Carlo Galli – Out of order
È difficile essere liberi e autorevoli allo stesso tempo, ma la libertà può scendere a compromessi con l’autorità? In questo ciclo di lavori, Carlo Galli, ci dimostra che è in arte è possibile.
Comunicato stampa
È difficile essere liberi e autorevoli allo stesso tempo, ma la libertà può scendere a compromessi con l’autorità?
In questo ciclo di lavori, Carlo Galli, ci dimostra che è in arte è possibile.
Il disordine nelle opere dell’artista non lo trovi, sono graficamente e cromaticamente bilanciate, allora vien da chiedersi perché il titolo di questa mostra è “OUT OF ORDER”? Cos’è che esce dall’ordinario e rompe gli schemi?
Analizzando attentamente i lavori ti accorgi che protagonista è un generale, sempre realizzato in bianco e nero ed è proprio questo soldato, rigoroso e austero a rappresentare l’autorità; poi ti accorgi che protagonista delle opere non è soltanto il militare ma è anche il colore, questo arcobaleno che sfalsa l’equilibrio e disinnesta l’ordine e mette in discussione che quello che vedi forse non è quello che è.
Un po’ come se la parte razionale della mente umana fosse rappresentata dal generale e la parte irrazionale e incontrollabile fosse rappresentata dal multicolore dell’arcobaleno, ciò che è rappresentato è in realtà il conflitto tra la mente e le emozioni.
Questa rappresentazione è uno specchio dei nostri tempi o una speranza di cambiamento? Secondo me è giusto che ogni persona si lasci guidare dalle linee razionali ammirandone tecnicità e perfezione e che si lasci confondere dal colore e dalle emozioni, cercando quindi di comprendere il messaggio di Galli.
Il lavoro di Out of Order cromaticamente si avvicina alle opere degli anni ’70 di Peter Phillips maestro della British Pop Art, artista con un riferimento costante alla società di massa e ai suoi miti, con la capacità di unire su un'unica superficie immagini differenti, con l’uso di un colore squillante e volutamente eccessivo e l'attenzione a ogni particolare della composizione.
CARLO GALLI
Carlo Galli è un artista visivo e scultore dal 2010, vive e lavora a Milano;
Nella sua ricerca è spesso interessato a creare un ponte tra spiritualità e riflessione interiore ed intervento sociale.
Il suo percorso giovanile si è sviluppato nel settore della scenografia dei carri allegorici del Carnevale di Viareggio e la lavorazione del marmo statuario all'Accademia di Belle Arti di Carrara. Le sue prime avventure creative risalgono a quando aveva vent’anni nei laboratori del Carnevale di Viareggio dove ha sviluppato competenze tecniche e manuali ed una propensione per la satira e irriverenza per quello che è considerato superiore o sacro.
Per le sue creazioni predilige ambienti urbani che sono a diretto contatto con il tessuto sociale. Nella fase di ricerca viene influenzato dal contesto socio-politico, raccogliendo informazioni intorno a sé e rielaborandole con riflessioni emotive e visionarie.
Si ispira principalmente ad elementi dell’immaginario della propaganda militare e del lusso come diamanti ed anelli che si fondono in atmosfere optical ed ipnotiche. Il background da scultore lo porta ad un naturale approccio alla sperimentazioni di differenti materiali come nastri adesivi, reti da recinzione e colle termo-fusibili.
Le sue opere hanno un obiettivo comune: innescare reazioni positive per lo spettatore e renderlo partecipe attivamente alla fruizione del suo lavoro.
Ha attivato progetti in diversi paesi tra cui Sud Africa, Spagna, Stati Uniti, Austria, Irlanda.
Conoscere nuove culture e collaborare con artisti locali che appartengono a realtà geografiche e socio-politiche differenti sono gli aspetti che preferisce nel percorso della sua crescita personale e artistica.
I prossimi progetti a cui sta lavorando sono una residenza artistica in Slovenia e La Biennale di Karachi KB19 in Pakistan.