadriennale, nel 2002 la XX Triennale di Milano, Sculpture Space a Utica (NY), la XIV Quadriennale al Palazzo Reale a Napoli (2003), le installazioni al Museo Paço Imperial di Rio De Janeiro (2004), a Valencia (2008) alla Ciudad De Las Artes Y Las Ciencias, Event Orizon (2007) allo Swing Space di New York. Nel 2009 per Art First presenta a Bologna Codice Spaziale in Piazza S. Stefano, a New York viene invitato al D.U.M.B.O. Art Festival, e dai Musei della Lombardia al progetto Twister per il MAM di Gazoldo degli Ippoliti (MN) ed alla GAM di Gallarate. Nel 2010 realizza grandi installazioni per Luci d’Artista a Torino, La Scultura Italiana del XXI sec. alla Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano, al NIMK di Amsterdam, alla Spuiplein dell’Aja e all’Art Light Domaquarée a Berlino. Del 2011 sono le mostre a Londra in The Arc Show e alla Kinetica Art Fair nella University of Westminister, alla Bocconi Art Gallery di Milano, ed al MACRO, Museo d’Arte Contemporanea di Roma. Nel 2012 installa un'opera alla Funarte di Belo Horizonte; nel 2013 presso la House Peroni di Londra, il Macro Testaccio di Roma, e a Metz nell’ambito della Nuit Blanche 06 con l’installazione Submerged Breath presso la Square du Luxembourg nelle acque della Moselle Canalisée. Nel 2014 realizza a Prato, l'installazione permanente Il Passo della Luce in collaborazione con il Museo Pecci; espone con il progetto Invisible Dimensions per la 4th edizione della Bienal del Fin del Mundo a Mar del Plata e negli Emirati Arabi alla 17th edizione dell’Islamic art festival di Shariah, presso lo Sharjah Art Museum. Nel 2015 Bernardini è invitato a Curitiba nella Bienal de Curitiba al Museu Oscar Niemeyer, alla Pop Austin 2015 ad Austin (TX) ed a Bratislava per Sculpture and Object XX, al Milan Dobeš Museum. Nel 2016 realizza la grande installazione Dimensioni Invisibili presso “La Porta di Milano”, al Terminal 1 dell’Aeroporto di Malpensa e l’installazione presso la Global Innovator Conference 2016 all’898 Innospace di Pechino. Nel 2019 è invitato alla XXII edizione di Luci d’Artista a Torino. Nel 2020 realizza installazioni e sculture presso la Casa del Mantegna di Mantova per la Biennale di Light Art e le Cisterne romane di Palazzo Acquaviva ad Atri (TE) per la VII Edizione di Still of Peace Italia/Giappone. È del 2021 la personale tenuta al Palazzo Tagliaferro di Andora; nel 2022 è stato nuovamente invitato alla Biennale di Light Art di Mantova alla la Casa del Mantegna. È del 2023 la grande installazione site specific Il punto dell’infinito, estesa per l’intera larghezza del cortile presso la Fabbrica del Vapore di Milano.