Carlo Ciussi – Le metamorfosi del colore
La Fondazione Ghisla Art Collection in collaborazione con l’Archivio Carlo Ciussi organizza, nel decimo anniversario della scomparsa dell’artista, la mostra Carlo Ciussi. La metamorfosi del colore, prima retrospettiva internazionale a lui dedicata dopo la morte.
Comunicato stampa
La Fondazione Ghisla Art Collection in collaborazione con l’Archivio Carlo Ciussi organizza, nel decimo anniversario della scomparsa dell’artista, la mostra Carlo Ciussi. La metamorfosi del colore, prima retrospettiva internazionale a lui dedicata dopo la morte. L’esposizione inaugurerà sabato 19 marzo 2022 alle ore 17.30 e sarà visitabile dal 20 marzo al 21 agosto 2022 negli spazi espositivi della Fondazione.
Carlo Ciussi (Udine, 1930 - 2012) è fra i protagonisti dell’arte italiana del XX secolo: il suo lavoro, che attraversa tutta la seconda metà del secolo scorso e giunge all’inizio del nuovo millennio, ha mantenuto una coerenza di fondo pur nella grande diversità degli esiti raggiunti nei vari periodi della sua attività artistica, rimanendo tanto vicino alle correnti a lui contemporanee quanto autonomo nella sua ricerca incessante. La mostra offre l’occasione per una lettura complessiva dell’opera dell’artista permettendo di tracciarne la storia.
Il percorso espositivo è articolato in senso cronologico, in modo da offrire una visione complessiva dei diversi periodi del suo fare arte dal 1965, dopo la sua prima partecipazione alla Biennale di Venezia nel 1964, al 2012.
Le ventisette opere esposte sono rappresentative degli snodi cruciali nella storia di Ciussi, dai primi lavori in cui l’attenzione si rivolge all’impaginazione geometrica del quadro in toni grigio-neri, fra i quali III.65 (1965), appartenente alla collezione della Fondazione Ghisla, poi riempita di colori, e, in uno sviluppo pluridecennale, sino agli esiti degli ultimi lavori.
Alcuni dei dipinti erano stati esposti nelle prime mostre milanesi della Galleria Stendhal negli anni Sessanta; altri, come XLI (1967), nell’importante mostra dedicata a Ciussi dalla Galerie Paul Facchetti nella sede di Parigi nel 1967 (e, poi, nella sede della galleria a Zurigo nel 1971) o, ancora nel 1967, alla IX Biennale di San Paolo del Brasile (XXIII, 1967), per essere di nuovo presentate insieme nel 1974 in occasione della prima retrospettiva dedicata all’artista a Palazzo Torriani di Gradisca d’Isonzo.
Dopo un ventennio in cui l’attenzione di Ciussi sembra prevalentemente rivolta alla geometria, negli anni ‘70 è il colore ad assumere un ruolo centrale nel suo lavoro, con una semplificazione della geometria a figure rettangolari fluttuanti, come nelle opere XXIV (1976) e XXX (1979); ma questo passaggio permette di prendere coscienza di quanto il colore, per l’artista, fosse già decisivo nelle ricerche precedenti. Negli anni Ottanta e Novanta emerge l’energia dinamica di un segno pittorico serpentinato, come si osserva nei dipinti in mostra del 1990, o angolare, a partire dal 1995, che arriva a invadere l’ambiente in lavori come Struttura (1995), opera tridimensionale autoportante. Dopo aver partecipato alla Biennale di Venezia del 1986 con due sculture, un importante momento di sintesi è costituito dalla mostra antologica al Museo Revoltella di Trieste nel 1997 e, nel 1998, dalla personale alla Esslinger Kunstverein Villa Merkel di Esslingen in Germania.
Nel nuovo millennio il lavoro di Ciussi riprende – anche se in modo radicalmente nuovo, carico di tutti gli anni dedicati allo studio del colore e all’analisi dei mezzi pittorici – i quadrati disassati che apparivano nei quadri del 1965, come in Senza titolo del 2005, anch’essa appartenente alla collezione della Fondazione Ghisla.
All’inizio degli anni Duemila si sono moltiplicate grandi mostre antologiche e retrospettive, tanto in Italia quanto all’estero. Importanti mostre si sono tenute nel 2005 a Palazzo Isimbardi a Milano, nello storico Palazzo dei Sette di Orvieto nel 2007 e, nel 2009, in Germania, al Neuer Kunstverein di Aschaffenburg e in Austria, alle Stadtgalerien di Klagenfurt. Nello stesso anno è stato invitato con sue opere alla mostra Temi & Variazioni presso la Peggy Guggenheim Collection di Venezia, mentre già nel 2005, a Milano, aveva esposto una scultura di grandi dimensioni in Piazza della Scala.
La sua ricerca si è infine estesa ad approfondimenti sulla possibilità di riempire i quadrati stessi, nei “Senza titolo” del 2009, o di graffiare la superficie del quadro, negli ultimissimi lavori del 2011 e 2012, presentati per la prima volta nella mostra antologica al Museo d’Arte Moderna e Contemporanea nella sede di Casa Cavazzini, a Udine.
In occasione della mostra verrà pubblicato un volume contenente la riproduzione delle opere in mostra, un saggio di Davide Mogetta e un aggiornato apparato bio-bibliografico.
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Fondazione Ghisla Art Collection - Locarno
La Fondazione Ghisla Art Collection, ente senza scopo di lucro, è stata istituita nell’aprile del 2014, con l’intento di mettere a disposizione della collettività un patrimonio artistico di valore internazionale, per essere condiviso da tutti coloro che riconoscono nell’arte una ricchezza indelebile.
La collezione è stata creata dai coniugi Ghisla, spinti da una crescente ed eclettica passione per l’espressività artistica. La sua sede occupa uno stabile di fattura futuristica realizzato su progetto dello studio d’architettura Moro & Moro di Locarno e si trova nel centro città, a pochi metri dal porto turistico.
Nel 2022, nelle prime sei sale dell’iconico cubo rosso, si presenta una selezione di opere appartenenti alla collezione di arte moderna e contemporanea di Martine e Pierino Ghisla. Come sempre l’allestimento non segue un rigore cronologico o una suddivisione per movimenti o tendenze, ma il visitatore si immerge nei capolavori della Pop Art, dell’Informale, dell’Arte Concettuale, dell’Astrattismo e del New Dada. Al secondo piano della Fondazione è situata la collezione permanente tra cui sono presenti importanti opere di Pablo Picasso, René Magritte, Joan Mirò, Roy Lichtenstein, Christo & Jeanne-Claude, Jean-Michel Basquiat, Cy Twombly, Agostino Bonalumi, Lucio Fontana, Fernando Botero.
Come ogni anno, a completare l’allestimento e seguendo una rotazione annuale, sono presentati alcuni interessanti lavori tra cui spiccano i nomi degli americani Robert Kushner e Allan McCollum, il giapponese Tadashi Kawamata, i belgi Maurice Wykaert e Georges Collignon, il francese Jean Miotte, lo svizzero Urs Lüthi e gli italiani Piero Dorazio e Giuseppe Penone.
Tenendo fede alla sua primaria missione di condivisione artistica, la Fondazione Ghisla Art Collection, all’interno dei suoi spazi, organizza anche diverse attività ispirate e legate alle opere in mostra. Durante la stagione di apertura, da marzo a dicembre, si può così assistere a performance di danza e concerti in dialogo diretto con le opere in esposizione. Particolare attenzione viene inoltre prestata alla mediazione culturale sia proponendo programmi didattici adattabili alle esigenze di età e curriculum di studio di scuole e bambini, sia offrendo la possibilità di visitare la collezione accompagnati da audioguide, incluse nel prezzo d’ingresso, in italiano, tedesco, inglese e francese, sia organizzando visite guidate su appuntamento, in quattro lingue. Molto apprezzate sono le visite presentate dal Signor Ghisla in persona che, con molta disponibilità e passione, racconta le opere con gli occhi del collezionista.